Fragomeli “regista” del Decreto Liquidità
"I prestiti garantiti al 100% dallo Stato salgono da 25 a 30 mila euro; la restituzione passa da 6 a 10 anni"
Il Senato ha dato il via libera al Decreto Liquidità. Il provvedimento, rispetto alla proposta originale, è stato messo a punto meglio durante l’esame a Montecitorio mentre Palazzo Madama lo ha sostanzialmente ratificato senza modifiche. Un “tagliando” servito anche per recepire suggerimenti delle associazioni imprenditoriali e degli stakeholder in generale. Un ruolo da protagonista lo ha svolto l’onorevole Gianmario Fragomeli, 47 anni, ex sindaco di Cassago Brianza, parlamentare del Pd alla sua seconda legislatura, membro della Commissione Finanze della Camera e soprattutto relatore del Decreto Liquidità.
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Quali sono le novità introdotte durante l’iter parlamentare per la conversione in legge del decreto?
“Abbiamo rafforzato le garanzie soprattutto per le micro e piccole imprese, dagli artigiani ai commercianti passando per le partite Iva - esordisce l’onorevole Fragomeli - Il tetto per accedere al prestito garantito al 100% dallo Stato è stato alzato da 25 mila a 30 mila euro mentre il periodo per la restituzione è passato da 6 a 10 anni, dimezzando di fatto la rata. Le aziende che hanno un fatturato fino a 3,2 milioni di euro, invece, potranno chiedere un prestito fino a 800 mila euro, garantito all’80% dallo Stato che può salire al 100% con l’intervento dei Consorzi fidi, con un periodo per la restituzione che sale da 6 a 30 anni - con la possibilità di ridurre di ben cinque volte la rata. E soprattutto non andrà ad aggiungersi ai contributi a fondo perduto: le due opportunità viaggeranno su binari paralleli”.
Le imprese fino a ieri sostenevano che accedere al credito continuava ad essere complicato e farraginoso, oltre che costoso nonostante le garanzie dello Stato.
“Anche qui abbiamo inserito alcuni correttivi per limitare la discrezionalità degli istituti di credito. Tutte le rinegoziazioni prevedono di erogare più soldi, con un tetto almeno del 25% rispetto ai crediti già aperti. Quindi abbiamo semplificato il calcolo degli interessi, che ora possono arrivare a un tasso Rendistato (nei primi 5 mesi dell’anno circa dell’1%) al quale la banca può aggiungere solo lo 0,2% Questo vale per i nuovi prestiti, mentre per la rinegoziazione delle linee di credito già in essere i tassi devono obbligatoriamente essere migliorativi”.
Resta il problema della gran mole di documenti da presentare e la mancata manleva per i dirigenti bancari, aspetto quest’ultimo che frenava tantissime pratiche.
“Ora abbiamo introdotto l’autocertificazione che favorirà l’accesso al credito per tutti, dalle Partite Iva alle grandi imprese, soprattutto per quanto riguarda l’antimafia e l’antiriciclaggio. Ma se l’autocertificazione carica di responsabilità chi presenta la domanda per avere la liquidità, riduce il rischio per i manager bancari che devono autorizzare l’erogazione del credito”.
Soddisfatto del provvedimento licenziati dal Parlamento?
“Direi proprio di sì. Abbiamo raccolto molte sollecitazioni giunte da associazioni di categoria, imprese e stakeholder. C’è un’indicazione precisa affinché questa liquidità venga investita nelle sedi italiane anche dei gruppi internazionali. Abbiano rafforzato la Golden power per difendere le aziende strategiche italiane che operano, oltre che nei settori dell’energia, telecomunicazioni, finanziario, anche nella moda, sanità e siderurgia; inoltre il divieto di scalata vale per i gruppi internazionali ma anche europei”.
Adesso tutte le attenzioni sono rivolte al Decreto Rilancio. Quali saranno i tempi parlamentari?
“Il provvedimento verrà esaminato entro il 24/25 giugno a Montecitorio per poi passare a Palazzo Madama a fine mese e tornare alla Camera per la terza e definitiva lettura a metà luglio”.
Quali sono le caratteristiche principali del Decreto Rilancio visto che stiamo parlando di qualcosa come 55 miliardi di euro?
“Una delle questioni aperte riguarda la Cassa integrazione: dopo le 9 settimane iniziali ne sono previste altre 9 ma vi è un buco a luglio che stiamo cercando di colmare. Ma il tema di maggiore interesse riguarda i superbonus dell’edilizia”.
Infatti si fa un gran parlare di Ecobonus, Sisma bonus e Bonus facciate potenziati fino al 110%
“Il tema è molto complesso e delicato: l’obiettivo è quello di migliorare il patrimonio edilizio italiano rendendolo più bello, più sicuro ed energeticamente più efficiente. Poi dobbiamo farci carico anche di chi non ha la capacità fiscale di usufruire di questi vantaggi cedendo il suo bonus agli istituti di credito o beneficiarne attraverso lo sconto in fattura. Una soluzione a questo tema - di cui mi farò carico attraverso un emendamento - è quella di lasciar scegliere il cittadino se detrarre la spesa in 5 o 10 anni, a seconda della sua capacità di scarico fiscale”.
L’intervista integrale all’onorevole Gianmario Fragomeli si può leggere sul Giornale di Merate, in edicola da martedì 9 giugno. Clicca qui per la versione sfogliabile