Scandalo durante l'emergenza sanitaria

Sequestrate oltre 400mila mascherine e 100mila etichette illegali: nei guai una azienda della provincia di Lecco

Blitz della Guardia di Finanza tra Lecco e Como

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I Finanzieri del Comando Provinciale Como hanno eseguito specifiche attività di controllo, in varie aziende del territorio lariano, sequestrando oltre 263.000 mascherine generiche pronte per essere vendute come dispositivi di protezione individuale o dispositivi medici, 152.000 mascherine “KN95-FFP2”, messe in commercio senza le previste certificazioni di sicurezza dell’Unione Europea,  e anche 100.000 false etichette che attestavano la genuinità dei prodotti.

Sequestrate oltre 400mila mascherine e 100mila etichette illegali: nei guai una azienda Lecchese

I Baschi Verdi della Compagnia di Como, a conclusione di un controllo effettuato nei confronti di un operatore commerciale del comune di Erba, dove erano custodite 300 mascherine di filtro facciale “tipo FFP2”, hanno identificato il fornitore/importatore della merce, una società che ha sede legale  nel Lecchese, dove le Fiamme Gialle comasche hanno fatto un blitz rilevando e sequestrando circa 45.000 mascherine in attesa di essere vendute. La documentazione prodotta in sede di accesso, “Certificato di Compliance” e “Test Report”, rilasciata da un Ente cinese che non rientra tra gli organismi notificati previsti dalla normativa vigente, è risultata inidonea per l’apposizione della marcatura CE, non garantendo quindi standard di sicurezza comunitari.

Diversi blitz

Contestualmente, i Finanzieri della Compagnia di Olgiate Comasco hanno individuato e sequestrato 25.000 mascherine pronte per essere messe in commercio come dispositivi di protezione individuale con marchio “CE” falso e privi delle previste certificazioni da parte di una società con sede a Como. I dispositivi sequestrati (mascherine FFP2), ad una primissima analisi visiva esperita, risultavano conformi alla normativa vigente, in quanto posti in vendita all’interno di una attività commerciale, debitamente provvisti della marcatura “CE”, funzionale a comprovare il possesso dei requisiti minimi di sicurezza e di protezione, richiesti dei regolamenti dell’Unione Europea. Tuttavia, non appena i militari hanno richiesto l’esibizione della documentazione idonea ad attestare la conformità CE ed il possesso delle qualità tecniche che caratterizzano le mascherine tipo FFP2, è stato consegnato un documento emesso da una società polacca non autorizzata a rilasciare
queste forme di certificazioni.

Controlli a tappeto

A seguito di un’ulteriore attività, condotta presso una società della provincia comasca, i Baschi Verdi procedevano al sequestro di 265.000 mascherine generiche, spacciate per dispositivi di protezione individuale e dispositivi medici e 100.000 etichette adesive con indicazioni mendaci per il cliente finale. Di queste, 60.000 riportavano, in maniera infedele, la dicitura “validazione straordinaria prevista dall’art. 15 del D.L. 18/20 (cd. “Cura Italia”) nonostante il titolare dell’impresa non fosse in possesso di alcuna autorizzazione rilasciata dall’INAIL e dall’Istituto Superiore di Sanità, mentre le restanti 40.000 riportavano illegalmente il marchio CE con l’intento di ingannare il consumatore in merito alla sicurezza dei prodotti posti in commercio.

Analogo servizio, infine, è stato effettuato presso un ulteriore esercizio commerciale operante nella provincia lariana nel corso del quale venivano sottoposti a sequestro 81.000 dispositivi di protezione individuale recanti indicazioni ingannevoli per il consumatore finale. In particolare, la documentazione prodotta a corredo della merce ispezionata è risultata incompleta ai fini della corretta applicazione della marchiatura CE.

Le sanzioni

I quattro titolari delle attività commerciali sono stati segnalati alla competente Camera di Commercio di Como-Lecco per l’applicazione, ad ognuno, dei conseguenti provvedimenti sanzionatori il cui importo può variare da un minimo di 500 euro a un massimo di 128.000 euro.

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