Il Centro di ascolto della Caritas chiama a raccolta le aziende
E' possibile far partire tirocini quasi a costo zero: nel 2023 sono state 45 le persone reinserite così nel mondo del lavoro
Aziende ma anche negozi, professionisti, associazioni, persone di buona volontà. Il Centro di ascolto del Decanato di Merate li attende per fornire loro un aiuto attraverso il «Diamo lavoro», strumento finanziato da Caritas Ambrosiana che garantisce tirocini «come possibilità di incontro - spiegano i volontari - tra la persona disoccupata e l'impresa, con l'auspicio che da entrambe le parti vi sia un giovamento reciproco».
Centro di ascolto Caritas, l'appello alle aziende
Inserire nel proprio organico nuovo personale, «mettendolo all'opera - come ha sottolineato il coordinatore del Centro di ascolto meratese Gianpietro Lunati - poterlo istruire ma insieme anche poterne valutare l'operato ed il valore senza oneri, è senz'altro un grosso aiuto».
Da tempo il Centro di ascolto pone in pratica gli strumenti messi a disposizione dalla Caritas Ambrosiana e dalla Fondazione San Carlo e pensati per garantire un’occupazione alle fasce più povere della popolazione, «perché dare uno stipendio alle persone è sicuramente più efficace che dare loro un pacco alimentare o pagare una bolletta scaduta» sottolinea Lunati.
«Sono già 45, nel 2023, le persone che hanno conosciuto e praticato un ‘tirocinio extracurricolare’ in aziende nel nostro territorio» ha aggiunto il coordinatore, il quale ha dovuto tuttavia ammettere che quest'anno la risposta della collettività non è stata pari a quanto desiderato e già sperimentato negli anni passati. «Poche nuove realtà lavorative si sono rese disponibili» ha spiegato. «Ciò è forse dovuto alla poca conoscenza dei termini del tutto vantaggiosi per le aziende in cui il tirocinio si esplica – sostiene Lunati – Caritas e Fondazione San Carlo oltre a pagare le persone si fanno carico di tutto, compresi gli aspetti economico/amministrativi, corsi di sicurezza compresi. Inoltre l'azienda incontra la o le persone interessate in fase precoce, dando l'assenso preventivo o il diniego a seguito di colloqui in cui può valutarne carattere, volontà e predisposizione al lavoro».
Particolarmente scarsa, ha proseguito Lunati, è l'offerta per lavori femminili. «Pur non essendoci distinzione tra maschi e femmine – ha spiegato - difficilmente possono essere proposte una donna per lavori pesanti e normalmente di maestranza maschile, quali ad esempio certi lavori di manutenzione del verde o di meccanica pesante».
Al servizio «Diamo lavoro» servirebbe dunque il contributo di attività di più tipologie possibili. Infine, va sottolineato il perché la Caritas si occupa di inserimento al lavoro. «Non deve sfuggire che ciò va a vantaggio della Caritas stessa e di tutta la società, in quanto spostare una famiglia dalla ‘condizione assistenziale’ alla ‘condizione di autosufficienza’ vuol dire spendere meno in assistenza, diminuire gli oneri per i Comuni oltre che, ovviamente, rendere la persona più felice ed attiva».
Le attività interessate a mettersi a disposizione possono telefonare al 366/2720611 o al 335/6148158 o scrivere a: illavoro6@gmail.com.
Alberto Secci