Sul ponte di Paderno continua la "storia infinita", Torchio: "Ecco le ragioni del no"
Torchio ha ripercorso le tappe della vicenda, cercando di meglio spiegare le ragioni della contrarietà sua e dei colleghi meratesi
«Nessun nuovo ponte e traffico in tilt? Non è colpa dei “sindaci del no”». Così il primo cittadino di Paderno d'Adda, Gianpaolo Torchio, ha voluto difendere le ragioni del no, affermato con forza da una cordata di sindaci meratesi, ai progetti presentati da Regione Lombardia durante la riunione della V Commissione del Consiglio regionale dello scorso 27 giugno 2024, aggiungendo un'altra puntata a quella che ormai è diventata, parafrasando un classico di fantasia del 1984, "la storia infinita" sul futuro del Ponte di Paderno.
Ponte di Paderno, continua la storia infinita:"Ecco le ragioni del no"
«Grazie all’audizione di questa commissione, si è tornati a parlare del ponte o dei ponti destinati a sostituire il San Michele - ha esordito Torchio - Da più parti sembra però emergere la singolare opinione che se ancora non esiste un progetto definitivo, se la Soprintendenza abbia messo in discussione le ipotesi ad oggi avanzate, se per il 2030, data di scadenza da tempo fissata da Rfi per l’uso del ponte di Paderno, quasi sicuramente non avremo un’alternativa, se le persone sono condannate ad una viabilità assurda e a code infinite, sia colpa di alcuni sindaci egoisti e indisponibili della sponda lecchese tra cui figura il sottoscritto».
Torchio ha quindi ripercorso le tappe della vicenda, cercando di meglio spiegare le ragioni della contrarietà sua e dei colleghi meratesi. «Quest’idea è un’opinione dichiarata o sottesa nelle note di alcuni enti locali della Bergamasca, nelle dichiarazioni di un gruppo di politici e in molte lettere spedite alla stampa da cittadini della zona - ha continuato il sindaco padernese - Occorre forse mettere in fila qualche elemento fattuale. Primo tra tutti la scarsa considerazione del nostro Comune, invitato a soli 4 incontri tra il 2020 e il 2021, senza interlocuzioni dirette al 2022 fino all’audizione del 27 giugno richiesta dai consiglieri – sponda Pd – Gianmario Fragomeli e Pietro Luigi Ponti».
Il primo cittadino ha poi evidenziato come, fin dal 2021, i sindaci meratesi abbiano chiesto risposte su due questioni principali, rimaste ancora oggi senza soluzione: la gestione dei flussi di traffico anche pesante che il nuovo viadotto genererà e l’inserimento nel contesto ambientale, storico e paesaggistico dell’infrastruttura. «Nell’aprile del 2022 le Provincie di Lecco e Bergamo, con una nota congiunta, avevano anche avanzato le prime nostre richieste, ma da allora non abbiamo ricevuto risposte e forse il sindaco di Calusco d’Adda Michele Pellegrini non è quindi l’unico ad aver dimenticato queste nostre richieste», ha dichiarato, puntando il dito contro il collega della sponda bergamasca dell’Adda.
«Con l’audizione di giugno abbiamo ora scoperto quanto il nuovo viadotto incrementerà il traffico, soprattutto pesante, sul nostro territorio - ha aggiunto Torchio - Abbiamo visto dai rendering quanto impattanti siano i progetti a cui Regione sta pensando, tanto che la stessa Soprintendenza non ha esitato a definirli “critici” per il paesaggio. Ci si aspettava quindi che noi sindaci, su tutti il primo cittadino di Paderno, abdicassero il diritto e dovere di difendere il proprio territorio?».
Infine, Torchio ha meglio chiarito la posizione dei sindaci e le richieste avanzate nuovamente a Regione: «Abbiamo evidenziato come il tema principale sia la condizione complessiva di tutti i viadotti della zona e la mancanza di progettualità - ha sottolineato - Abbiamo affermato che il posizionamento del ponte stradale dovrebbe dipendere prima di tutto dalla viabialità. Non ha senso spendere milioni di euro per incolonnare le vetture e i camion nel centro di Paderno e dei Comuni limitrofi. E abbiamo scritto che se l’opera deve essere costruita accanto al San Michele, serve sia affrontare con soluzioni vere il problema del traffico, sia che venga realizzato un viadotto all’altezza dello splendido contesto».
Il sindaco ha quindi concluso amaramente il proprio discorso, evidenziando come negli ultimi 4 anni siano mancati passi in avanti verso l’accoglimento di tali richieste: «Poi ci sarà comunque chi, nel 2030, accuserà i sindaci che dicono no per i ritardi e per la mancanza di pianificazione».