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"Transizioni-Ritorno alla terra": 8 gli ettari di terreno rimessi a coltura, coinvolte 600 persone

Coinvolti nove Comuni, tra cui Airuno, Brivio, Calco e Olgiate Molgora

"Transizioni-Ritorno alla terra": 8 gli ettari di terreno rimessi a coltura, coinvolte 600 persone
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"Transizioni-Ritorno alla terra": questo il progetto, partito nel 2021 e conclusosi nel dicembre 2023, che ha visto coinvolti le cooperative sociali Liberi Sogni, Solleva e La Vecchia Quercia, l’Associazione Agricoltori della Valle San Martino, il Cfpp di Lecco, il Cfpa di Casargo e il Gal Quattro Parchi Lecco Brianza, i cui risultati sono stati presentati venerdì 26 gennaio 2024 al Consorzio Consolida in via Montessori 20, Lecco.

"Transizioni-Ritorno alla terra": 8 gli ettari di terreno rimessi a coltura, coinvolte 600 persone

Inizialmente, Adriana Carbonaro della Cooperativa Liberi Sogni, capofila del progetto - che prevedeva la rimessa a coltura di terreni abbandonati e il coinvolgimento di soggetti fragili - ha illustrato alcuni dati: nove i Comuni interessati dalle attività (Lecco, Airuno, Olgiate Molgora, Casargo, Oggiono, Calolziocorte, Valgreghentino, Calco, Brivio, Monte Marenzo e Torre de busi); otto gli ettari di terreni incolti rimessi a coltura, mentre un ettaro di bosco di castagno è stato ripulito a Cascina Rapello, nella quale sono state messe a coltura 400 piante officinali (di sei specie differenti) insieme ai ragazzi del Servizio Formazione alle Autonomie di Oggiono (Cooperativa La Vecchia Quercia) e trasformate con loro e con gli studenti del Cfpa di Casargo.

Grazie al progetto "Transizioni", almeno 600 persone di diverse età e provenienza hanno "messo le mani nella terra", mentre sono stati 120 i soggetti fragili coinvolti. Intorno al lavoro agricolo, sono ruotate anche iniziative culturali e proposte formative: 40 in tutto quelle realizzate.

"Cascina Rapello non è solo agricoltura - ha raccontato Raffaele Ortisi, referente della cooperativa sociale - E’ anche salute, sostenibilità... Il senso del progetto è proprio il ritorno alla terra e alle relazioni umane". Raffaele ha spiegato anche come la Cascina si dedichi all’agricoltura bio intensiva, che consiste nel coltivare una vasta quantità di colture diverse in poco spazio. Anche Simone e Martino, giovani coinvolti nel progetto, si dicono soddisfatti: "La cosa bella è che si fa sempre fatica a livello fisico, ma mai mentale: l’ambiente è rilassante e fa bene alla persona, allo spirito e al cervello". A Cascina Rapello, nella stagione estiva, si organizzano anche campi in tenda che ospitano centinaia di ragazzi, che hanno la possibilità di vivere questo rapporto con la terra in un contesto informale e formativo.

"Un'esperienza molto bella di condivisione attraverso il contatto con la terra"

"Le persone si educano tra loro nel mondo - ha spiegato Sara Pennati della Cooperativa La Vecchia Quercia, coordinatrice del progetto, citando il pedagogista Paulo Freire - Il nostro è stato un micromondo che ci ha fatto crescere".

Durante la serata i ragazzi dello Sfa Artimedia di Calolzio hanno spiegato come all’orto di Villa de Ponti raccolgano foglie per realizzare un concime naturale che è possibile acquistare il martedì dalle 8 alle 12, mentre i ragazzi dello Sfa di Oggiono hanno raccontato di essere diventati esperti di erbe aromatiche: curano la fase di raccolta e di essiccazione, e infine vengono realizzati dei profumatori. "E’ stata un’esperienza molto bella di condivisione e conoscenza di noi stessi attraverso il contatto con la terra", ha sottolineato l’educatrice Valentina Sala.

Ha preso poi la parola Ioris Gilardi dell’Associazione Agricoltori della Valle San Martino, che ha illustrato l’attività di recupero dei terrazzamenti e di restauro dei muretti a secco. "Dovete diventare le radici del futuro per far rinascere il nostro mondo": così si è rivolto ai ragazzi.

Luigi Gasparini della Cooperativa Solleva, dal canto suo, si è detto soddisfatto del progetto: "Una bella sfida, che ha coinvolto i ragazzi della comunità per minori". "Questa società deve fare un passo indietro: dobbiamo riscoprire la nostra umanità - ha sottolineato Giacomo Camozzini, presidente del Gal - Questo progetto ha saputo coinvolgere in sinergia tre settori: ambientale, economico e sociale".

Infine, la parola a Marco Cimino e ai ragazzi del Cfpa di Casargo, che si sono occupati della trasformazione dei prodotti agricoli in prelibatezze come conserve e marmellate.

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