Una settimana lontani da casa, a oltre 800 chilometri di distanza, per portare giochi, laboratori e momenti di preghiera in un quartiere segnato da difficoltà e carenza di progetti per i più giovani.
Lo scorso luglio, nove adolescenti animatori dell’oratorio di Merate accompagnati dall’educatrice Marta Brivio, hanno guidato il centro estivo organizzato dalla Parrocchia di San Pio, nella difficile periferia di Bari. L’iniziativa rientra in un progetto promosso dalla Fondazione Oratori Milanesi (Fom) che quest’estate ha proposto agli oratori lombardi di uscire dai confini della propria diocesi per portare l’esperienza del Grest in contesti dove le attività educative sono quasi assenti.
Una settimana di Cre nella periferia di Bari con l’oratorio di Merate
L’esperienza, alla sua prima edizione, è stata divisa in due turni. La settimana precedente a quella del gruppo meratese ha infatti visto impegnati a San Pio i giovani animatori degli oratori di Belledo e Germanedo di Lecco. Obiettivo comune, quello di portare l’oratorio estivo in un contesto privo di servizi educativi strutturati per bambini e ragazzi.
«Siamo stati a Bari, nel quartiere di San Pio, dal 12 al 19 luglio, con un gruppo di nove adolescenti animatori dell’oratorio di Merate – ha raccontato l’educatrice Marta Brivio, incaricata di coordinare le attività degli animatori – Li seguo durante l’anno nelle attività di catechismo e al Grest, e don Davide Serra mi ha chiesto di accompagnarli in questa esperienza, perché lui in quel periodo era impegnato con le vacanze in montagna».
Il quartiere, circa 15 chilometri a nord di Bari, è segnato da fragilità sociali e carenza di spazi aggregativi. «San Pio non è nemmeno considerata periferia di Bari: dista circa 15 chilometri dal centro, ma è un quartiere un po’ difficile, dove non ci sono molte attività per bambini e ragazzi. Le persone non vivono granché i loro luoghi di aggregazione e la Parrocchia, guidata da don Gianni De Robertis, vuole ripartire proprio dai più piccoli per riprendersi ciò che la delinquenza ha di fatto creato, cioè una zona deserta, dove le famiglie hanno paura ad uscire». «Il progetto nasce grazie a un contatto che don Gianni ha avuto con alcuni preti della diocesi di Milano che già conosceva – ha proseguito Brivio – La settimana prima della nostra c’erano stati i ragazzi di alcuni oratori di Lecco e poi siamo arrivati noi. Abbiamo alloggiato nella struttura parrocchiale – che però è di proprietà del Comune – dotata di aule, un campo da calcio a 7, un campetto da pallavolo e un piazzale».
Il centro estivo, organizzato sul modello dei Grest ambrosiani, ha accolto 90 partecipanti di età compresa tra i 5 e i 14 anni. «Ogni mattina le attività partivano alle 8, poi c’era un momento di preghiera, seguito da giochi e laboratori – ha spiegato l’educatrice – I partecipanti avevano dai 5 ai 14 anni e continuavano ad arrivare nuovi bambini anche durante la settimana». Le attività, prosegue l’educatrice, erano differenziate per fasce d’età e comprendevano, tra gli altri, laboratori di disegno e grafica realizzati anche grazie alla collaborazione con l’Accademia del Cinema Ragazzi, danza, teatro e giochi all’aperto.
«Abbiamo organizzato laboratori e momenti di danza e teatro – ha sottolineato l’educatrice che ha seguito gli animatori meratesi nel progetto – Per i più piccoli c’erano attività manuali e creative. È stato bello vedere come i nostri adolescenti si siano messi in gioco, donandosi completamente e ricevendo tanto in cambio».
Per i giovani meratesi, il viaggio ha significato soprattutto avere un confronto con una realtà molto diversa da quella che vivono ogni giorno a Merate. «In un quartiere dove spesso c’è diffidenza, dove la scuola rischia di chiudere per mancanza di iscritti e la messa è frequentata da pochissime persone, la Parrocchia si propone come luogo sicuro da cui ripartire» ha concluso l’educatrice.
Secondo quanto riferisce la Fom, l’iniziativa ha suscitato entusiasmo sia nei ragazzi coinvolti sia nella comunità ospitante, e potrebbe essere riproposta anche nel 2026.
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