INTERVISTA ESCLUSIVA

Oney Tapia, il giorno dopo l'oro: "Sono ancora frastornato, questa medaglia è il riscatto di tante cose"

Il lanciatore di Sotto il Monte: "Ringrazio il mio paese e tutte le persone che mi hanno sostenuto, anche chi si è fidato di me nei momenti più difficili. L'Inno di Mameli è indescrivibile"

Oney Tapia, il giorno dopo l'oro: "Sono ancora frastornato, questa medaglia è il riscatto di tante cose"
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Un lampo nel buio. Oney Tapia squarcia il cielo grigio e cupo che una parte del suo animo custodiva da mesi ormai. La squalifica per un anno lontano dalla sua pedana e un debutto parigino a cinque cerchi non fortunato, con un settimo posto nel getto del peso che avrebbe sfiancato chiunque. Ma non Tapia, la sua flemma latina e quel senso innato di resilienza. Di chi, ripartendo ancora una volta dal fondo, ha scoperto nuovi orizzonti.

Oney Tapia, l'intervista dopo la medaglia d'oro

Parigi 05 Settembre 2024
Paralimpiadi Parigi 2024
XVII Giochi Paralimpici
Atletica
In photo: 0509 ATLETICA DISCO TAPIA ONEY Ph Eva Pavía
Ph Eva Pavía/CIP

L'emozione per l'oro paralimpico nel lancio del disco è ancora tangibile. Tutto vissuto in poche ore, dalla realizzazione dell'impresa sportiva alla premiazione. Lui, con l'Inno di Mameli e l'Italia a fare il tifo per lui. Con un pezzo di Bergamo, Sotto il Monte e tutte le persone che l'hanno sempre sostenuto. "Sono ancora rintronato - ci racconta sorridendo il giorno dopo al telefono - Lo stadio, tutto quel rumore, mi ha creato non pochi problemi. Adesso sono in ripresa. Non ho ancora realizzato niente, ma sono felice e contento. E' un risultato che ho ricercato e voluto, ho lottato e sudato: lo aspettavo da tempo".

Guai però a parlare di consacrazione. "La medaglia d'oro è il coronamento di tutto il lavoro fatto, la conferma che quando il lavoro c'è ed è forte alla fine ti ripaga. La dedico a tutte le persone che si sono fidate di me, hanno scommesso su di me e io sono riuscito a ripagarle di tutto questo". Una medaglia che riflette alla luce il senso del riscatto. "Dopo la squalifica e il settimo posto di lunedì scorso mi sentivo a terra, questo primo posto vale tante cose. Mi sono rialzato ancora una volta".

La forza del suo sorriso, caricandosi su quelle spalle rocciose tanta umanità, che ha ricevuto dalla "sua" gente. "Grazie a chi mi ha dato una mano quando le porte mi sono state chiuse: da Gianluigi Verga che mi ha aiutato a farmi allenare nel campo di Terno d'Isola, a Grazia Frasca e Riccardo Paganessi. Mi hanno aiutato molto. Mando un forte saluto a Sotto il Monte".

L'intervista completa vi aspetta in edicola da martedì 10 settembre sul Giornale di Merate

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