Sfrattata da casa si racconta: "Costretta a vivere in un garage"
L’appello della donna in cerca di una sistemazione: "Spero che qualcuno possa venire a conoscenza della mia situazione e aiutarmi"
Sfrattata dalla sua casa, costretta a vivere in un garage e «abbandonata dalle istituzioni». E’ una storia di disperazione quella di una donna di Robbiate - G. R. le sue iniziali - che da qualche giorno è stata costretta a trasferire tutti i suoi averi all’interno di un garage del centro di Merate, dopo aver dovuto lasciare la sua abitazione a causa dello sfratto subito circa un anno fa.
Sfrattata dalla sua casa si racconta: "Costretta a vivere in un garage"
«Vivo come nemmeno un animale - racconta - Ho ricevuto tante promesse di aiuto, ma nessuno si è mai fatto avanti e ora sono costretta a rimanere in questo garage che ho preso in affitto, cercando di sopravvivere».
Tra le difficoltà che la robbiatese sfrattata ha dovuto affrontare c’è anche quello delle forti piogge delle scorse settimane che hanno allagato il box in cui vive. «C’è acqua e umidità, ho problemi di salute, sono stanca e non so più come vivere in questa situazione».
La rabbia nei confronti delle istituzioni
La donna rivela tutta la sua rabbia nei confronti delle istituzioni che, pur consapevoli della complessa vicenda, non le avrebbero fornito il corretto supporto. «Io sono residente a Robbiate e da tempo chiedo una sistemazione - spiega - Nello scorso mese di dicembre mi sono confrontata con il sindaco Marco Magni e con l’assistente sociale, ma soprattutto da quest’ultimo mi sono sentita presa in giro».
La donna, stando al suo racconto, avrebbe infatti visitato un appartamento individuato proprio tramite l’assistente sociale, ma l’immobile non le sarebbe stato poi assegnato a causa della mancanza di una borsa lavoro. «Io percepisco 340 euro al mese: mia sorella, che abita in zona in un monolocale, mi avrebbe anche potuto aiutare. Mi è stato invece chiesto di ottenere una borsa lavoro».
Una richiesta a cui la protagonista di questa triste vicenda non ha potuto assolvere a causa dei suoi problemi di salute. «Ho sempre lavorato fino a quando avevo un’invalidità al 50%, ma oggi la mia situazione si è aggravata e supero il 90%, qualsiasi lavoro è impossibile per me. Al mio rifiuto sono tutti spariti e sono stata abbandonata».
La richiesta di una casa popolare a Lomagna e Merate
Per poter finalmente ottenere un tetto, la donna ha quindi cercato di appellarsi ai Comuni di Lomagna e Merate per poter ottenere l’assegnazione di una casa popolare. «Sono stata però scavalcata da altre persone perché non risulto residente in quei paesi. In tanti hanno promesso un aiuto, ma sono state solo parole».
La robbiatese ha quindi concluso il racconto della sua drammatica vicenda appellandosi al buon cuore di qualche lettore. «Non so a chi altri rivolgermi. Spero che ci sia qualche persona tra coloro che leggeranno la mia storia che abbia una camera a disposizione da cedere in affitto ad un basso prezzo, voglio solo ritrovare un briciolo di dignità».
Paolo Brambilla