L'INTERVISTA

In soli due anni di nascita sul tetto della Lombardia: dietro l'ascesa di Treviglio c'è l'imbersaghese Lorenzo Maga

Il coach della Blu Basket Academy: "Mi piace lavorare con i giovani perché se li capisci ti sanno dare emozioni fortissime"

In soli due anni di nascita sul tetto della Lombardia: dietro l'ascesa di Treviglio c'è l'imbersaghese Lorenzo Maga
Pubblicato:

Giovane ma illuminato dalle sue idee, che tutti giorni cerca di trasferire sul campo ai suoi ragazzi. Non c’è spazio per l’improvvisazione, solo tante ore in palestra e uno spirito di gruppo da rinfocolare negli sprazzi di una gioventù che sta man mano facendosi.

In soli due anni dalla nascita alla gloria: la favola Blu Basket

Accompagna i giovani talenti nella loro crescita Lorenzo Maga, anche se in fatto di essere giovani l’imbersaghese è soltanto agli inizi della carriera da coach. La sua e quella della Blu Basket Academy è stata una stagione da incorniciare con il titolo di campione regionale conquistato nella categoria Under 14 Gold a giugno.

Una scommessa vinta, in tutti i sensi, al secondo anno di nascita di questa realtà che da Treviglio prova a muovere i suoi passi nel basket che conta. “Abbiamo colpito nel segno di quello che ci eravamo preposti – racconta Maga, originario di Sesto San Giovanni ma diversi anni residente a Imbersago – L’obiettivo era di guadagnare il diritto di giocare in Under 15 Eccellenza, diritto che conquistavi una volta fatto l’accesso in finale. A quel punto in finale l’obiettivo societario era stato raggiunto e quindi abbiamo giocato per la gloria”. Maga è entrato a far parte dello staff trevigliese dal 2022, anno di costituzione dell’academy. “Mi ha chiamato Massimo Meneguzzo – ora al Basket Lecco, ndr – e mi ha coinvolto in questo progetto. L’obiettivo era creare un settore giovanile di alto livello dove si costruiscono e si formano i giocatori: il gruppo è frutto di una selezione del territorio, avviata nei comuni limitrofi dove si è fatto reclutamento e tramite collaborazione tra società si è costruito man mano un percorso. Partendo da zero è stato difficile perché vai a scontrarti con realtà che esistono da tanti anni, ma devo dire che la voglia di crescere ci ha portato ad accorciare il gap in fretta. La soddisfazione più grande è stata quest’anno perché vincere al secondo anno di vita un campionato Gold, riaccedere all’Eccellenza e vedere tanti ragazzi che vengono a provare significa che si sta creando un appeal importante”.

Il metodo "ecologico" secondo coach Maga

Nei suoi trascorsi una carriera da cestista terminata in serie C Silver, poi l’inizio con il minibasket e una gavetta che non conosce pause. “Ho smesso di giocare a 28 anni, è stato dal minibasket che ho capito di voler fare questo e cioè allenare i giovani. Ho fatto alcuni anni all’Aba Legnano con Daniele Quilici ed Enrico Rocco che mi hanno formato, così come la mia prima esperienza senior da assistente ad Olginate. Poi è arrivata Treviglio e l’anno scorso ho fatto da capo allenatore dell’U13 e dato una mano alla prima squadra. Quest’anno pure ma voglio dalla prossima stagione pensare solo ad allenare le squadre giovanili: è il basket che preferisco, mi piace lavorare con i giovani perché se riesci a fargli capire che tu sei lì ad aiutarli loro ti danno tantissimo in termine di emozioni. Sono fortunato a poter lavorare in un ambiente di livello come Treviglio”.

Il Maga pensiero strizza l’occhio all’Nba. “La mia mentalità è quella di avere intensità difensiva ma soprattutto fantasia nel gioco. Mi piace il modello del basket americano, fatto di tanta corsa ed intensità, il lavoro tecnico arriva con lo sviluppo delle abilità tecniche e fondamentali, bisogna lavorarci con minuzia e poi riproducendo le esperienze di gioco in palestra. Io lo definisco un po’ un metodo ecologico: tu dall’ambiente impari a giocare, far eseguire uno schema dove indichi tutti i compiti è poco stimolante. Lo sport è fatto di situazioni e bisogna essere capaci di adattarsi. Altra cosa fondamentale è creare un ambiente positivo, dove i giocatori sono predisposti all’apprendimento e questo anche tra i grandi. Più si evolve il gioco e la società cambia e così anche nel metodo di insegnamento”.

Dove ti rivedi tra 10 anni? “I miei primi 34-35 anni li ho vissuti nella formazione e cercando di affinare le conoscenze. Il sogno è diventare responsabile tecnico di un settore giovanile di alto livello, la massima aspirazione è poter formarmi un giorno il mio staff e trasmettere le mie idee non solo ai giocatori ma anche a un gruppo motivato di allenatori”.

Michael Tassone

Seguici sui nostri canali