Storie di fede

«Ero ateo, poi la chiamata»: intervista al diacono Amilkar

Amilkar Ramirez, meratese di 32 anni, originario dell’Ecuador, sabato 5 ottobre sarà ordinato diacono in Duomo

«Ero ateo, poi la chiamata»: intervista al diacono Amilkar
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«Ero ateo, ora sono figlio di Dio». Amilkar Ramirez, meratese di 32 anni, originario dell’Ecuador, sabato 5 ottobre sarà ordinato diacono in Duomo, a Milano, e si racconta in un'intervista rilasciata al Giornale di Merate.

«Ero ateo, ora sono figlio di Dio»: intervista al diacono Amilkar

Sabato 5 ottobre l'Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, ordinerà diaconi 12 seminaristi. Trascorsi otto mesi, il prossimo 7 giugno 2025, gli stessi diventeranno sacerdoti. Tra loro c’è anche il meratese Amilkar Ramirez, origini ecuadoregne di Guayaquil, 32 anni in buona parte trascorsi lontano dalle logiche della Chiesa. «Sono cresciuto in una famiglia cristiana - racconta - Da piccolo ho anche ricevuto tutti i sacramenti, ma intorno ai 14 anni, come succede a tanti adolescenti, mi sono allontanato da tutto fino a diventare convintamente ateo».

Amilkar Ramirez, 32 anni, di Merate, sabato 5 ottobre diventerà diacono

E' da qui, anche se potrebbe sembrare un paradosso, che inizia la storia del neo diacono meratese, futuro sacerdote conosciutissimo in parrocchia per la sua collaborazione durante le Messe, in particolare in oratorio al fianco di don Davide Serra.

Senza la convinzione che Dio nemmeno esiste, maturata nello stesso periodo in cu si trasferì in Italia per ricongiungersi ai genitori, nel 2006, nella speranza di un futuro migliore, senza gli studi turistici frequentati all'Istituto Fumagalli di Casatenovo e poi abbandonati, senza gli anni trascorsi a lavorare come operaio o come muratore, senza la relazione con la sua ex fidanzata, lasciata per intraprendere il percorso in seminario, quella di Amilkar Ramirez non sarebbe la storia di fede che è oggi.

«Per alcuni anni ho fatto diversi lavori, tra cui operaio e muratore»

«Lasciai il Fumagalli perché non trovavo grandi stimoli in quello che stavo facendo, preferivo andare a lavorare e così ho fatto - prosegue il 32enne - Per alcuni anni ho fatto diversi lavori, tra cui operaio e muratore. A un certo punto decisi di iscrivermi a una scuola serale, a Cinisello Balsamo, ma anche in quel caso dopo un po' tornai solamente a lavorare. Si può dire che tutto cambiò quando diedi ascolto a mia madre che quasi arrivò ad assillarmi allo sfinimento perché partecipassi a un ritiro spirituale che si teneva, e si tiene ancora, nella Parrocchia dei Migranti di Santo Stefano Maggiore a Milano».

A cambiare per sempre le prospettive di Amilkar Ramirez furono alcuni passaggi delle parabole della misericordia. «Ricordo ancora che fu in quel momento che scoprii che un Dio misericordioso mi stava chiamando - racconta ancora il neo diacono meratese - Era un venerdì sera, lo ricordo come fosse ieri. Quella sera stessa mi rivolsi a Dio, ricordo le parole esatte: “Se esisti dimmelo perché io non so chi sono”. Il giorno dopo, durante un momento di riflessione e condivisione, un sacerdote ci lanciò una sorta di provocazione. “Chiedetevi: chi sono io?” disse. Fu in quel momento che capii davvero chi ero: sono un figlio di Dio che ha bisogno di essere amato».

L'intuizione spirituale

Quella che in gergo viene chiamata «intuizione spirituale», a Ramirez arrivò in quelle ore. «Una volta compreso ciò che volevo, cercai di capire cosa Dio voleva da me - prosegue - Furono le parole del mio padrino di Cresima a farmelo capire. Un giorno disse: “Prendi la croce, rinnega te stesso e seguimi”. Queste parole continuavano a scuotermi, mi segnavano profondamente. Chiedevo agli amici con i quali avevo iniziato a frequentare più assiduamente la Parrocchia di Santo Stefano se anche loro avvertivano quella sensazione. Capivo che le sentivo diversamente dagli altri».

Di lì a poco Amilkar Ramirez prese sempre più consapevolezza, incominciò un corso vocazionale e, nel 2018, entrò in seminario. «In quello stesso periodo mi lasciai con la mia fidanzata di allora, con la quale frequentavo Santo Stefano - prosegue - Giustamente iniziava a capire che dedicavo più tempo alla Chiesa che a lei. Mi ero scoperto figlio di Dio».

Amilkar Ramirez al centro con gli altri futuri sacerdoti che sabato 5 ottobre verranno nominati diaconi dall'Arcivescovo Mario Delpini

Nel 2018 inizia il percorso di Amilkar Ramirez in seminario suggellato da tante esperienze, tra cui le collaborazioni con le parrocchie di Merate, ma anche - ad esempio - di Verano Brianza e a breve quella di Besana Brianza (dalla quale è appena arrivato il nuovo parroco meratese don Mauro Malighetti), e ovviamente l’ammissione agli ordini sacri arrivata dopo tre anni di seminario, nel settembre del 2021.

Ora, tre anni dopo, il traguardo del diaconato e («se Dio vorrà» ci tiene a precisare) il prossimo giugno quello di sacerdote, con un obiettivo preciso. «Rimasi colpito il giorno del mio ingresso in seminario dalle parole dell’Arcivescovo Delpini, che ragionò sul concetto di “Chiesa delle genti” - conclude Ramirez - E’ chiaro che avendo frequentato molto la Parrocchia di Santo Stefano, essendo stato io stesso nel 2006 un immigrato, il mio punto foscale vuole essere rivolto ai migranti, ai poveri e agli emarginati. Credo fortemente in una Chiesa al servizio di tutti».

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