Ha sede anche a Villa d'Adda

Crisi Icar: sciopero di otto ore e presidio dei lavoratori

La storica azienda monzese è in liquidazione. Oltre 200 i dipendenti coinvolti

Crisi Icar: sciopero di otto ore e presidio dei lavoratori
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Crisi Icar: oggi, giovedì 26 novembre 2020, sciopero di otto ore e lavoratori in presidio davanti alla sede di via Isonzo, a Monza. Incerto il futuro anche della sede di Villa d'Adda.

Icar in liquidazione, presidio lei lavoratori

Questa mattina, a partire dalle 8, cinquanta tra lavoratrici e lavoratori (il numero massimo che è stato consentito per ragioni legate alle norme anti Covid) si sono riuniti in presidio davanti ai cancelli della Icar, la storica azienda monzese, fondata nel 1946, attiva nella produzione di condensatori elettrici e sistemi in bassa e media tensione, ora in liquidazione. “Siamo qui in 50, ma oggi nessuno è entrato a lavorare – hanno tenuto a precisare – Tutti hanno aderito allo sciopero”. Oltre 200 lavoratori tra la sede di Monza (dove è impegnata la gran parte dei dipendenti, circa 160) e quella di Villa d’Adda il cui futuro è quanto mai incerto.

"La situazione è precipitata"

“La situazione è precipitata venerdì, quando la liquidatrice ci ha detto che difficilmente si sarebbe trovata la liquidità necessaria per procedere col pagamento degli stipendi di ottobre – hanno spiegato i rappresentanti sindacali, Patricia Lupi della Fiom Cgil Monza e Brianza e Gabriele Fiore della Fim Cisl Mb e Lecco – Questo pomeriggio è prevista l’audizione in Regione, mentre domani, venerdì, ci sarà un altro incontro con la liquidatrice. Noi chiediamo che venga messa la parola fine a questa situazione di incertezza: o si creano le condizioni per andare avanti, oppure che si trovi una soluzione industriale”.

Debiti accumulati negli anni

Preoccupazione, ma anche molta amarezza tra le lavoratrici e i lavoratori. Anche perché stanno pagando il prezzo di una situazione debitoria che si è aggravata negli anni. “La produzione è proseguita anche durante il lockdown – hanno spiegato –  Gli ordini, anche da parte di clienti importanti, continuano ad esserci. Il problema è la situazione debitoria e dunque la mancanza di liquidità. Lavoriamo senza sapere se a fine mese ci pagheranno. Insomma, navighiamo a vista”.

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