Futuro appeso a un filo

Salumificio Vismara, c'è un'offerta per le aree dismesse. Anche per l'azienda?

Come scritto in esclusiva dal Giornale di Merate di questa settimana, il concordato preventivo presentato nel 2021 è stato annullato per inadempienze, ma ne è stato presentato uno nuovo. Dura la relazione del commissario sulla famiglia Ferrarini

Salumificio Vismara, c'è un'offerta per le aree dismesse. Anche per l'azienda?
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Un'offerta per le aree dismesse della vecchia fabbrica della Vismara di Casatenovo. Ma, pare, anche per rilevare il salumificio che, come scritto in esclusiva dal Giornale di Merate di questa settimana, si è visto annullare il concordato preventivo omologato nel 2021 per inadempienze. Ma che ne ha appena presentato uno nuovo, proprio perché confida nell'acquisizione da parte di un nuovo soggetto.

Vismara, offerta per le aree dismesse

Un acquirente per le aree dismesse del centro di Casatenovo c'è veramente e, almeno stando alla relazione del commissario giudiziale della Vismara Franco Cadoppi, di recente avrebbe anche presentato «una proposta irrevocabile di acquisto».

Le sorti del salumificio Vismara, il cui destino è appeso a un filo (come spiegheremo in seguito) non hanno insomma solo una valenza sociale e storica per Casatenovo, ma si intrecciano anche con il futuro urbanistico del paese.

A parlare di un papabile acquirente per gli immobili che ospitarono per decenni il salumificio era stato la scorsa estate il vicesindaco Lorenzo Citterio, ma comprensibilmente sulla vicenda l’Amministrazione non si è mai veramente sbilanciata.

ex vismara

Lo ha fatto, in parte, il commissario giudiziale, che nella relazione presentata al giudice di Reggio Emilia ha ripercorso il suo operato dal 2021 a oggi, concludendo così: «Ci siamo confrontati sul contenuto dell’unica proposta irrevocabile di acquisto pervenuta di recente per adeguarla alle prassi e necessità di una procedura di vendita competitiva».

Annullato il concordato del 2021

E’ una situazione estremamente delicata, invece, quella del salumificio Vismara e dei suoi 150 lavoratori, che continuano a nutrire la speranza di potersi salvare pur in uno scenario a tinte foschissime, come è emerso dalla relazione che il commissario giudiziale Franco Cadoppi ha inviato il 4 novembre al giudice del tribunale di Reggio Emilia Nicolò Stanzani Maserati, che a metà ottobre ha dichiarato risolto il concordato preventivo del 2021 «per inadempimento del debitore». Cioè lo storico salumificio di Casatenovo.

Le cause esterne

Nel riepilogo degli eventi degli ultimi tre anni, Cadoppi ha individuato una serie di ragioni esterne e interne all’azienda che hanno portato allo stato attuale delle cose.

Già nel 2021 era giunto un reclamo da parte di un fornitore di energia creditore contro l’omologa del concordato; sempre lo stesso anno Vismara ha subito i contraccolpi degli aumenti delle materie prime, con una crescita dei costi definita «violenta» soprattutto nel 2022, con un margine operativo lordo negativo di quasi 2,9 milioni di euro, peggiorato ulteriormente nel 2023, esercizio in cui l’azienda «ha registrato ancora una grave perdita finanziaria»; nel dicembre 2022 a infliggere un colpo durissimo alle sorti del salumificio ci aveva pensato la condanna del tribunale di Lecco a pagare una somma di 13 milioni di euro a Intesa San Paolo, provvedimento poi sospeso e rinviato al tribunale di Venezia, specializzato in materie d’impresa.

La finanza «creativa»

Relativamente a quest’ultima vicenda, è inquietante quanto rilevato dal commissario.

«Le somme che Intesa San Paolo pretende derivano da operazioni finanziarie del gruppo Ferrarini compiute prima del 2018 con l’assistenza di Veneto Banca - si legge nella relazione - La rilettura dei flussi finanziari ha evidenziato che esse non avevano l’esclusivo scopo di finanziare le attività commerciali del gruppo, bensì anche quello di sostenere i corsi delle azioni della banca».

 Un momento della celebrazione dei 125 anni dell'azienda

E ancora: «I finanziamenti al gruppo industriale finivano in parte non secondaria nella disponibilità di membri della famiglia Ferrarini per essere impiegati ad acquistare azioni della banca (cosiddette operazioni baciate)».

Le cause interne

Ma il piano concordatario, che come ha scritto il commissario «puntava a rendere Vismara indipendente dalla controllante entro un paio d’anni dall’omologazione» e «non è mai veramente decollato», è naufragato anche per fattori interni legati principalmente ai rapporti tesi tra la famiglia Ferrarini e il gruppo Pini che ne ha rilevato l’(ex) impero industriale.

«Ne sono derivati 5-6 mesi in cui l’attenzione dell’organo amministrativo di Vismara si è concentrata più sui conflitti con il nuovo soggetto economico anziché sulla gestione dell’impresa» scrive Cadoppi al giudice, individuando sempre nei rapporti «deteriorati» le dimissioni in massa di tutti i Ferrarini dal Consiglio d’amministrazione dell’azienda di Casatenovo, oggi presieduto da Angelo Rodolfi.

Alessio Carparelli - Comandante Provinciale dei Carabinieri di Lecco Plinio Agostoni - Presidente Confindustria - Lecco-Sondrio Gian Mario Fragomeli - Consigliere regionale di Regione Lombardia Lisa Ferrarini - Presidente del Gruppo Ferrarini Giacomo Zamperini - Presidente della Commissione speciale Valorizzazione e tutele dei territori montani e di confine e Consigliere regionale di Regione Lombardia
 Un momento della celebrazione dei 125 anni dell'azienda

Gli scenari futuri

Proprio il taglio netto con la famiglia Ferrarini è uno dei cardini della nuova richiesta di concordato preventivo, presentata dall’azienda nei giorni immediatamente successivi alla risoluzione di quello precedente e in attesa dell’omologa, per la quale potrebbero volerci fino a 60 giorni.

Una mossa compiuta innanzitutto per mettere Vismara al riparo da istanze di fallimento che avrebbero potuto essere presentate da qualche creditore, con il rischio di chiusura dello stabilimento a stretto giro, ma anche per provare a salvare l’azienda e i suoi 150 dipendenti. Sul fronte dei sindacati le bocche sono cucite e nessuno si lancia in dichiarazioni: è certo però che da tempo, con una certa regolarità, i dipendenti vengono aggiornati sull’evolversi della situazione con apposite assemblee.

La grande speranza è principalmente una, ovvero che Vismara venga rilevata da un nuovo soggetto che si sarebbe fatto fatto avanti di recente. Non è noto però di chi si tratti, quanto siano serie le intenzioni e soprattutto se l’interesse riguardi la totalità della produzione attuale del salumificio di Casatenovo o una parte di essa. E’ poco, ma è comunque qualcosa.

Matteo Scerri

 

 

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