Presidio dei lavoratori fuori dall'ospedale di Lecco FOTO
"Coloro che lavorano in questo settore sono prevalentemente donne; l’ultimo adeguamento economico dei loro stipendi risale al 2013, e l’immobilità dei salari aggrava una condizione economica dei lavoratori, già fortemente caratterizzata da part time involontari a poche ore settimanali, con salari che non arrivano a 7 € (lorde) all’ora!"
Presidio dei lavoratori fuori dall'ospedale di Lecco questa mattina, lunedì 19 ottobre 2020. La manifestazione di protesta, è stata promossa da Filcams Cgil Lecco, insieme a Fisascat e Uiltucs per il rinnovo del contratto multiservizi.
Presidio dei lavoratori fuori dall'ospedale di Lecco
"Il settore delle imprese multiservizi è quello che garantisce servizi spesso essenziali a condizioni per chi ci lavora che non sono più accettabili. In questo settore 600.000 persone in tutta Italia, e più di un migliaio nel territorio lecchese, assicurano, tra l’altro, le pulizie e la sanificazione degli ambienti pubblici, che sono diventati indispensabili per il contrasto alla diffusione del COVID-19. Sono donne e uomini che ogni giorno affrontano situazioni critiche senza alcun riconoscimento dai datori di lavoro, con un contratto scaduto ormai da 7 anni - spiegano da Filcams - Occorre che tutta la società civile, anche a Lecco, si accorga della delicata situazione nella quale operano lavoratrici e lavoratori del settore, il cui ruolo ha avuto anche riconoscimenti pubblici, ma che, ancora oggi, non vede le Associazioni Datoriali e le imprese riconoscerne il valore vista la scelta di queste ultime di bloccare, ancora una volta, con atteggiamenti pretestuosi, il rinnovo del Contratto Nazionale. Impegno, quello del rinnovo, fra l’altro già assunto a giugno con la sottoscrizione da parte di tutti di un Avviso Comune, ma che con il rinvio da parte datoriale del tavolo programmato per ottobre sembra ancora lontano dal realizzarsi. Tutto questo è avvenuto nonostante i Sindacati avessero già pronte sul tavolo alcune proposte per superare i molti punti ancora aperti".
"Salari che non arrivano a 7 € (lorde) all’ora"
Coloro che lavorano in questo settore sono prevalentemente donne; l’ultimo adeguamento economico dei loro stipendi risale al 2013, e l’immobilità dei salari aggrava una condizione economica dei lavoratori, già fortemente caratterizzata da part time involontari a poche ore settimanali, con salari che non arrivano a 7 € (lorde) all’ora! Quasi la totalità di questi addetti opera su esternalizzazioni o su appalto, dunque paga un conto salatissimo anche in termini di incertezza di condizioni, e in questi anni hanno pagato anche con riduzioni dei contratti individuali di lavoro e l’angoscia di vedersi messo in discussione il proprio posto di lavoro ad ogni cambio di appalto.