Dalla musica alla cronaca nera: Zaccaria Mouhib, in arte Baby Gang, 24 anni, noto trapper lecchese con casa a Calolziocorte, è stato rinviato a giudizio con rito immediato per porto illegale di arma e ricettazione. Lo scorso settembre, il giovane artista era stato trovato con una pistola clandestina con matricola abrasa durante una perquisizione ordinata dalla Procura di Lecco. La decisione è arrivata dalla giudice per le indagini preliminari di Milano, Fiammetta Modica, su richiesta della pubblico ministero Maura Ripamonti.
Baby Gang di nuovo nei guai: rinviato a giudizio per armi clandestine
Lo scorso settembre l’arresto di Baby Gang era avvenuto in flagranza, anche in considerazione delle misure di prevenzione a cui il cantante era già sottoposto: una condanna definitiva a 2 anni, 9 mesi e 10 giorni per la sparatoria avvenuta tra il 2 e il 3 luglio 2022 in via Tocqueville, nei pressi di Corso Como a Milano, durante la quale due cittadini senegalesi rimasero feriti. L’arresto, avvenuto dopo la partecipazione del trapper al concerto di Emis Killa il 10 settembre alla Milano Fiera, rappresentava solo un tassello della complessa inchiesta dei militari lecchesi, guidati dal comandante provinciale colonnello Nicola Melidonis e dal tenente colonnello Andrea Domenici.
Al centro dell’indagine c’è anche la famiglia macedone Hetem, residenti in Valsassina a Introbio e già noti alle forze dell’ordine, accusati di concorso in detenzione e porto illegale di armi comuni e da guerra, oltre che di detenzione ai fini di spaccio di cocaina, con un giro d’affari stimato di almeno 12 mila euro al mese.
Durante il blitz in un hotel di via Vallazze a Milano, Baby Gang è stato sorpreso con la pistola illegale. Difeso dall’avvocato Niccolò Vecchioni, il trapper aveva dichiarato di aver portato l’arma con sé per protezione, vista la preziosa collana che indossa regolarmente, del valore di oltre 200mila euro. Ma durante quella operazione i carabinieri lecchesi avevano rinvenuto altre due pistole nascoste nel suo appartamento di Calolziocorte.
L’inchiesta della Procura di Lecco era partita nel 2004 con dall’arresto di un altro indagato trovato in possesso non solo di droga, ma anche di un fucile mitragliatore AK47 di fabbricazione cecoslovacca funzionante e con munizionamento. Ebbene lo stesso mitragliatore legato alla famiglia Hetem , come accertato dai Carabinieri, era stato utilizzato anche durante le riprese di video musicali di Baby Gang e Simba La Rue (al secolo Saida Mohamed Lamine, classe 2002), anch’egli indagato.
Lo scorso 1° ottobre, Baby Gang aveva ottenuto i domiciliari presso una comunità terapeutica nel Milanese per disintossicazione, pur restando sottoposto al braccialetto elettronico. Durante l’interrogatorio, il trapper aveva spiegato che l’arma sequestrata era una scacciacani modificata, portata con sé per sicurezza dopo un episodio di furto a giugno nella sua abitazione di Calolziocorte.
“Non volevo correre rischi – aveva dichiarato Mouhib – in casa possiedo monili di valore, e nei giorni precedenti avevo partecipato a un concerto a Milano senza sicurezza, insieme a una ragazza”. Una giustificazione che non ha evitato il rinvio a giudizio immediato, segnando un nuovo capitolo nella controversa carriera del trapper lecchese.