Quando Totò Schillaci fu testimonial della Brianza in riva all'Adda
L'indimenticato eroe di Italia 90 è morto questa mattina: nel 2015 sposò la causa dei fratelli Bandelli, che presentarono la linea dei loro braccialetti al ristorante Toscano di Robbiate, con vista sul ponte di Paderno
La notizia della morte di Totò Schillaci, indimenticato eroe della Nazionale nel Mondiale di Italia 90, ha rattristato tantissimi appassionati del mondo del calcio.
C'è un aneddoto che lega il bomber palermitano, scomparso nelle scorse ore all'età di 59 anni, alla Brianza: nel 2015 infatti i fratelli Franco e Raimondo Bandelli, imprenditori meratesi titolari della Bandelli Line di Aicurzio, lo scelsero come testimonial della loro nuova linea di braccialetti dedicati alle squadre di calcio. Linea presentata in esclusiva al ristorante Toscano di Robbiate, con vista sul suggestivo ponte San Michele di Paderno.
Totò Schillaci e l'amicizia con la Brianza meratese
Era il 9 ottobre 2015 quando Schillaci, reduce da una partita tra vecchie glorie del calcio giocata in Russia, aveva fatto tappa nel Meratese per sposare la causa dei fratelli Bandelli che lo aveva eletto testimonial per la nuova linea di braccialetti dedicati alle squadre di calcio. "A lungo abbiamo pensato a una persona che potesse mettere d'accordo tutti i tifosi di calcio. Poi ci è venuto in mente Totò Schillaci, un calciatore al quale tutti noi italiani siamo grati per averci fatto sognare a suon di gol in quei mondiali che tutti ricordiamo. Abbiamo provato a contattarlo e ci è bastata una telefonata per scoprire che il valore del giocatore è pari a quello dell'uomo: disponibile simpatico, una bella persona" ci avevano raccontato gli imprenditori meratesi Franco e Raimondo Bandelli.
Quello organizzato al Toscano non era stato solo un pranzo di lavoro, ma una chiacchierata tra amici: oltre ai due imprenditori e alla stella palermitana c'erano anche il figlio di Totò, Mattia, all'ep0oca 25enne, nato proprio nel giugno del 1990 mentre il padre gonfiava le reti degli stadi italiani e conquistava il titolo di capocannoniere dei mondiali.
Si era parlato dell'azienda Bandelli, della nuova sfida «made in Brianza» dei due fratelli che ad Aicurzio aveva dato vita un anno e mezzo prima a una piccola realtà alla quale però già collaboravano circa 25 dipendenti.
Proprio nel Meratese era stata presentata la linea di braccialetti dedicati alle tre principali squadre di calcio italiane (Juventus, Milan e Inter). Ma ea stata soprattutto la giornata di Totò, dei suoi racconti di una vita sui campi di calcio di tutto il mondo, dei suoi divertenti aneddoti raccontati sempre con il sorriso sul volto.
"Sono contento di essere qua per sposare il progetto dei fratelli Bandelli e anche per gustarmi un po' questa bella Brianza che avevo solo assaporato ai tempi dell'Inter. All'epoca vivevo a Cernobbio, non amavo vivere nel caos di Milano, e spesso mi capitava di fare un giro anche in queste zone: mi sono sempre piaciute, sono rilassanti e silenziose. Proprio l'opposto della mia “Palemmo” che amo comunque con tutto il cuore" ci aveva confidato Schillaci.
Al suo fianco l'inseparabile Mattia, il primogenito incaricato dal padre di gestirgli i social network, che aveva raccontato un Totò versione papà del tutto inedita a chi lo ha sempre visto con maglietta e scarpini. "E' una persona che ama rilassarsi ma allo stesso tempo premuroso e determinato. E' stato non per niente il primo europeo ad andare a scoprire il campionato giapponese: mi ricordo che ogni volta che tornava a casa mi portava giocattoli e oggetti di tutti i tipi che non avevo mai visto prima. Del Giappone gli è rimasta sicuramente una grande passione: il sushi. E quando usciamo a mangiare vuole sempre andare a mangiare giapponese, persino a Palermo".
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