Dalla Brianza al Portogallo: Il Consorzio Villa Greppi in viaggio di studio a Coimbra
Un’iniziativa parte del progetto europeo di public history “Visible Past”
Dalla Brianza al Portogallo: Il Consorzio Villa Greppi in viaggio di studio a Coimbra. Un viaggio di studio a Coimbra, in Portogallo, per approfondire la storia del regime dell’Estado Novo e la Rivoluzione che cinquant’anni fa l’ha rovesciato.
Dalla Brianza al Portogallo: Il Consorzio Villa Greppi in viaggio
Nell’ambito del progetto europeo di public history “Visible Past” – che vede il Consorzio Brianteo Villa Greppi capofila di una partnership che coinvolge anche l’Università di Coimbra e Contextos (Portogallo), Sapere Aude (Austria) e Artifactory (Grecia) – a fine novembre l’ente che ha sede a Villa Greppi ha preso parte a un viaggio di approfondimento coordinato proprio dalla prestigiosa università lusitana. Un programma fitto di conferenze e visite guidate nei luoghi più significativi, sulle tracce del regime fondato nel 1933 da António de Oliveira Salazar e terminato il 25 aprile del 1974 con la Rivoluzione dei Garofani, di cui quest’anno ricorre il cinquantesimo anniversario.
«Da marzo ’24 – spiega Ilaria Farina, progettista del Consorzio Brianteo Villa Greppi e coordinatrice del progetto – “Visible Past” sta lavorando nei paesi coinvolti per promuovere la conoscenza della storia dei regimi mediterranei e la loro successiva transizione democratica. Dopo aver portato a Villa Greppi, lo scorso giugno, diverse conferenze di divulgazione storica e accanto ai momenti formativi per studenti e insegnanti ai quali stiamo attualmente lavorando, il progetto ha incluso anche questo viaggio di studio a Coimbra, organizzato dall’Università e pensato per lavorare insieme ai partner in presenza e conoscere alcuni dei luoghi simbolo dell’Estado Novo e della Rivoluzione dei Garofani. Un’iniziativa di cui presto saranno condivisi gli esiti, grazie alla pubblicazione di materiali di documentazione e approfondimento».
Presenti a Coimbra in rappresentanza del Consorzio, nello specifico, la coordinatrice Farina, il coordinatore scientifico e referente storico Daniele Frisco, la progettista Marina Bonalume e l’addetta stampa Valentina Sala: un gruppo al quale si sono uniti tre giovani ricercatori e formatori, che nelle prossime settimane pubblicheranno altrettanti paper a partire dall’esperienza vissuta.
«Trovarsi nei luoghi in cui i fatti sono avvenuti – sottolinea Daniele Frisco, che per il Consorzio cura le iniziative storiche – è un modo per rendere, esattamente come dice il nome del progetto, “il passato visibile”, qualcosa di vicino e che non deve essere inteso come definitivamente chiuso e distante, bensì indissolubilmente legato al nostro presente e al futuro. Public history significa riuscire a trasmettere tutta la complessità della Storia al grande pubblico, questo attraverso diverse modalità che possono comprendere, accanto a conferenze di divulgazione storica, anche l’utilizzo di produzioni culturali, la visita di un museo o, come in questo caso, un viaggio in luoghi particolarmente simbolici».
Un’esperienza, la permanenza a Coimbra, che non ha soltanto permesso ai partecipanti di conoscere più da vicino i fatti del secolo scorso, ma anche di riflettere su un tema fondamentale della contemporaneità: le politiche della memoria. Numerosi, infatti, i luoghi legati al regime di Salazar ancora presenti per le strade di Coimbra, talvolta privi di una corretta contestualizzazione storica. Ne sono esempi la statua dedicata agli eroi d’Oltremare realizzata durante la guerra coloniale in omaggio ai soldati portoghesi che combattevano per il regime nelle colonie, oggi ugualmente centrale nell’omonima Praça dos Heróis do Ultramar, o la sede della polizia politica dell’Estado Novo, attualmente trasformata in hotel. Necessario, come ha più volte sottolineato il professore dell’Università di Coimbra João Paulo Avelãs Nunes nel corso della visita, lavorare per una politica della memoria che sappia fare i conti con il passato, aumentandone la conoscenza e garantendo una maggiore consapevolezza anche del nostro presente, proprio com’è intento del progetto.