Parco del Curone, il Cai di Calco esprime preoccupazione: "Rischio overtourism"
Diversi i punti toccati dalla lettera della sezione del Club Alpino che vanta una quarantennale storia di manutenzione e ripristino dei sentieri del Monte di Brianza
Nella spinosa vicenda della successione di Marco Molgora (che ha presentato le sue dimissioni dopo i veleni e le polemiche montati con la candidatura di Giovanni Zardoni da parte delle Amministrazioni di centrodestra) alla presidenza del Parco del Curone, anche il Cai di Calco è intervenuto esprimendo non poca preoccupazione per il futuro dell'ente.
Parco del Curone, la lettera del Cai
Pubblichiamo integralmente la lettera del Cai.
Il Club Alpino Italiano – sezione di Calco, associazione che ha una quarantennale storia di manutenzione e ripristino dei sentieri del Monte di Brianza - il cui territorio è ora in parte all’interno del Parco di Montevecchia e della Valle del Curone - sta seguendo con estrema attenzione, e non senza preoccupazione, le vicende politiche che in questi giorni stanno interessando il futuro dell’Ente Parco.
Il Cai di Calco è sempre stato attivo e propositivo sostenitore di una forma di tutela per il Monte di Brianza; per questo motivo abbiamo accolto con estrema soddisfazione il conferimento di parte del suo territorio (nei comuni di Olgiate Molgora, Airuno e Valgreghentino) all’interno del Parco. La volontà di tutela di questi territori non è solo frutto di convinzioni locali, ma è anche una precisa e definita linea politica dettata dal Club Alpino a livello nazionale per cui, secondo il Bidecalogo, risultano di fondamentale importanza le reti delle aree protette, Parchi, SIC, ZPS, e per cui debba essere dedicata particolare attenzione ai corridoi ecologici onde evitare il formarsi di barriere antropiche che compromettano il collegamento territoriale tra le aree protette ed il libero passaggio delle specie. Siamo convinti quindi che il principale scopo di un Parco debba essere quello della TUTELA AMBIENTALE del suo territorio, un concetto a nostro parere assoluto e non negoziabile. In un’area verde di così limitate dimensioni, come quella del nostro Parco, area incastonata in un contesto notoriamente iper urbanizzato ed iper antropizzato, la conservazione dell’elemento naturale deve essere mantenuta il più possibile, soprattutto se vi siano presenti criticità come l’eccessiva frequentazione antropica dovuta al fenomeno dell’ “overtourism”, fenomeno particolarmente invasivo in alcuni periodi dell’anno. Impensabile quindi pensare di ridurre o limitare le azioni di tutela, come sembra esser stato prospettato, salvo fraintendimenti, da qualche amministratore.
Per tutto ciò, in vista della scelta di chi dovrà guidare il Parco, dichiariamo la nostra disponibilità, assieme alle altre associazioni che operano sul territorio, ad incontrare i sindaci, i candidati alla presidenza e gli altri amministratori del Parco per confrontarci su queste tematiche, poiché riteniamo sia utile a tutti prendere in considerazione anche i pareri ed i possibili contributi che possono venire dalle associazioni e da tutti quei volontari che gratuitamente prestano la propria opera nel territorio del Parco, in considerazione poi del fatto che, come si apprende dalla stampa, un’interlocuzione simile con altri soggetti, come le aziende agricole, sia già avvenuta. Noi siamo pronti, da subito.
Vogliamo concludere porgendo i nostri più sentiti ringraziamenti a Marco Molgora, presidente dimissionario, per il grande lavoro svolto in questi anni assieme al dott. Cereda e agli altri tecnici, e soprattutto per il grande risultato ottenuto con l’approdo del Parco sulle difficili sponde del Monte di Brianza.