Lecco celebra la Festa della Repubblica, "una conquista che va mantenuta ogni giorno"
Nel corso della mattinata sono state consegnate le onorificenze a Nicolò Farinato, Giuseppe Buonopane, Mario Milani, Nicolino Ombrosi e Alfonso Scorzelli
Grande entusiasmo e bagno di folla nella mattinata di oggi, domenica 2 giugno 2024, nella città di Lecco per la celebrazione della 78esima Festa della Repubblica. La cerimonia ha avuto inizio in piazza Cermenati con l'alza bandiera, alla presenza dei rappresentanti di tutte le associazioni civili e militari e la Fanfara Gueglielmo Marconi dei Bersaglieri di Lecco. Il corteo poi si è spostato in piazza Garibaldi, dove hanno pronunciato i loro discorsi il sindaco di Lecco, Mauro Gattinoni, il prefetto Sergio Pomponio, che ha letto anche il messaggio del presidente della Repubblica, e il vice presidente della Provincia, Mattia Micheli.
Il discorso del sindaco Mauro Gattinoni
"Un caro saluto ai cittadini lecchesi che partecipano a questa cerimonia istituzionale, che vedrà il conferimento delle onorificenze Al Merito della Repubblica Italiana, e un ringraziamento alla Fanfara Bersagliere Guglielmo Colombo di Lecco che ci accompagna oggi - le parole del sindaco Gattinoni - Permettetemi in questo frangente, di esprimere a nome della città di Lecco un pensiero a Guido Puccio, già sindaco di Lecco, recentemente scomparso e che domani accompagneremo per l’ultimo saluto. A lui un sentimento di gratitudine e riconoscenza da parte di tutta la Città di Lecco. Credo che tre siano le parole che interpretano appieno il momento storico, sociale e politico che stiamo attraversano oggi: Pace, Europa e Democrazia. La prima parola è PACE. Credo che non lo avremmo mai ritenuto possibile ma mai come oggi sentiamo tutti una crescente preoccupazione per il nostro presente e per il futuro delle nuove generazioni davanti all’intensificarsi di conflitti, guerre, stragi. E la pace, ci tengo a ribadirlo, non è un concetto retorico, né tantomeno significa resa incondizionata davanti ad aggressori o rinunciare al sacrosanto principio di difesa: mettere in pratica la pace vuol dire esercitare il dialogo a ogni livello e in ogni sua forma, vuol dire per le nostre Istituzioni prendere l’iniziativa diplomatica e non arrendersi a logiche di escalation militare. La seconda parola è EUROPA, perché proprio l’Europa deve essere il garante di questo processo di pace, trovando un’unica voce ed esercitando il Diritto Internazionale. La terza parola è, appunto, DEMOCRAZIA. Questa parola compare subito, nel primo articolo della Costituzione: 'L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione'. E proprio questa sovranità popolare la prossima settimana, accanto al già citato voto europeo, sarà esercitata in ben 49 comuni della nostra provincia chiamati a scegliere il proprio sindaco e a rinnovare il Consiglio comunale, oltre 3700 in tutta Italia. L’articolo 48 ci ricorda che 'Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico', eppure questo dovere civico è sempre meno sentito: non possiamo dare la democrazia per scontata, mai! Dobbiamo sentire tutti l’imperativo morale di favorire la partecipazione dei cittadini al processo elettorale, unico modo per custodire la nostra democrazia. Ecco il nostro impegno in questa Festa della Repubblica Italiana: mettere i giovani al centro del nostro agire politico, renderli consapevoli della ricchezza che la Costituzione ci ha consegnato in eredità, farli sentire protagonisti di una trasformazione possibile. I giovani sono già il presente: diamogli la possibilità di prendersene cura e di essere il motore del cambiamento del nostro Paese. Viva il 2 Giugno, viva la Repubblica, viva l’Italia!".
