Allarme sociale

Dipendenze: sono settemila i bergamaschi in cura

Gli omicidi di Bottanuco e Cavernago portano alla luce un dramma che viene spesso nascosto

Dipendenze: sono settemila i bergamaschi in cura
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Ci sono settemila persone in Bergamasca seguite dei servizi ambulatoriali di supporto psicologico, cura e riabilitazione contro le dipendenze di ogni genere. Ma sono solo la punta di un iceberg. Perché in realtà le famiglie coinvolte da tossicodipendenza, alcol o gioco d’azzardo tendono a nascondersi e dunque nessuno è in grado di misurare l’esatta entità di questi fenomeni.

Dipendenze: sono settemila i bergamaschi in cura

L’omicidio di Bottanuco, arrivato un mese dopo l’altra terribile vicenda di Cavernago, ha portato alla luce le enormi difficoltà affrontate dai nuclei familiari che hanno un figlio, una figlia o un parente stretto finito nelle spire della dipendenza da droga.

Il discorso può essere allargato anche all’alcol e al gioco. Sono ovviamente ambiti diversi a cui si applicano strategie di cura diverse. Ma hanno un fattore in comune, dicono gli esperti: le famiglie spesso faticano a riconoscere il problema e quando lo fanno s’inabissano per il timore del giudizio altrui, il giudizio sociale.

La vergogna del fallimento

«Negli anni Ottanta e Novanta si è parlato molto e c’era molta attenzione alle “addiction” - spiega a primabergamo.it  Gilberto Giudici, responsabile del Servizio multidisciplinare integrato della cooperativa sociale Il Piccolo Principe -. Negli ultimi anni, invece, questi fenomeni sono diventati silenti. Sono meno evidenti, anche se più diffusi. Questo perché, per il meccanismo sociale imposto da una società performante come la nostra, le famiglie si isolano per evitare la stigmate del fallimento. Per evitare che qualcuno dica loro: non vi siete occupati a sufficienza di vostro figlio".

 

 

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