Prestò i primi soccorsi nella tragedia del Vajont: alpino torna a Longarone
Il caluschese Lorenzo Magni ha ricevuto una benemerenza
Sono trascorsi ormai 60 anni dalla tragica sera del 9 ottobre 1963, quando 1910 persone persero la vita nel disastro del Vajont. Quella notte, 270 milioni di metri cubi di roccia (il doppio del volume dell'acqua nell'invaso) si staccarono dalla montagna, precipitando nel bacino artificiale sottostante creato dalla diga del Vajont a una velocità di 110 chilometri orari. La conseguenza fu un'onda alta 250 metri, che devastò l'intera valle del Piave, distruggendo quasi completamente il paese di Longarone e i comuni limitrofi. Dopo il tragico evento, numerosi giovani alpini in servizio di leva nelle vicinanze, furono svegliati nel cuore della notte e inviati con la massima urgenza per prestare soccorso; tra di loro, anche tre caluschesi e un commilitone di Chignolo.
Torna a Longarone a sessant'anni dalla tragedia del Vajont
Come ben si sa, gli alpini non dimenticano mai, e proprio quest'anno, in occasione del 60esimo anniversario dalla tragedia, le Penne nere di Calusco, Carvico e Solza si sono recate a Longarone, la scorsa domenica, per unirsi nel ricordo di quel tragico evento. Tra loro, anche il caluschese Lorenzo Magni, l'unico superstite dei quattro alpini «isolani» che, quella sera, prestarono soccorso.
Uniti da un profondo sentimento di commozione e solidarietà, le Penne nere hanno visitato il cimitero monumentale di Fortogna, che raccoglie le 1910 vittime dell'ondata assassina; qui, l'alpino Lorenzo Magni, accompagnato dal proprio capogruppo Giovanni Mapelli, dall'alfiere con gagliardetto Gerolamo Regazzi e dai gagliardetti di Carvico e Solza, ha deposto al monumento commemorativo un cesto di fiori. È, poi, seguita la visita alla chiesa monumentale di Longarone, all'uscita della quale le Penne nere si sono imbattute in un piccolo corteo con banda, sindaci in fascia tricolore e un gruppo di crocerossine del corpo militare, a cui la comunità di Longarone stava per concedere la cittadinanza onoraria.
I quattro alpini dell’Isola Bergamasca che prestarono la loro opera in occasione della tragedia del Vajont. Il primo a destra è Lorenzo magni, tuttora vivente. A sinistra gli alpini di Calusco, Carvico e Solza a Longarone
All'alpino Magni una benemerenza per aver prestato i primi soccorsi
A rendere ancora più speciale quella giornata di forti emozioni, un riconoscimento meritatissimo: saputo, infatti, che tra le Penne nere in visita c'era anche un soccorritore del 1963, l'alpino Magni è stato invitato a unirsi alla cerimonia e anche a lui è stato consegnato un diploma di benemerenza. La giornata è poi proseguita all'insegna della convivialità, con un pranzo in amicizia ospitati dal gruppo Alpini di Longarone. Per finire, nel pomeriggio i tre gruppi di Alpini hanno preso parte a una breve escursione alla diga del Vajont, che imperterrita, continua a dominare la valle.
Alessia Quaini