L'intervento

Ospedale Mandic, Piazza provoca Fragomeli: "Dov'era quando il Governo tagliava i fondi?"

Il sottosegretario leghista in Regione attacca l'esponente del Partito democratico e si schiera in difesa del direttore generale dell'Asst Paolo Favini

Ospedale Mandic, Piazza provoca Fragomeli: "Dov'era quando il Governo tagliava i fondi?"
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Nella discussione sulle criticità dell'ospedale Mandic, che ha scatenato critiche da più parti (dal Partito democratico a Fratelli d'Italia, dai Cinque Stelle a Italia Viva, da Forza Italia fino al senatore Tino Magni), mancava la Lega. Oggi, giovedì 12 ottobre, a rompere gli indugi è stato il sottosegretario in Regione Mauro Piazza, che ha attaccato il collega di opposizione Gian Mario Fragomeli, in quota Pd, provocandolo sul tema dei tagli della sanità imposti anche dai vecchi Governi a trazione centro-sinistra.

“La domanda sorge spontanea, come si suol dire. Dove era l’allora parlamentare Fragomeli, oggi Consigliere regionale, quando i governi e i Ministri del suo PD tagliavano 37 miliardi di spesa sanitaria alle regioni? Dove erano i flash mob, le raccolte firme, gli appelli dei sindaci piddini? Forse qualcuno poteva pensare che qui tagli non avrebbero poi avuto ripercussioni negative, quelle difficolta che oggi Regione Lombardia sta cercando di gestire in uno scenario che vede scarsità di personale sanitario e retribuzioni decisamente non adeguate?” afferma Piazza.

Ospedale Mandic, Piazza contro Fragomeli

“Sembra troppo facile oggi, utilizzare criticità che si registrano su tutto il territorio nazionale per fare una mera propaganda politica ed elettorale, magari con l’individuazione del capro espiatorio di turno, ma senza affrontare le complessità che il sistema sanitario sta vivendo - continua Piazza - Da una parte quindi la strumentalizzazione e le grida manzoniane, dall’altro il tentativo di continuare a gestire un servizio universalistico e gratuito affrontando i problemi che nessuno nega vi siano e non vanno trascurati, ma senza che venga dimenticata l’alta qualità del servizio che viene giornalmente erogato da professionisti di prim’ordine”.

Dichiarazioni che appaiono una difesa del direttore generale Paolo Favini, al centro delle critiche da più parti. “È in questo senso che l’assessore Bertolaso e la DG welfare -  prosegue il sottosegretario regionale – hanno risposto in merito alle problematiche emerse negli ultimi tempi sul territorio lecchese confermando come La Regione e la Direzione dell’ASST di Lecco non hanno mai ipotizzato la chiusura, la conversione o la riduzione dell’offerta per l’Ospedale di Merate. È il contesto generale, diffuso a livello nazionale, che ha determinato una carenza di risorse umane che si ripercuote sull’attività erogata”.

La fuga dei medici

Piazza interviene anche sul tema della fuga dei professionisti in corso al Mandic in queste settimane. “Per la ginecologia la Regione sta già provvedendo ad autorizzare la copertura del ruolo che diventerà vacante dal 31 dicembre 2023, in modo da continuare a garantire la funzionalità e la capacità d’offerta. Con riferimento alle dimissioni del gastroenterologo - prosegue l’esponete lecchese della Giunta Fontana - l’Asst di Lecco ne ha preso atto, rilevando che le stesse sono intervenute all’esito di un procedimento disciplinare conclusosi con esito sfavorevole per il citato professionista e anche in questo caso sono già state attivate le procedure di sostituzione del medesimo. Ma soprattutto se la situazione è così tesa al Mandic, come mai professionisti rientrino nella medesima Azienda sanitaria, ma semplicemente con cambio di contratto, appare quindi evidente, anche ai meno attenti, che non vi è problema verso la dirigenza dell’Azienda, ma piuttosto nei confronti di quello ben noto di remunerazione degli operatori sanitari, come già più volte evidenziato da Regione Lombardia anche in sede di conferenza stato regioni”.

Chiosa finale con un nuovo attacco al consigliere dem. “Capisco che il continuo attacco alla sanità lombarda costituisca una tentazione incontenibile per il PD, ma varrebbe la pena di ricordare che se il servizio sanitario fosse solo quello che viene dipinto da Fragomeli e compagni, il centrodestra lombardo non avrebbe raccolto il consenso elettorale che lo ha appena riconfermato alla guida della Regione. Un consenso che forse vale più di una raccolta firme strumentale e che ci dice di come i lombardi, anche per la soluzione dei problemi, si fidino di più della giunta Fontana che non di chi ha prima messo in ginocchio la sanità con tagli scriteriati e che ora si limita a pontificare”.

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