Attenzione al territorio

L’associazione Patto per il Nord – Gruppo Isola Bergamasca torna a parlare del San Michele

"L’inadeguatezza del ministro dei Trasporti e l’indisponibilità di Regione Lombardia ed Rfi non possono privare i cittadini e le rappresentanze di un ragionevole dialogo"

L’associazione Patto per il Nord – Gruppo Isola Bergamasca torna a parlare del San Michele

L’associazione Patto per il Nord – Gruppo Isola Bergamasca torna a parlare del San Michele: riceviamo e pubblichiamo l’intervento.

L’associazione Patto per il Nord – Gruppo Isola Bergamasca torna a parlare del San Michele

“L’inadeguatezza del ministro dei Trasporti e l’indisponibilità di Regione Lombardia ed RFI non possono privare i cittadini e le rappresentanze territoriali di un ragionevole dialogo riguardo il destino del Ponte San Michele che collega Calusco D’Adda (BG) con Paderno d’Adda (LC).

Viene data tanta attenzione mediatica e totale sostegno finanziario statale ad un’opera faraonica non prioritaria come il ponte sullo stretto di Messina, ma nessuna scrupolosa valutazione ai progetti alternativi per il Ponte San Michele di Paderno d’Adda, simbolo dell’archeologia industriale italiana e capolavoro di ingegneria del XIX secolo e per un territorio che reclama impegno, ragionevolezza e visione lungimirante sia sotto l’aspetto dei collegamenti lombardi ed internazionali, che nel rispetto storico paesaggistico e degli insediamenti civili. La Regione corre insindacabilmente sul raddoppio del binario unico del progetto 1 bis”.

Lo dichiara in una nota Patto per il Nord – Gruppo Isola Bergamasca, sostenendo la necessità che Regione Lombardia non interrompa il dialogo e che trovi il coraggio di alzare la voce con il governo, investendo più che delle briciole avanzate dal Ponte sullo Stretto per questa altra opera di cruciale importanza.

La nota di Patto per il Nord poi continua – le provincie impattate dall’opera sono più di una per quanto riguarda l’aspetto viabilistico ed i collegamenti su rotaia, ma quella di Bergamo soffrirebbe un maggior gravame se, oltre a considerare il consumo del suolo nel Parco dell’Adda, valutassimo anche la presenza di insediamenti civili, commerciali e di valore storico (ndr. Monastero dei Verghi dell’anno 1000 ed il ponte stesso) che, nei progetti prediletti da Regione ed RFI sarebbero in buona parte abbattuti o fortemente penalizzati dal passaggio di nuovi svincoli in prossimità dei caseggiati, mentre con il progetto 2 si avrebbe un funzionale collegamento con la bretella extraurbana di recente inaugurazione, più funzionale, meno invasivo e sinceramente meno sgradevole alla vista, in questo meraviglioso panorama da cartolina che diversamente subirebbe uno sfregio irreparabile.

Parliamo poi di problematiche legate al rumore, di vibrazioni dovute al passaggio dei treni attaccati alle poche case che rimarrebbero in piedi, di concentrazione di polveri sottili per il traffico su gomma, ma soprattutto di un progetto sostenuto nonostante il segnalato pericolo idrogeologico per fronte franoso dal lato lecchese, secondo la nota presentata dall’istituto nazionale rischi ambientali. Inoltre, decaduta la candidatura UNESCO del Ponte di San Michele, chi si occuperebbe della sua manutenzione, una volta dismesso il transito, se nemmeno si è riusciti a
garantire la sua illuminazione post manutentiva di pochi anni fa?

Ci siamo seduti a tavolino per fare i conti della serva e per proporre una seria riflessione sull’opportunità che l’alternativa al Ponte di San Michele meriti un investimento adeguato:

• Per il Ponte sullo Stretto di Messina a colpi di finanziarie si sono trovati 13, 5 MILIARDI, 300 Milioni per gli espropri, 10,6 Milioni per il gestore e già 2,9 Milioni di stipendi erogati prima dell’ok del CIPESS (cifra destinata a crescere), che collega la Sicilia, regione con 4.797.359 abitanti e residuo fiscale negativo di – 10,6 miliardi di Euro, alla Calabria, regione con 1.838.568 abitanti e residuo fiscale negativo di – 5,8 miliardi di Euro;

• non si trovano 637, 5 milioni di euro (ATTENZIONE – questi sono MILIONI e NON MILIARDI) per la realizzazione del progetto di collegamento nr 2, che escluderebbe buona parte delle problematiche sopraccitate, considerando peraltro il grande valore infrastrutturale per un territorio produttivo e trafficato come la Lombardia, abitata da 10.012.054 cittadini, il cui residuo fiscale, ovvero la differenza tra la spesa pubblica ed il gettito fiscale ha un risultato virtuoso di + 54 Miliardi di Euro.

• utopico pensare che possa essere vagliata anche l’idea di un ponte sospeso (ndr. come quello sullo stretto di Messina), 3,5 km più a sud del San Michele, della cifra stimata di 1 Miliardo di Euro, che sarebbero comunque 12, 5 miliardi in meno rispetto all’attuale orgoglio ingegneristico del Ministero dei trasporti e delle infrastrutture.

A fronte di queste valutazioni sosteniamo a gran voce la necessità di tornare a dialogare con i cittadini e di orientarsi verso un’opera ragionevole, che andrebbe a servire un numero doppio di utenti, in una Regione che produce residuo fiscale positivo e che merita investimenti attenti e riguardosi, senza sprechi ma avendo il coraggio di optare per il bene del territorio.
Serve un segnale concreto di rispetto verso i cittadini e servono investimenti strutturali in Lombardia.”