“Populismi e crisi della rappresentanza: quale futuro per le democrazie?”. E’ questa la domanda che si sono posti i militanti di Azione, che nella serata di ieri, martedì 25 novembre 2025, hanno organizzato un incontro con un relatore capace di coinvolgere, stimolare e anche provocare il numeroso pubblico presente nella sala civica di Merate. Ovvero Claudio Martinelli, professore di Diritto pubblico comparato dell’Università di Milano Bicocca, esperto costituzionalista e autore di diverse pubblicazioni su questo tema.
Il professor Martinelli, stimolato dalle domande del caporedattore del Giornale di Merate Matteo Scerri, del referente Under 30 di Azione Bergamo Leonardo Gambirasio e di un pubblico attento, dopo i saluti iniziali del referente di Azione Merate Mattia Muzio, ha tenuto la scena scardinando innanzitutto i luoghi comuni sul concetto di rappresentanza, definita come un qualcosa “in costante movimento” nel corso dei decenni.

Populismi, democrazia e rappresentanza: stimolante incontro con Claudio Martinelli
Soffermandosi sul “baratro che in Italia ha inghiottito i partiti tradizionali”, sulla fine dell’appartenenza e delle ideologie ma anche dell’essere anti-qualcosa (come negli anni dominati dalla figura ingombrante di Silvio Berlusconi), il docente ha inquadrato il fenomeno del populismo “come un metodo, non come una forma di fare politica. Un metodo che è sulla piazza, a disposizione di tutte le élite che intendono applicarlo e che in tutto il mondo oggi ne attingono a piene mani”.
L’esperto, che non si è nascosto definendosi “un grande europeista”, ha spiegato perché oggi proprio l’Unione Europea è un bersaglio privilegiato dei populisti. “Perché nessuno sa come funziona, se devo spararla grossa lo faccio senza correre il rischio di essere smentito. Se oggi parlassi di calcio e vi dicessi che non solo il portiere, ma anche il terzino, può prendere la palla con le mani, mi smentireste immediatamente. Ma se vi parlassi del backstop nel cricket, qualcuno saprebbe argomentare qualcosa contro la mia tesi?”.

Interessanti anche le riflessioni del professor Martinelli sull’affluenza alle urne. “Smentiamo un luogo comune: un’affluenza alta non è indice di buona salute di una democrazia. In Italia siamo sempre stati abituati ad affluenze elevate, quando sono calate? Quando è venuto meno lo stimolo di andare a votare pro o contro qualcuno. Non è un caso che il caso dell’affluenza sia iniziato con l’entrata in scena del Movimento 5 Stelle, che ha scardinato il sistema precedente, che è inoltre coinciso con il crollo dei consensi di Berlusconi”. Molti gli esempi attinti dai Paesi stranieri, anch’essi alle prese con spinte populiste. “In Germania con le Große Koalition hanno mascherato a lungo i loro problemi, la Francia sta facendo oggi i conti con il populismo, in Regno Unito il famigerato Nigel Farange supera il 30% nei sondaggi…”.

Inevitabile, su sollecitazione di alcuni militanti e di Leonardo Gambirasio, qualche riflessione anche sulle politiche di Azione e di alcune questioni dibattute anche all’interno del partito, come lo scudo democratico.
La serata, alla quale hanno partecipato anche i sindaci di Merate Mattia Salvioni e di Montevecchia Ivan Pendeggia, si è conclusa con i ringraziamenti della segretaria provinciale del partito organizzatore Eleonora Lavelli.