Quale sarà il futuro della scuola primaria di Montevecchia è ancora da capire e a definirlo saranno gli esiti degli studi commissionati dall’Amministrazione di Ivan Pendeggia.
Come spiegato dal sindaco, infatti, la prima ipotesi di dover per forza di cose abbattere la scuola elementare Toti non è più l’unica sul tavolo. Lui e la sua Amministrazione, dopo una ricerca approfondita nell’archivio dell’Ufficio Tecnico svolta dalla responsabile Erika Mazzucchelli, si erano trovati per le mani una relazione, realizzata nel 2019 da uno studio di ingegneria, dalla quale emergeva il mancato allineamento alle normative vigenti in materia di adeguamento antisismico. Era la fine del 2023 e allora la possibilità più accreditata era stata quella dell’abbattimento e della ricostruzione ex novo.
Primaria di Montevecchia, la scelta è tra abbattere e conservare
«Al momento stiamo procedendo parallelamente in due direzioni – ha spiegato Pendeggia – Proprio nei giorni scorsi è stata effettuata una prima analisi per capire se la scuola potrà essere conservata. Abbiamo affidato l’incarico di approfondimento al Csd Engineers con l’intenzione di avere dati più chiari rispetto a quelli emersi nello studio del 2019».

Così sono stati effettuati alcuni approfondimenti non invasivi ma attraverso dei radar per iniziare ad appurare le condizioni strutturali e antisismiche del plesso.
«Era già iniziato l’asilo – ha aggiunto – I bambini sono ospitati provvisoriamente alla primaria, e quindi non abbiamo voluto effettuare interventi murari né prelievi. Sono stati esaminati il piano -1, quello della mensa, e il piano 1, quello delle elementari. Da quello che emergerà si valuterà se fare anche dei saggi. Vogliamo avere il più alto grado di certezza delle condizioni della scuola, per poi capire come conviene intervenire, se salvaguardare il plesso o abbatterlo».
Proprio per questa ragione è stato affidato anche uno studio per la progettazione della nuova scuola qualora fosse necessario abbatterla: «A seguire il progetto è un architetto nonché professore del Politecnico di Milano, che si sta occupando anche della redazione del cosiddetto Doc Fap, il Documento di fattibilità delle alternative progettuali».
L’Amministrazione è al lavoro per cercare bandi
Mentre entrambe le opzioni restano sul tavolo, il Comune si sta portando avanti in vista di ipotetici bandi o finanziamenti: «Gli Uffici si stanno occupando della stesura dei documenti, così da avere tutto pronto qualora si aprisse qualche possibilità, visto che entrambe le scelte comporteranno costi importanti. Nel corso del 2026 vorremmo arrivare ad avere uno scenario più chiaro, così da capire il da farsi e adeguare la nostra scuola alla normativa antisismica».