Il paracadute non si apre: il tragico addio a Claudio Signorini
Il 64enne arcorese, molto conosciuto nel Casatese, ha perso tragicamente la vita dopo essersi lanciato con il suo paracadute dal monte Brento, in Trentino.
Tradito dal suo paracadute. Una morte atroce e drammatica quella che si è portata via per sempre il 64enne Claudio Signorini, volto conosciuto e benvoluto ad Arcore e nel Casatese.
Il paracadute non si apre: il tragico addio a Claudio Signorini
Come riportano i colleghi di primamonza,it l’uomo, ex direttore di banca impiegato al Monte dei Paschi di Siena, era un vero amante del base jumper con oltre 4.500 lanci alle spalle (si tratta di uno sport estremo che consiste nel lanciarsi nel vuoto da varie superfici, rilievi naturali, edifici o ponti) e ha perso la vita due sabati fa, dopo un lancio dal «Becco dell’Aquila», in Trentino, sul monte Brento
Ha vissuto molti anni ad Arcore e Camparada
Si tratta di quello che viene ribattezzato come il “Regno dei jumper”, un vero e proprio “santuario” per gli amanti di questo sport estremo.
Un monte che è noto agli appassionati di volo e sport estremi di tutto il mondo ma che nel corso degli anni è stato teatro di numerosi incidenti mortali, proprio come quello accaduto al 64enne.
Nato e cresciuto a Poggibonsi, in provincia di Siena, Signorini ha trascorso molti anni della sua vita ad Arcore e Camparada prima di trasferirisi a Milano.
Le esequie
Le esequie del 64enne sono state celebrate venerdì pomeriggio nella chiesa di Sant’Eustorgio dal parroco don Giandomenico Colombo. Il sacerdote, davanti ad una chiesa gremita di parenti, amici e conoscenti, ha ricordato, con parole affettuose, come Claudio fosse alla ricerca di un pò di cielo, di infinito, anche se questa tragica morte lascia il sapore di una vita incompiuta.
L’uomo lascia la mamma Sira, la sorella Grazia, il figlio Alessio e la compagna Angela.