Alle scuole medie

«Siam pronti alla vita»: l'inno nazionale cambia, è polemica

Fa discutere a Merate la scelta dell'Istituto Manzoni di adottare una versione diversa del «Canto degli italiani»

«Siam pronti alla vita»: l'inno nazionale cambia, è polemica
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«Siam pronti alla morte» che diventa «siam pronti alla vita»: anziché l'inno nazionale è l'inno della discordia.

Fa discutere a Merate la scelta dell'Istituto Manzoni di adottare una versione diversa del «Canto degli italiani» all’interno di quella che sarà la scaletta delle canzoni che saranno intonate dagli alunni nella mattinata di mercoledì 24 aprile, in occasione della cerimonia che la scuola media di via Manzoni dedicherà al 79esimo anniversario della Liberazione.

Da Guccini fino a Bella ciao, ma alcuni genitori non vogliono storpiature dell'inno nazionale

Non sono tanto i brani di Francesco Guccini, un altro dei Modena City Ramblers o l'esecuzione del popolare canto partigiano «Bella ciao» ad aver fatto storcere il naso a qualche genitore.

Il caso è infatti montato dopo che gli insegnanti hanno fatto circolare il programma della cerimonia tra mamme e papà, i quali hanno poi manifestato una certa contrarietà nei confronti della storpiatura dell’inno nazionale.

Alcuni si sono anche detti pronti a un confronto con i docenti stessi, con l’intenzione di chiedere che il «Canto degli italiani» venga intonato così come lo scrisse nel 1847 Goffredo Mameli.

Nessun passo indietro da parte del corpo docenti del Collegio Manzoni di Merate

Nessun passo indietro da parte del corpo docenti del Collegio Manzoni di Merate.

Confermata la scelta di far cantare ai propri alunni «siam pronti alla vita» anziché «siam pronti alla morte» in una versione rimaneggiata, in un certo senso più ottimista, del Canto degli italiani, l’inno nazionale. Si è oltretutto scoperto che la scaletta delle celebrazioni che la scuola media organizzerà il 24 aprile per la festa della Liberazione, è la stessa utilizzata da alcuni anni a questa parte.

Il precedente davanti al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

A ispirare i docenti di musica dell’istituto il Coro delle voci bianche di Roma che nel 2015, in occasione dell’inaugurazione dell’Expo a Milano, intonò l’Inno di Mameli sostituendo la parola «vita» alla parola «morte» di fronte alle più alte cariche dello Stato.

Non seguirono in nessun modo polemiche, come del resto non è successo nei primi anni in cui al Manzoni si è deciso di adottare questa versione.

La polemica di alcuni genitori

Quest’anno, tuttavia, qualche genitore ha notato quella che viene ritenuta «una storpiatura evitabile», un rischio per il messaggio che viene passato a ragazzi e ragazze.

Intenzionato a impedire che il Canto degli italiani venga modificato, uno di questi genitori, Paolo Diotti, si è rivolto persino agli Uffici scolastici di Lecco e Milano.

«In settimana, prima di chiamare il Provveditorato, avevo anche avuto modo di confrontarmi con alcuni docenti – ha spiegato – Continuo a ritenere che cambiare le parole all’inno italiano sia profondamente sbagliato, una cosa da evitare assolutamente. Ai miei figli vorrei che venisse insegnato come lo cantano tutti. L’ho detto anche agli insegnanti, i quali però mi hanno detto che non faranno nessun passo indietro. Oltretutto è un po’ di anni che avviene, ma purtroppo nessun altro genitore se n’era accorto prima».

Diotti, nonostante lo sforzo, non è riuscito a trovare il sostegno degli Uffici scolastici. «Ho sentito Lecco che mi ha indirizzato all’Ufficio di Milano – ha aggiunto – Ho trovato molta disponibilità, hanno detto anche di comprendere la questione, dandomi in un certo senso ragione, ma di non poter fare nulla. L’ultima parola spetta alla scuola». Una presa d’atto che suona come una resa.

La posizione del sindaco Massimo Panzeri e dell'assessore Norma Maggioni

Ad adeguarsi senza troppo incalzare sull’argomento, pur non condividendo del tutto la scelta, è stata anche l’Amministrazione comunale. Del caso si è accennato durante un incontro tra il sindaco Massimo Panzeri, il neo assessore all’Istruzione Norma Maggioni e la dirigenza scolastica. «Abbiamo lasciato l’argomento per ultimo, si è data la priorità a questioni più importanti da affrontare e con la preside si è chiarito che non c’è nessun caso, alla fine» il commento di Maggioni.

«Si tratta di una manifestazione che avverrà a porte chiuse, perciò la scelta spetta alla scuola – le parole invece di Panzeri, al quale settimana scorsa avevamo erroneamente attribuito il fatto di aver tuonato contro la “storpiatura” dell’inno al pari di Giacomo Zamperini – Posso solo dire che durante le celebrazioni che organizzerà il Comune l’inno sarà cantato con il suo testo originale».

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