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Firmato a Lecco il piano di Emergenza per roghi in siti che stoccano rifiuti

Ma quanti sono questi siti in provincia di Lecco? Il piano ne ha individuati 139 ma vanno aggiunte 53 discariche comunali

Firmato a Lecco il piano di Emergenza per roghi in siti che stoccano rifiuti
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Cosa succede in caso di un maxi incendio in un sito dove sono stoccati rifiuti? E se nell'aria si diffondono sostanze pericolose? Chi interviene? Chi deve informare la popolazione?  Sono solo alcune delle domande che trovano risposta nel Piano di emergenza esterna per gli impianti di stoccaggio e trattamento dei rifiuti che è stato firmato oggi, lunedì 25 settembre 2023 in Prefettura a Lecco alla presenza dei rappresentanti delle forze dell'ordine, dei Vigili del fioco, di Areu, Ats, Arpa e gli enti coinvolti nelle attività di soccorso.

Roghi in impianti di stoccaggio rifiuti o fuoriuscita di sostanze pericolose? Ecco il piano di Emergenza a Lecco

 Il piano, che ha come obiettivo quello di tutelare la popolazione in caso di  emergenze, come roghi o fuoriuscita di sostanze tossiche da aziende o siti,  si applica  tanto agli impianti che effettuano stoccaggio dei rifiuti, quanto  agli impianti che svolgono  operazioni di trattamento dei rifiuti, ma anche ai centri di raccolta comunali e intercomunali. 

Ma quanti sono questi siti in provincia di Lecco? Il piano, presentato oggi negli uffici di Cosro Promessi Sposi ne ha individuati 139: 86 sono  impianti di stoccaggio e trattamento rifiuti  collegati ad attività industriali. Gli altri sono impianti di dimensioni più ridotte  che sono collegati ad aziende edili o metalmeccaniche. Non solo ma  vanno aggiunti  anche 53 siti di stoccaggio di rifiuti  comunali ovvero le discariche  o aree ecologiche.

Il Comune con la maggior presenza di siti censiti nel piano è Lecco, con 7 aree. Costa Masnaga ne ha 5, mentre Colico, Calco e Brivio ne hanno 4. 

"Il piano che firmiamo oggi è frutto di un Decreto legge del 2018 le cui linee guida sono poi state emanate nel 2021 - ha spiegato il Prefetto di Lecco Sergio Pomponio  - Lo schema procedurale prevede che ciascuna azienda o sito debba  prevedere di un Piano di emergenza interno nel caso di incidenti che possano avere ripercussioni all’esterno e quindi possano provocare  rischi per la salute pubblica. Il piano esterno poi  mira a codificare le procedure  di intervento a seconda dei tipi di rischio".

Ad ogni scenario di emergenza, in altre parole, corrisponde un tipo di attivazione che fa che fa capo alla Prefettura  di Lecco per quanto riguarda il coordinamento. "Ovviamente Areu e Vigili del fuoco hanno una competenza di tipo immediata - ha proseguito il prefetto - Poi ci possono essere potenziali conseguenze anche sulla viabilità e ultimo, ma non certo per importanza, il Piano si occupa dell'aspetto  che riguarda l’informativa alla popolazione".

Popolazione che se da un lato, normalmente in situazioni di tranquillità, deve essere a conoscenza della presenza degli impianti sul territorio e dei potenziali pericoli ad essi collegati, dall'altra, in caso di emergenze, deve essere prontamente informata su come comportarsi.

In Piano quindi stabilisce una sorta di catena di comando che da una parte fa capo al sindaco, che può attivare il Coc (Centro Operativo Comunale) e dall'altra al Prefetto che può invece riunire il Ccs ( Centro coordinamento soccorso prefettizio).

"Il documento, che verrà pubblicato nei prossimi giorni, vuole mettere a fattor comune le singole competenze specialistiche" ha chiosato Pomponio. "E' un Piano volutamnete snello - ha aggiunto il   Capo di Gabinetto Paola Cavalcanti - perchè fa da cornice e cupola operativa a tutti i singoli piani che le aziende sono chiamate a preparare".

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