In bici in cima allo Stelvio sognando la maratona, l'impresa di Alessia e Andrea
I giovani Alessia Galbusera, di Merate, e Andrea Colombo, di Vimercate, hanno compiuto l'impresa in sella alle loro mountain bike
Caparbia è caparbia. Si era posta l’obiettivo di salire in bici al Passo dello Stelvio, a 2.778 metri di quota, entro la fine di settembre e ce l’ha fatta. E pensare che per anni ha odiato la bicicletta, perché sinonimo di sudore e fatica.
In bici in cima allo Stelvio sognando la maratona, l'impresa di Alessia e Andrea
Alessia Galbusera, 24 anni, studentessa al quarto anno di Giurisprudenza, che ha praticato anche pallavolo, tennis e arrampicata, si è allenata per l’impresa facendo un sacco di sport.
«Mi piace correre e quindi non è stata tanto la fatica a crearmi problemi. Piuttosto ho avvertito dolore a una spalla per la postura, forse non dovevo fare anche la salita al Passo di San Marco in tempi così ravvicinati...».
Sì, perché Alessia per prepararsi allo Stelvio pochi giorni prima, il 23 settembre, è salita in cima al Passo di San Marco partendo da Morbegno. Sono ben 26 km di salita per un dislivello di 1.762 metri e una pendenza media del 6,8%. «Per prepararmi ho fatto anche più volte la salita di Montevecchia, così come il Monte Barro e poi l’ascesa della Valcava. Ero allenata perché mi piace correre e ho sempre praticato molto sport».
Tanto la salita al San Marco che allo Stelvio però non sono state una passeggiata (non sono da tutti), perché il meteo non ha favorito la doppia ascesa. La salita al San Marco è stata resa infatti più dura da un vento gelido e da 5 km percorsi sotto la pioggia, che hanno reso indispensabile l’utilizzo di una mantellina. Per raggiungere il passo ci sono volute circa tre ore.
Meteo che non ha favorito neppure l’ascesa allo Stelvio, vero obiettivo di Alessia, che per l’occasione era affiancata da Andrea Colombo, 28enne di Vimercate, pure lui in sella a una mountain bike. Una salita sempre di oltre 20 km quella che ha portato i due amici sulla Cima Coppi, con una pendenza del 7,6% e un dislivello di oltre 2.700 metri. Per raggiungere il Passo di San Marco in solitaria Alessia aveva impiegato circa tre ore, per salire al Passo dello Stelvio da Isolaccia 3 ore e un quarto.
«Il brutto tempo però mi ha accompagnato anche in questa salita, abbiamo infatti incontrato pioggia e neve. Dopo l’esperienza sul San Marco però mi ero coperta meglio e ho sofferto il freddo soltanto alle mani. Poi per affrontare la discesa ho indossato dei guanti da sci e una volta giunta in fondo un the caldo è bastato per riscaldarsi».
Al di là dell’allenamento in bici e correndo hai fatto altro per prepararti a queste salite?
«Da qualche settimana digiuno a intermittenza, in pratica faccio l’ultimo pasto della giornata alle 17 e poi non mangio più fino al mattino successivo. Ciò mi ha aiutato molto nella preparazione».
Perché hai scelto l’obiettivo della salita allo Stelvio?
«Mio zio, Gianluca Sironi, correva in bicicletta. Era molto bravo. Nel 1996 è stato medaglia d’oro ai Campionati mondiali a cronometro e medaglia di bronzo nella prova su strada. Mi hanno raccontato le sue gesta quand’ero una ragazzina ed è lì che ho meditato di fare qualcosa di difficile, che mi aiutasse a vincere il timore che avevo della bici, della fatica che si fa a pedalare in salita. Come in altre occasioni mi sono posta un obiettivo e l’ho raggiunto. Lo faccio per divertirmi ma anche come sfogo personale. Lo sport mi aiuta a non mollare mai, mi insegna molto. Allenarsi con un obiettivo ben presente dà delle motivazioni che altrimenti è difficile trovare. Poi mi piace provare cose nuove».
Il prossimo obiettivo quale è?
«Diciamo che la salita allo Stelvio era un obiettivo intermedio perché a fine gennaio vorrei correre la mia prima maratona. L’obiettivo è la gara in programma a Madeira, in Portogallo, il 21 gennaio».
Con l’obiettivo di concluderla in...?
«Diciamo quattro ore, no facciamo quattro ore e mezza, meglio. E’ la prima, non so come andrà. Poi vediamo, per la prossima estate mi piacerebbe fare qualche gara di triathlon...».
Insomma, di obiettivo in obiettivo la vita va avanti, senza tralasciare gli studi e la collaborazione con il Giornale di Merate. Sempre con il sorriso sulle labbra, col quale Alessia affronta tutte le difficoltà che si trova davanti. Anche questo aiuta.