Ponte San Michele e Unesco, il sindaco di Paderno: "Non siamo stati noi a sfilarci..."
Torchio deluso, anche se un lumicino di speranza per il futuro continua a coltivarlo. L'impressione è che sia più semplice parlare la stessa lingua con i tedeschi, i francesi e i portoghesi che non con i bergamaschi...
E' destinata a far discutere la decisione comunicata oggi, mercoledì 24 luglio 2024 da parte di Regione Lombardia, dopo il confronto con il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, di cancellare con un colpo di spugna la candidatura del ponte San Michele a patrimonio dell'Unesco.
Una candidatura alla quale, con tanto di viaggi all'estero in visita ai viadotti "gemelli" in Germania, Francia e Portogallo e di convegni internazionale, si stava lavorando da ben 7 anni.
E se sul fronte caluschese pare non ci si straccino le vesti a fronte di un progetto, quello del nuovo viadotto sull'Adda, annunciato da enti - Ministero e Regione - guidati dallo stesso colore politico dell'Amministrazione-di Michele Pellegrini (di centrodestra con marcata presenza di Lega e Forza Italia), sul fronte meratese la delusione è palpabile.
Ponte San Michele, addio Unesco: la delusione del sindaco di Paderno
"Non siamo stati certi noi a sfilarci dalla candidatura all'Unesco - tiene a precisare Gianpaolo Torchio, sindaco di Paderno - Quest'oggi ci è stata comunicato che il Ministero ritiene incompatibile questo progetto con quello della realizzazione del nuovo ponte e non possiamo che prenderne atto e prendere per vere le motivazioni che ci sono state raccontate oggi. Il Comune di Calusco in ogni caso si è subito sfilato dall'accordo, è dunque evidente che da soli non possiamo fare nulla".
Delusione, insomma, anche perché tra Paderno e Calusco era stata sicuramente la prima Amministrazione ad aver spinto maggiormente sull'acceleratore relativamente a una candidatura che potrebbe rimanere per sempre un sogno nel cassetto.
"La delusione è grande, perché per noi la candidatura del ponte a patrimonio dell'umanità significava un importante tema di sviluppo di tutto il territorio. Avevamo anche ricevuto di recente delle risorse proprio da Regione Lombardia per lavorare a uno studio che portasse avanti la tesi dalla compatibilità tra opere datate e contemporanee, ci stavamo lavorando proprio con Calusco, ma dopo quanto ci è stato comunicato oggi ci tocca fermarci".
Per Torchio l'annuncio del progetto del nuovo viadotto non risolve comunque le questioni sul tavolo.
"Non è certo la candidatura all'Unesco che determina l'impatto sul paesaggio e sull'ambiente della nuova opera, quello rimane un tema assolutamente centrale - ha argomentato Torchio - Abbiamo sì ricevuto alcune rassicurazioni: verrà istituito un concorso d'idee internazionale, l'assessore Terzi ha definito il nuovo ponte come un'opera architettonica contemporanea e questo ci fa piacere. Verranno ascoltate le ragioni della nostra sponda anche dal punto di vista dell'impatto viabilistico: su questo aspetto c'è molto da lavorare ma contiamo di ottenere risultati".
Una candidatura futura?
Tornando alla delusione Unesco, un lumicino di speranza Torchio continua a coltivarlo. "Mi auguro di cuore che il lavoro svolto in questi sette anni non venga dilapidato e che forse, in futuro, si ripresenti la possibilità di poter tornare a dialogare con i nostri interlocutori stranieri per riallacciare i fili di questa candidatura nella quale noi continuiamo a credere".
L'impressione è che sia più semplice parlare la stessa lingua con i tedeschi, i francesi e i portoghesi che non con i bergamaschi...