La chiusura di via Tre Fontane a Cisano Bergamasco, stabilita a partire dal 3 novembre 2025 e che durerà almeno 12 settimane, comporterà sicuramente alcuni disagi. Ma, alla luce della spiegazione offerta dal sindaco Antonella Sesana, che il cantiere della variante lo sta monitorando con estrema attenzione e con un dialogo fitto con l’azienda Milesi, quello che l’intero territorio ha corso è il rischio di una paralisi totale nella primavera 2026.
Via Tre Fontane chiusa: evitata la concomitanza con quella del ponte di Brivio
Stando a quanto riferisce il sindaco, infatti, nessun ente superiore – Anas e Provincia di Bergamo, nello specifico – avrebbe avvertito l’azienda Milesi che sta realizzando la variante della Lecco-Bergamo della chiusura del ponte di Brivio annunciata per la primavera 2026. Subito dopo la fine delle Olimpiadi invernali di Milano e Cortina. Una serrata della durata di almeno 15 mesi.

Il rischio era di ritrovarsi, in quel periodo, con due chiusure concomitanti: il viadotto sull’Adda e, a poche centinaia di metri, anche la strada in cui hanno sede diverse aziende (su tutte il Mollificio Sant’Ambrogio) e che viene utilizzata da centinaia di automobilisti tutti i giorni per “tagliare” il centro di Cisano in direzione della Val San Martino lecchese, del Meratese o dell’Isola Bergamasca.

“La chiusura di 12 settimane di via Tre Fontane era prevista nel cronoprogramma del cantiere in capo all’azienda Milesi – ha spiegato Antonella Sesana – Nei giorni scorsi, però, dialogando con il responsabile, ci siamo accorti che nessuno degli enti superiori l’aveva avvertita dello scenario drammatico che comporterà la chiusura del ponte di Brivio. Al di là che la decisione di chiudere via Tre Fontane non è una scelta della mia Amministrazione, ma se questo disagio va affrontato è sicuramente meglio viverlo ora piuttosto che nella prossima primavera: non era scontato che l’azienda riuscisse a rivedere il suo cronoprogramma, ma pur a fatica ci è riuscita”.
Quello che riguarda via Tre Fontane ha tutte le sembianze dell’ennesimo esempio di approssimazione, ma anche di mancanza di dialogo e programmazione degli enti che hanno in capo il cantiere della variante di Cisano. Se davvero si fossero sommate la chiusura della strada e quella del ponte, tre territori – Val San Martino, Meratese e Isola Bergamasca – sarebbero finiti in ginocchio per mesi. “Poi le critiche ce le becchiamo noi sindaci – ha affermato un’irritatissima Sesana – però se non ci fossimo accorti di questo errore di valutazione i disagi sarebbero stati incalcolabili. Già la comunità di Cisano sta vivendo una situazione delicata, tra cantieri e assenza di treni, questo scenario sarebbe stato assolutamente inaccettabile”.