BRIVIO

La nuova vita di Federica Dozio, atleta e studentessa in Texas: "Qua pensano tutto in grande"

La 21enne di Beverate si trova da fine agosto nella contea di Tom Green: "Mi hanno offerto una borsa di studio su Instagram, sono esperienze che non ti ricapitano"

La nuova vita di Federica Dozio, atleta e studentessa in Texas: "Qua pensano tutto in grande"
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La vita che ti cambia in un click. Deve essere andata più o meno così a Federica Dozio: 21 anni, una vita normalissima fino a quest’estate, avvolta dalla sua passione più grande – l’atletica con i suoi lanci – e dai primi lavori. Fino a quest’estate, appunto, quando un messaggio lasciato nel suo “direct” di Instagram le ha scompaginato il resto delle giornate.

La nuova vita di Federica Dozio

La ragazza di Beverate di Brivio, portentosa lanciatrice dell’Atletica Lecco Colombo, si trova da alcune settimane a San Angelo, nel Texas, nella contea di Tom Green. “Sono qua dal 21 agosto – racconta Federica – Fondamentalmente sono qua per cercare di studiare ingegneria civile e praticare atletica. Tutto è nato dall’allenatrice di lanci della Angelo State University che mi ha contattato su Instagram offrendomi una borsa di studio. All’inizio non ho risposto perché credevo fosse qualcosa di strano, fatto sta che dopo non aver risposto a due suoi messaggi alla terza occasione mi ha riscritto con il profilo dell’università. Mi son detta che forse allora era qualcosa di serio e così ho parlato con lei e dopo qualche giorno ho accettato. L’ho fatto principalmente per l’atletica e comunque è un’esperienza: ho la fortuna di avere una borsa di studio completa, qui praticamente ho pagato solo il volo e sono quelle di occasioni che se non le prendi non ti ricapitano. Se fossi rimasti in Italia non so se avrei continuato con l’atletica, probabilmente sì ma avrei anche messo come priorità il lavoro, qui invece è il contrario: viene prima l’atletica e poi lo studio. Dovrei restare qui per nove mesi, ovviamente tutto dipenderà anche dai risultati sportivi. Come l’hanno presa in famiglia? Mia mamma non voleva venissi qui, ma si è tranquillizzata, papà invece mi ha spinto per accettare. I miei fratelli Elisa e Matteo sono tranquilli, ci sentiamo tutti i giorni”.

Federica Dozio, a destra, con l'amica Benedetta

La routine scivola via tra lezioni e sessioni di allenamento. “Vivo fuori, a dieci minuti dal campus, in un appartamento con altre due ragazze. Le mattine si fa lezione mentre prima delle due di pomeriggio sono al campo: il sole è cocente e sono abbastanza abbronzata. Spero che arrivi al più presto il freddo, un po’ le mie montagne mancano – dice sorridendo – Il mio capo allenatore è Thomas Dibbern, mi segue sulla parte di giavellotto e inoltre mi alleno anche nel peso. Mi hanno chiesto se avrei voluto fare le prove multiple ma ho detto di no perché è vero che le facevo da più piccola alla Virtus Calco ma il mio focus è continuare a lavorare sul giavellotto e il peso. La prima parte di allenamento avviene in pista, facciamo riscaldamento con le palle mediche o altri esercizi, la seconda invece in palestra e io non ero abituata. Inoltre ci alleniamo con i saltatori e i velocisti al lunedì, Tom (Dibbern, ndr) vuole così: io praticamente corro e muoio (ride, ndr). Insieme siamo un bel gruppo, ognuno ha una sua specialità forte: sono l’unica giavellottista della squadra. La stagione invece dovrebbe iniziare tra qualche settimana, avremo sia la stagione invernale che quella primaverile: ci sposteremo con l’aereo per andare da uno stato all’altro, le gare saranno il venerdì e il sabato”.

La pista di atletica dove si allena

Qual è la cosa che più ti ha colpito? “Qua pensano tutti in grande. Dalle macchine ai supermercati, alle decine di palazzi per studiare le singole materie e al modo di vivere. Però poi in fondo gli americani, presi singolarmente, sono molto timidi: io e la mia amica Benedetta, che ho conosciuto qui dato che fa tennis, siamo quelle che conosciamo più persone, ci piace parlare un po’ con tutti e fare amicizie. E poi qui l’atleta viene visto come un personaggio famoso, addirittura ci hanno consegnato una maglietta di rappresentanza e una volta ci hanno chiesto il selfie: siamo crepate dal ridere”.

Tutto bello, in fondo, tranne una cosa. “Il cibo. Per fortuna mi cucino in casa, la prima volta che sono andata in mensa ho visto cose assurde. Mangiano tutto piccante, anche il riso in bianco, di prima mattina. Insieme a “Bene” sto insegnando a cucinare italiano a un gruppo di ragazzi americani: un piccolo grande passo. Un giorno hanno provato il mio risotto con le zucchine e adesso mi chiedono di ripeterlo ogni volta che ci vediamo”.

Michael Tassone

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