La vicenda della mucca, inizialmente scambiata per un toro nel passaparola tra Ats e Comuni, in fuga nella Valle della Nava tra Casatenovo e Missaglia si “arricchisce” di un nuovo capitolo.
Se l’onorevole Michela Vittoria Brambilla ha infatti annunciato di aver riscattato la proprietà del bovino direttamente dall’allevatore, altri animalisti (tra cui l’Enpa di Merate che ha raccolto quasi 30mila firme online) hanno aspramente criticato questa decisione, accusandola di “mercificare” la vita degli animali.
Mucca (ex toro) in fuga, critiche alla Brambilla
Venuta a conoscenza della notizia della fuga del bovino nei boschi della Brianza casatese, l’onorevole Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, venerdì scorso ha preso contatti con il proprietario. E ha deciso di adottarlo, raccontando il tutto a favore di telecamere, su Canale 5.
“Appena riscattata la mucca dall’allevatore che l’aveva mandata al macello – ha raccontato l’onorevole Brambilla – ho subito avvertito l’Ats e la Polizia provinciale che era sulle sue tracce, per assicurarmi che resti incolume e che nessuno, durante la cattura, possa in alcun modo farle del male. Diventerà il simbolo della lotta contro gli allevamenti intensivi e passerà la vita sui prati dove potrà godersi l’erba fino alla fine dei suoi giorni”.
Nelle scorse ore, però, la vicenda ha assunto un’ulteriore piega, che ha rivelato alcuni retroscena della vicenda. Pare infatti che Ats Brianza avesse già preso contatti con altre associazioni animaliste, “trattative” mandate però in fumo dall’invasione di campo della parlamentare lecchese.
“Un gesto gravissimo”
Questo è quanto rivela, infatti, la Rete dei Santuari di Animali Liberi in un post ricondiviso anche dall’Enpa di Merate.
“Giovedì 23 ottobre, ATS ha contattato Vita da Cani e la Rete dei Santuari di Animali Liberi, comunicando la volontà di affidare la mucca, una volta recuperata, a uno dei santuari della Rete – spiegano i volontari – Venerdì la Rete ha espresso piena disponibilità a collaborare, anche nell’eventuale cattura, affinché avvenisse nel modo più etico e rispettoso possibile. Ci siamo messe in contatto con l’allevatore e con il proprietario intermedio per garantire alla mucca un’accoglienza sicura e dignitosa, senza alcuna transazione economica. Purtroppo, nella stessa giornata, siamo state informate che la mucca è stata acquistata da un’altra associazione. Un gesto per noi gravissimo, perché significa che la sua vita è stata ancora una volta mercificata, trasformata in oggetto di scambio, alimentando il sistema stesso da cui aveva tentato di fuggire. Pagare per “liberare” un animale significa infatti rafforzare la catena dello sfruttamento, non spezzarla”.
Una vicenda che comunque, al netto delle critiche e polemiche sulle modalità del riscatto del bovino – che è comunque ancora in fuga – rende felici gli animalisti per il destino che attende la mucca una volta che verrà catturata.
“Siamo naturalmente felici che per lei la storia possa concludersi senza la morte, ma continueremo a vigilare affinché venga recuperata eticamente e affidata a un luogo davvero idoneo, dove possa vivere libera e non finire nuovamente in mani che trarranno profitto dal suo corpo o dalla sua storia. Questa fuga ci ricorda che ogni animale desidera vivere, che la libertà è un bisogno universale e che la liberazione non si compra: si costruisce, ogni giorno, scegliendo di non alimentare la violenza”.