Prima sequestrata e poi riconsegnata al proprietario: è battaglia per la cagnolina Zara. C’è una storia che nei giorni scorsi ha scosso il web. Il video di Zara, una cagnolina affidata temporaneamente al canile di Grignano, frazione di Brembate, in seguito a un sequestro amministrativo e poi restituita al proprietario nonostante avesse mandato segnali inequivocabili di terrore e spavento, è diventato virale, risvegliando un’ondata di indignazione e commozione.
Prima sequestrata e poi riconsegnata al proprietario: è battaglia per la cagnolina Zara
Come riporta PrimaBergamo.it, in seguito a un sopralluogo che aveva stabilito che le condizioni del suo ricovero non erano compatibili con la legislazione vigente e con il benessere dell’animale, lo scorso 7 maggio Zara è stata sottratta, insieme ai suoi tre cuccioli, al proprietario da Ats Brianza, supportata dai carabinieri forestali di Lecco e dalle Guardie Zoofile Enpa. In quel momento, secondo il personale medico veterinario, non erano però apparsi evidenti segnali di maltrattamenti o malnutrizione.
Con la diposizione del sequestro amministrativo, i quattro cani sono stati affidati al canile Oasi del cane di Grignano, nel quale opera anche l’associazione Animalibera. Zara vi è rimasta fino al 5 dicembre, quando Ats ha deciso di restituirla al proprietario.
La paura di Zara
Nel rivedere l’uomo, la cagnolina, che dai racconti dei volontari di Animalibera si era sempre mostrata socievole e allegra, ha iniziato a dare evidenti segni di paura. I video pubblicati sui canali social del canile mostrano Zara con la coda tra le zampe, mentre tenta in ogni modo di prendere le distanze dal proprietario, tirando il guinzaglio e nascondendosi tremante dietro le gambe di una delle volontarie.
Comportamenti come questi potrebbero essere interpretati come segnali di precedenti maltrattamenti e Animalibera, preoccupata, ha avvertito Ats Brianza, chiedendo che fosse presente alla riconsegna per poter valutare direttamente la situazione. L’istituzione sanitaria ha però declinato, adducendo al fatto che il canile non si trova nell’area di competenza. In un rimpallo di responsabilità, la stessa risposta è arrivata anche da Ats Bergamo, che ha ritenuto di non dover intervenire.
Indignazione social
I post sui profili del canile di Grignano sono stati raggiunti da migliaia di commenti di solidarietà per la sorte di Zara. La situazione è stata denunciata anche dalla giornalista e istruttrice cinofila Dunia Rahwan, che sul suo canale Instagram ha chiesto all’Ats Brianza di prendersi la responsabilità di questa decisione.
«Nei regolamenti non è specificato come agire nel caso in cui il cane manifesti paura verso l’umano di riferimento, perché i cani sono ancora considerati come degli oggetti – ha spiegato Rahwan -, ma sarebbe stato quantomeno opportuno fare una valutazione approfondita dello stato emotivo di Zara».
Nonostante le proteste e le denunce, l’Ats Brianza è rimasta ferma sulle proprie posizioni e, in una nota ha risposto alle critiche sostenendo che «il Dipartimento Veterinario di Ats Brianza è composto da medici veterinari che hanno come primo obiettivo quello di salvaguardare il benessere animale in coerenza con leggi vigenti, non lasciando nulla al caso e approfondendo, ove necessario, situazioni particolari» e ribadendo che non è stata riscontrata nessuna situazione di maltrattamento. Un commento che non ha convinto affatto i detrattori e che ha spinto Animalibera a pubblicare le foto delle condizioni in cui Zara e altri animali erano detenuti nella struttura.
Condizioni di vita inaccettabili
Secondo il Codice penale, tra i maltrattamenti sugli animali rientrano lesioni, sevizie, comportamenti, fatiche o lavori insopportabili per le caratteristiche etologiche. Nonostante le foto pubblicate sui social dal canile non mostrino percosse o lezioni, ritraggono i cani rinchiusi in un box troppo piccolo, col pavimento coperto di sporcizia ed escrementi, ciotole arrugginite e piene di acqua sporca. Secondo Animalibera, inoltre, gli animali mostrano pose compatibili con stati di paura, stress e sofferenza.
A completare il quadro, assieme a Zara e ai suoi cuccioli (poi ceduti all’associazione e dati in adozione), sono stati sequestrati anche sette mini pony e alcuni conigli. Anche loro detenuti in condizioni indecenti, al buio, in spazi che non consentivano alcun movimento, su uno strato di feci e infestati dai parassiti. Una situazione sicuramente non compatibile con le caratteristiche etologiche.