Un'opportunità interessante

Il centro d'ascolto decanale Caritas cerca... ascolto dalle aziende: "Possiamo fornire lavoratori gratis"

Un progetto che dal 2019 a oggi ha permesso a 49 persone di trovare occupazione: i tirocini hanno durata di 6 mesi e sono pagati da Caritas Ambrosiana e Fondazione San Carlo

Il centro d'ascolto decanale Caritas cerca... ascolto dalle aziende: "Possiamo fornire lavoratori gratis"
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Lavoratori a costo zero per le imprese, persone che grazie a un’occupazione, anche temporanea, possono riacquistare una dignità e la capacità di mantenere se stessi e la propria famiglia contando sulle proprie forze.

Il Centro d’ascolto della Caritas decanale di Merate, che copre 8 Comuni e 11 Parrocchie, cerca... ascolto. Lo chiede agli imprenditori del territorio, che probabilmente non conoscono ancora o comunque non intravedono un’opportunità nel progetto «Diamo lavoro», sostenuto dalla Caritas Ambrosiana e finanziato dalla fondazione San Carlo, che consente alle attività produttive o commerciali di poter usufruire di un tirocinio della durata massima di sei mesi, in modo totalmente gratuito.

Lavoratori gratis, opportunità per le aziende

Un progetto che dal 2019 a oggi ha permesso a 49 persone di trovare un posto di lavoro.

«I tirocini extracurricolari sono completamente coperti, le imprese non devono sostenere nessun costo - spiega Gianpietro Lunati, coordinatore del Centro d’ascolto decanale - La durata è di massimo sei mesi, ma in caso di necessità il rapporto lavorativo si può interrompere anche prima della sua naturale conclusione. Al tirocinante verranno corrisposti 700 euro mensili per un impegno part time».

Il progetto «Diamo lavoro» è figlio di quel Fondo Famiglia Lavoro voluto dal cardinale Dionigi Tettamanzi e nel Decanato di Merate negli ultimi cinque anni (è stato attivato nel 2019) ha permesso a 49 persone di trovare lavoro.

Gianpietro Lunati

«Il settore che va per la maggiore è quello della ristorazione, che ha assorbito 7 persone - spiega Lunati - Subito dopo ci sono il settore impiegatizio e quello delle imprese di pulizie con 6 lavoratori, poi l’edilizia, la produzione e le riparazioni con 5, l’agricoltura e il giardinaggio con 4, la gestione del magazzino e il commercio al dettaglio con due lavoratori e poi tante attività che hanno assorbito un lavoratore ciascuna: una carrozzeria, una stazione di servizio, una società di vigilanza, ecc. Su un totale di 49 persone inserite, 21 sono italiane: un dato più alto rispetto a quello delle prese in carico del Centro, che vedono tre quarti delle richieste da parte di cittadini stranieri».

Un mondo variegato, insomma, che il Centro d’ascolto decanale intende allargare soprattutto al mondo dell’industria.

«Ci piacerebbe aprire un contatto con questo settore, senza la pretesa di volerci sostituire alle agenzie interinali - sottolinea Lunati, che è ingegnere e conosce bene il mondo delle imprese e del lavoro - Semplicemente vorremmo far sapere che ci siamo anche noi e che possiamo offrire un’opportunità completamente gratuita. Quelle a cui proponiamo i tirocini sono persone motivate a lavorare, determinate a raggiungere una propria autonomia: non a caso molti di loro hanno visto trasformarsi questa esperienza in un’occupazione fissa».

Cosa fa il Centro d'ascolto decanale della Caritas

Dall’inizio del 2024 a oggi gli utenti che si sono rivolti al Centro d’ascolto della Caritas decanale di Merate sono stati 193, per un totale di 377 colloqui. Entro la fine dell’anno, in proiezione, dovrebbero raggiungere quota 400, che è la media degli incontri di ogni anno, con qualche picco di 500 (negli ultimi venti gli utenti sono stati poco meno di 3mila e gli ascolti circa 10mila).

Nei locali dell’ex chiesa di Santa Marta a Merate c’è un mondo, fatto di volontari e volontarie che ogni giorno si affacciano su mondi nuovi, storie di vita e di famiglie italiane e straniere bisognose di aiuto su tanti fronti.

«C’è chi ci chiede aiuto per il permesso di soggiorno, chi ha la necessità di trovare una casa, chi ha bisogno di aiuto dal punto di vista sanitario, dell’iscrizione dei figli a scuola, chi ha necessità di essere accompagnato da qualche parte, chi cerca lavoro... - raccontano i volontari coordinati da Gianpietro Lunati - La nostra parola chiave è “ascolto”. Chi viene qui da noi riceve ascolto: il nostro è un lavoro che va oltre il pacco alimentare, di un utente cerchiamo di tracciare un quadro a 360 gradi che comprende anche i suoi familiari, per capire se e dove si può intervenire per trovare delle soluzioni ad esempio dal punto di vista occupazionale».

Sono tante le esperienze vissute dagli operatori del Centro. «A ciascuna storia sono legati ricordi profondi - rivela una volontaria - La scorsa estate, ad esempio, l’assistente sociale dell’ospedale ci ha contatti perché era necessario trovare un contesto protetto per la dimissioni di due sorelle anziane e bisognose di assistenza. Ci siamo mossi facendo rete con enti e persone e siamo riusciti a trovare una badante per due mesi, a metterci in contatto con un loro professionista di fiducia che è diventato il loro amministratore di sostegno e dunque a risolvere una situazione d’emergenza. E’ un piccolo esempio recente, ma ce ne sono tanti del tutto simili e che fanno capire in cosa consiste il nostro lavoro».

Matteo Scerri

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