Il Governo taglia un milione di euro di fondi ai Comuni: 20 sindaci "in rivolta"
"Con questo appello di ALI Lombardia noi Sindaci lombardi, tra cui diversi del lecchese, chiediamo a Governo e Ministero dell'Economia e delle Finanze di ritirare questa misura che, tra le altre cose, va contro non solo il buonsenso ma anche contro quell’idea di autonomia differenziata e federalismo che lo stesso esecutivo della Presidente Meloni rivendica."
"Il Governo Meloni ha confermato il taglio di 200 milioni agli Enti Locali inserito nella Legge di Bilancio. Per i comuni lombardi, come riportato dal Presidente ALI Lombardia Lorenzo Radice sindaco per Legnano, si tratta di un taglio di 47 milioni di euro per il solo 2024 con pesanti ricadute sui servizi per i cittadini. Per il Comune di Lecco significherà 1 milioni di tagli in 5 anni". Ad ufficializzarlo nella serata di ieri, lunedì 15 luglio 2024, è stato il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni.
Lecco: il Governo taglia un milione di euro di fondi al Comune
Per questo motivo, insieme a tanti colleghi sindaci della Lombardia Gattinoni ha voluto sottoscrivere la lettera che ALI Lombardia - Autonomie Locali Italiane ha redatto per chiedere al Governo Meloni di non procedere con il taglio delle risorse ai Comuni previsto. "Non chiediamo che ci siano date risorse aggiuntive, che pure servirebbero - specifica il primo cittadino di Lecco - ma almeno di lasciarci quelle attuali".
Al Governo (la lettera è indirizzata ai ministri dell’Economia e delle Finanze Giorgetti e dell’Interno Piantedosi) i sindaci lombardi chiedono di poter garantire i servizi in essere, come è stato fatto con grandi sacrifici negli ultimi anni, e lo chiedono alla luce di uno scenario inedito, quello originatosi a seguito dell’emergenza pandemica e che ha visto i Comuni intercettare e mettere a terra le risorse a valere sui fondi PNRR.
"I Comuni - aggiunge il primo cittadino di Lecco - stanno vivendo una situazione imbarazzante per la scelta del Governo, il quale taglia e taglierà trasferimenti in spesa corrente agli enti locali. Ciò vuol dire meno soldi per i servizi ai cittadini, soldi su cui ogni Comune contava. Essendo, inoltre, tagli parametrati ai fondi ottenuti dal PNRR, nel nostro caso specifico ci saranno alcuni servizi legati al PNRR che saranno messi particolarmente a rischio: è il caso dell'asilo nido di Bonacina il quale, una volta costruito, potrebbe non avere sufficienti risorse per la sua gestione (es. per assumere e pagare le maestre). La contraddizione palese di questa scelta per gli enti locali è di realizzare opere ma poi di non avere i fondi per farle funzionare. Con questo appello di ALI Lombardia noi Sindaci lombardi, tra cui diversi del lecchese, chiediamo a Governo e Ministero dell'Economia e delle Finanze di ritirare questa misura che, tra le altre cose, va contro non solo il buonsenso ma anche contro quell’idea di autonomia differenziata e federalismo che lo stesso esecutivo della Presidente Meloni rivendica."
A sottoscrivere la lettera al Governo anche diversi sindaci della provincia di Lecco, tra i quali i sindaci di Airuno Gianfranco Lavelli, di Barzanò Gualtiero Chiricò, di Bulciago Luca Cattaneo, di Carenno Luca Pigazzini, di Casatenovo Filippo Galbiati, di Cremella Cristina Brusadelli, di Dolzago Paolo Lanfranchi, di Lomagna Cristina Citterio, di Merate Mattia Salvioni, di Missaglia Paolo Redaelli, di Monte Marenzo Paola Colombo, di Oggiono Chiara Narciso, di Olginate Marco Passoni, di Osnago Felice Rocca, di Paderno d’Adda Gianpaolo Torchio, di Robbiate Marco Magni, di Valgreghentino Matteo Colombo, di Vercurago Roberto Maggi, di Verderio Danilo Villa.
"In questi ultimi anni, infatti, i Comuni hanno affrontato investimenti sulle proprie strutture (scuole, palestre, centri civici e sportivi, ecc.) consapevoli che non avrebbero avuto risorse aggiuntive per la gestione di nuovi servizi e che avrebbero dovuto organizzare i bilanci per essere pronti, dal 2026, ad affrontare una nuova sfida - spiegano da Ali - erogare più servizi senza incremento della spesa corrente. Ma a complicare il quadro, dal 2020 a oggi, per le amministrazioni comunali, sono intervenuti diverse criticità da gestire: un’inflazione galoppante e un incremento dei prezzi per le materie energetiche; gli aumenti contrattuali dovuti al personale comunale e a quello delle cooperative sociali che assicurano gran parte dei servizi sociali, educativi e assistenziali nei sistemi di welfare delle comunità locali e, ultimo ma non meno importante, l’esplosione della spesa sociale nei nostri Comuni, complici l’invecchiamento della popolazione, la crescita della non autosufficienza e, soprattutto, l’infragilimento delle reti familiari, da cui consegue un aumento del carico per servizi di educativa scolastica e per la protezione dei minori. Voci, queste, che stanno drenando dai bilanci risorse impensabili fino a qualche anno fa".