Molgora: "Sì al fotovoltaico, ma tutelando i Parchi"
Il presidente del parco di Montevecchia e della Valle del Curone e referente del coordinamento dei Parchi lombardi ha scritto alla Regione
Coniugare correttamente transizione energetica e tutela dell’agricoltura e dei Parchi.
Sono questi i principi su cui si basa la lettera scritta a Regione Lombardia nei giorni scorsi da Marco Molgora, presidente del Parco di Montevecchia e della Valle del Curone e referente del coordinamento dei Parchi lombardi, in merito all’identificazione delle aree idonee e non idonee destinate alla realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili.
Molgora scrive alla Regione sul fotovoltaico
Molgora, nel suo ruolo, ha partecipato alla seduta di avvio del percorso partecipato proposto da Regione, presentando le proprie istanze e impegnandosi a fornire proposte concrete di modifica del testo base della proposta di legge regionale. Questo perché si vogliono tutelare prati, campi e aree agricole, pur tenendo presente la necessità di trovare spazio per il posizionamento di fonti rinnovabili, risorsa importante per il futuro del territorio.
"Paesaggio e agricoltura vanno tutelati"
«Durante il confronto sul tema, abbiamo potuto rilevare una notevole pressione da parte di aziende che operano nel settore del fotovoltaico affinché ci sia un allentamento dei vincoli per la posa di impianti a terra su terreni agricoli e per la posa di impianti agrivoltaici - ha spiegato Molgora - Come presidenti dei Parchi lombardi abbiamo unanimemente deciso di opporci con determinazione a tali ipotesi, ritenendo che la tutela dell’agricoltura, delle politiche di autosufficienza alimentare, la difesa della bellezza e del paesaggio siano elementi imprescindibili nelle politiche di governo dei Parchi».
L'appello ai consiglieri regionali
Molgora ha sottolineato nella sua richiesta, inviata anche ai consiglieri regionali Mauro Piazza, Gian Mario Fragomeli e Giacomo Zamperini, il doppio valore delle aree agricole, che non possono essere considerate soltanto un puro elemento economico: «Sono invece elementi fondamentali del paesaggio, delle tradizioni, della cultura e del sistema delle imprese nate grazie all’esistenza dei Parchi. Nei nostri territori si trovano numerosissime aree produttive, urbanizzate, spesso dismesse, che potrebbero essere utilizzate in modo positivo per la realizzazione di nuovi impianti da fonte energetica rinnovabile, senza compromettere le aree agricole e le aree tutelate. Per tutte queste ragioni chiediamo ai consiglieri regionali di farsi carico delle nostre preoccupazioni e di sostenere una proposta che sappia coniugare i bisogni dell’industria energetica con i diritti dei territori e dei cittadini che fruiscono della bellezza e della natura, che è stata salvaguardata grazie a una visione lungimirante di Regione Lombardia».
Proprio alla Regione, infatti, Molgora e Marzio Marzorati, presidente del Parco Nord Milano e coordinatore Federparchi Lombardia, chiedono «una mappatura delle aree dismesse e da recuperare presenti nei confini, individuando le priorità di intervento e prevedendo una dotazione economica significativa grazie alla razionalizzazione degli investimenti in campo energetico, di bonifica e di tutela».
E nel solo Parco del Curone ce ne sarebbero, basti pensare all’area della ex Fornace di Bagaggera, abbandonata da decenni.