Intervista

Don Mauro si presenta: «La comunità non si limita ai credenti»

Oggi, domenica 1 settembre, è il suo primo giorno a capo della parrocchia di Sant'Ambrogio

Don Mauro si presenta: «La comunità non si limita ai credenti»
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Don Mauro Malighetti è il nuovo parroco di Merate. Oggi, domenica 1 settembre, il suo primo giorno ufficiale a capo della parrocchia di Sant'Ambrogio e la celebrazione delle prime messe.

In settimana, poco prima del suo arrivo, il prevosto originario di Lecco si era prestato a rispondere a qualche domanda per presentarsi ai meratesi con un po' di anticipo.

Don Mauro si presenta: «La comunità non si limita ai credenti»

S’intuisce subito, dal piglio con cui risponde alle domande ma anche e soprattutto dal fatto che sembra lasciare il suo incarico precedente con qualche piccolo rimpianto («le cose da fare non erano finite»), che don Mauro Malighetti non è certo un prete abituato a starsene rinchiuso in canonica.

L’Arcidiocesi di Milano, con comunicazione a firma del vicario episcopale di Lecco Gianni Cesena, lo scorso maggio aveva annunciato infatti che dal 1° settembre sarebbe diventato parroco a Merate al posto di don Luigi Peraboni, in città dal 2012 e destinato a sua volta a Cassina De’ Pecchi, dove assumerà l'incarico di responsabile della Comunità pastorale Maria Madre della Chiesa. Dopo Luino, dove prese servizio come vicario dal 1988 (anno della sua ordinazione sacerdotale) fino al 2000, quindi Milano (parrocchia di Sant'Andrea), Primaluna e Besana Brianza, per il prevosto originario di Lecco, classe 1963, si apriranno per lui le porte della Parrocchia di Sant'Ambrogio. Sarà anche, come lo è stato don Luigi, responsabile legale per le Parrocchie di Novate, Pagnano e Sartirana.

Anzitutto, come ha preso la notizia di questo nuovo incarico?

Devo dire che lasciare Besana non è stato facile per me. Tanto lavoro era stato fatto, ma ancora qualcosa da completare c’era. Secondo l’arcivescovo a Merate c’era bisogno di me e non potevo che obbedire.

E’ molto legato a Besana?

Quando arrivai nel 2015 il mio predecessore era morto da poco e per un anno le Parrocchie erano state gestite in modo provvisorio. La comunità pastorale era stata avviata pochi anni prima e stava vivendo dei momenti di smarrimento, anche dal punto di vista economico. Sulla scorta della mia precedente esperienza in Valsassina e con l’aiuto dei miei collaboratori, in nove anni siamo riusciti a portare qualche innovazione e sicuramente anche risanare le finanze della Parrocchia. Diciamo che la comunità ha fatto un bel cammino, riuscendo per certi versi a superare anche le autonomie e i campanilismi che c’erano prima.

Ora dovrà invece gestire delle Parrocchie che, per quanto in contatto tra loro, restano autonome. E’ tra i suoi piani proporre di formare una comunità pastorale?

Le comunità pastorali nascono dal basso, non dai vertici. Sono figlie di un sentire comune che arriva dai fedeli. Perciò no, è quanto di più lontano da me arrivare a Merate e voler impostare da subito delle cose.

Cosa farà, dunque, una volta preso servizio in Parrocchia?

Il primo periodo lo dedicherò sicuramente ad ascoltare, vedere e imparare. Cercherò di capire quali sono i bisogni qui. Il 2 settembre è in programma una riunione con il Consiglio pastorale e cercherò di capire quali sono i suggerimenti.

Rispetto a quando giunse a Besana, nove anni fa, arriva in una Parrocchia con i conti più in ordine.

Sicuramente. Non posso che essere grato a don Luigi per quello che ha fatto, specialmente a livello strutturale. Basti guardare com’è stata sistemata la casa parrocchiale.

Immaginiamo abbiate già avuto modo di conoscervi e fare il passaggio di consegne.

Con don Luigi certamente abbiamo fatto già diversi incontri, anche con il vicario, e così abbiamo avuto modo di conoscerci, così come mi sono già confrontato a lungo anche con i sacerdoti delle frazioni. Don Riccardo Sanvito ho avuto la fortuna di conoscerlo a Primaluna, è stato mio vicario per quattro anni. Don Biagio Fumagalli, cappellano dell’ospedale, aveva prestato servizio in passato a Besana e ci incontravamo ogni anno alla festa patronale. Conoscevo meno don Eugenio Folcio, ma so che è molto grintoso. Sarà per me una grazia perché coi tempi che corrono i preti giovani sono sempre meno e occorre valorizzare quelli con più esperienza.

A proposito di preti giovani, ha già conosciuto anche don Davide Serra?

Ho avuto il piacere di fare diverse chiacchierate anche con lui, soprattutto per quanto riguarda la pastorale giovanile. Ci sono da verificare ancora un paio di cosette. Ma direi che in generale uno sguardo ampio sulla Parrocchia penso di averlo dato. Ora, ripeto, non mi resta che dedicare del tempo per conoscere e imparare.

Di lei si dice che ha uno spiccato interesse per l’arte e le proposte culturali. La Parrocchia con lei si farà promotrice di nuove iniziative?

La mia inclinazione per il mondo dell’arte viene forse dal fatto che da ragazzo ho frequentato il liceo artistico. Sicuramente sono convinto che la bellezza permetta all’uomo di superarsi. Perciò qualsiasi proposta culturale, ma anche sociale, che possa diciamo stimolare un dibattito costruttivo sui temi più disparati, con me troverà le porte aperte.

C’è un messaggio che vuole mandare ai meratesi?

In un intervento che ho scritto per il mio arrivo faccio riferimento alla figura del cammino, mettendo in evidenza i passi che servono per intraprenderne uno di comunità. Io ancora non li conosco e attendo di incontrarli presto. Quel che posso dire è che conto sull’impegno di tutti, credenti e non. La comunità è fatta da tutti, non solo dai fedeli.

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