Il discorso di Mattia Micheli, vicepresidente della Provincia di Lecco
"Sono particolarmente lieto di portare il saluto mio personale e della presidente Alessandra Hofmann, che mi ha delegato a rappresentare la Provincia di Lecco a questa cerimonia per la celebrazione del 78° anniversario della fondazione della nostra Repubblica - le parole di Mattia Micheli, vicepresidente della Provincia di Lecco - In questa data si ricorda il referendum istituzionale indetto il 2 e il 3 giugno 1946: al tempo 28 milioni di italiani vennero chiamati alle urne per la prima votazione nazionale a suffragio universale maschile e femminile, per esprimersi su quale forma di governo, Monarchia o Repubblica, dare al Paese. Sono passati 78 anni da quando gli italiani scelsero la democrazia e la Repubblica, per costruire una nuova storia e determinarsi in nuovo cammino insieme. La festa del 2 giugno oggi assume un valore ancora più profondo, un valore molto più particolare alla luce delle crescenti tensioni a livello internazionale e ad una crescente disaffezione alla partecipazione alla vita democratica a livello nazionale. Per questo vogliamo richiamare i valori repubblicani della nostra Costituzione con uno sguardo non soltanto alla Festa della Repubblica, ma anche al contesto che stiamo vivendo. Per essere una comunità più forte e più solidale abbiamo bisogno di guardare al passato e di rifarci a valori nobili e solidi, come quelli dei nostri Padri costituenti che, per primi, furono in grado di ricostruire il nostro Paese dalle macerie della guerra, con uno sguardo attento alla realtà locale e all'Europa, avendo ben chiaro in testa che la nostra Repubblica come tutte le democrazie liberali è un processo in continua evoluzione e non una reliquia da tenere in una teca. E’ una scelta, una conquista che va mantenuta ogni giorno esercitando scelte ma ascoltando anche le ragioni di chi non la pensa come noi".
Il discorso del prefetto Sergio Pomponio
"Carissimi, ricorre oggi il 78° anniversario della proclamazione della Repubblica Italiana, cui seguì il 1° gennaio 1948 l’entrata in vigore della Carta Costituzionale, conquista e baluardo di libertà e democrazia, affermazione e riconoscimento della dignità umana e dei diritti inviolabili della persona, dichiarazione di impegno, individuale e collettivo, per tutelarli e difenderli", il discorso del prefetto Sergio Pomponio, che ha rivolto un saluto e un ringraziamento anche ai 13 sindaci del Lecchese giunti alla scadenza del mandato. "Il ruolo assegnato alle Autonomie, e ai Comuni in particolare - ha spiegato infatti il prefetto - non trova la sua giustificazione soltanto nella storia italiana, che aveva conosciuto nella civiltà comunale del basso Medioevo il momento di emersione della coscienza politica - sebbene non immune da logiche e da interessi corporativistici e talvolta oligarchici – e dell’affermazione delle comunità quali luoghi definiti di espressione della libertà individuale, purché coerente con i principi del Buon Governo. Ed infatti, in una consapevole attualizzazione dei fini, ben presente ai nostri padri costituenti, la spiegazione del posto nevralgico riservato ai Comuni risiede nel riconoscimento del potere più prossimo al dovere, del servizio più vicino al bisogno, della conoscenza più prossima all’esigenza, dell’amministrazione più consapevole del bene comune. L’idea nuova che si afferma nella Costituzione, allorquando essa riconosce il fondamento della democrazia dal "basso", porta necessariamente a rivendicare nell’uomo un principio spirituale indipendente dalla società: l’individuo non sarà più l’uomo ideale e astratto al servizio di una società fortemente orientata all’imposizione, ma piuttosto queste donne e questi uomini qui e adesso, con tutte le loro fragilità, i loro limiti e le loro debolezze; ma anche con le loro risorse, capacità, intelligenza, coraggio, speranze, illusioni. Ovviamente non possono essere trascurati i rischi sottesi ad una tale impostazione, che non sono però rappresentati soltanto dal localismo e dal sopravvento del particolare sul generale e dell’interesse individuale sul bene collettivo". Infine, il prefetto ha concluso: "In un mondo che pretende di ricostruirsi su basi nuove, le sentinelle della Repubblica, ossia i suoi cittadini, saranno capaci di ascoltare il cuore di ciascuno di loro e di ogni altra persona, se e soltanto nella misura in cui parteciperanno alla vita democratica ed agiranno al servizio del bene comune".
La consegna delle onorificenze al Merito della Repubblica Italiana
Nel corso della celebrazione, sono state consegnate le onorificenze al cavalier Nicolò Farinato (Valmadrera), al cavalier Giuseppe Buonopane (Lecco); al cavalier Mario Milani (Lecco); al cavalier Nicolino Ombrosi (Oggiono); al cavalier Alfonso Scorzelli (Missaglia/Pescara) e alla vittima del terrorismo Paolo Arcilesi di Monticello Brianza. Sono stati inoltre donati la miniatura dello stemma e il gonfalone al Comune di Verderio. A consegnare le onorificenze il primo cittadino di ogni Comune di residenza del benemerito, il prefetto Sergio Pomponio e il vice presidente della Provincia Mattia Micheli.
Presenti alla celebrazione anche i bambini della scuola primaria Edmondo De Amicis di Lecco, che hanno assistito a tutta la cerimonia sul palco di piazza Garibaldi. Presenti anche il senatore Tino Magni e l'europarlamentare Pietro Fiocchi. Con le note della Fanfara dei Bersaglieri, diretta da Luca Losa, è terminata la cerimonia.
Mario Stojanovic
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