Gli incentivi possono rilanciare l’auto
Boiani: "Finalmente il Governo sembra aver capito che non poteva limitarsi a favorire l’elettrico"
Nell’automotive regna l’incertezza. Dopo il preoccupante calo delle vendite del 51,62% registrato nel periodo gennaio-maggio, a giugno c’è stata una ripresa con un arretramento che ha sfiorato “solo” il 27%. Adesso, però, il Governo sembra deciso a mettere in campo incentivi anche per gli Euro 6 e questo sta generando qualche speranza tra gli operatori del settore, come sottolinea Giorgio Boiani, 58 anni, lecchese, presidente del Consorzio Doc di Briosco: «Il forte calo dei primi cinque mesi dell’anno era giustificato dai due mesi di lockdown, mentre per giugno ci si aspettava un graduale ritorno alla normalità, che non c’è stato», esordisce Boiani con una certa preoccupazione.
Adesso, però, la Camera ha approvato gli incentivi anche per le auto Euro 6. Un provvedimento più volte sollecitato dal settore automotive. Cosa ne pensa?
«Finalmente il Governo sembra aver capito che non poteva limitarsi a favorire l’elettrico che rappresenta solo l’1,2% del mercato. Introdurre gli incentivi per l’acquisto di auto Euro 6 significa ridurre il parco mezzi inquinanti – vista la presenza di tanti Euro 3 e Euro 4 - incentivare la vendita di auto che le concessionarie hanno ferme sui piazzali, e rimettere in moto la produzione delle case automobilistiche per riattivare una filiera strategica per il Paese e che vale l’11% del Pil. Il provvedimento, però, non è ancora stato approvato, manca il via libera del Senato che dovrebbe avvenire il 18 luglio, e questo genera incertezza».
In che senso?
«L’andamento del mercato di giugno si deve proprio a questo fattore, chi aveva intenzione di cambiare auto, ovviamente, ha deciso di aspettare. Lo dico con cognizione di causa perché, soprattutto nel mese di giugno, ha visitato fisicamente molti concessionari e tutti mi hanno riferito che hanno registrato un’affluenza importante nei loro saloni e che le richieste di preventivi fatti online hanno superato quelle del giugno 2019. La volontà di cambiare auto c’è, ma prima di formalizzare l’acquisto il cliente giustamente vuole capire con precisione come finirà la partita degli incentivi».
Le premesse sembrano interessanti…
«Sì, ma i vantaggi ipotizzati mi sembrano molto modesti rispetto agli incentivi che hanno introdotto in Germania e Francia; questo almeno è un primo passo, un primo segnale concreto nei confronti dell’automotive. Se la partita degli incentivi si chiuderà rapidamente probabilmente registreremo un agosto anomalo. Solitamente le concessionarie chiudono almeno un paio di settimane, ma in vista di questa novità molti stanno pensando di non chiudere o di farlo per un periodo breve nel tentativo di invertire la tendenza negativa del mercato».
Con gli incentivi si riuscirà a recuperare il gap dei primi sei mesi?
«Difficile, forse impossibile, però potremmo chiudere un anno meno drammatico. Certo capire cosa succederà da settembre in avanti non sarà facile».
Il Consorzio Doc è un’eccellenza, una bella realtà nata nel 2001 specializzata nella vendita di ricambi originali alle concessionarie ufficiali, alle officine e alle carrozzerie delle province di Monza e Brianza, Como, Lecco e Sondrio. Doc occupa 25 addetti e nel 2019 ha chiuso il bilancio con un fatturato aggregato di 63 milioni di euro e si avvale di un CdA nel quale sono coinvolte 10 delle 65 concessionarie delle quattro province nelle quali opera. Anche voi avete registrato un calo superiore al 50% come avvenuto per le concessionarie?
«L’impatto della pandemia nelle officine e nelle carrozzerie è stato inferiore, il calo medio è stato di poco inferiore al 25% che contiamo di ridurre entro la fine dell’anno a un 10%. Se il cliente non cambia l’auto, magari decide di fare qualche controllo in più in officina o in carrozzeria».
Qual è lo stato di salute del Consorzio Doc?
«Non sta a me dirlo. Il bilancio 2019 ha registrato una crescita del fatturato e una riduzione dei costi: spero che i soci siano soddisfatti e soprattutto che nel 2021 possano festeggiare nel migliore dei modi i vent’anni di questa bella storia. Una realtà che fa parte a pieno titolo di Asconauto che serve oltre 1.000 concessionarie italiane e 23.500 officine con una flotta privata di 350 mezzi e 120 commerciali. Oggi Asconauto rappresenta la logistica privata più importante del Paese, una realtà consortile al servizio delle concessionarie».