Padre Luigi Mandelli, mezzo secolo in Brasile da missionario
Il religioso originario di Calco tornerà in Sudamerica all'inizio di novembre
Padre Luigi Mandelli ha trascorso più di mezzo secolo in Brasile, diffondendo in Amazzonia e in altri territori la Parola del Signore. E in Brasile ritornerà a novembre, dopo i tre mesi trascorsi in Italia, dove mancava da ben otto anni.
Padre Luigi Mandelli, mezzo secolo in Brasile da missionario
Abbiamo incontrato padre Luigi Mandelli, 84 anni, nell’abitazione di via Cornello a Calco, dove è ospite del fratello Ferdinando. Con emozione ci ha raccontato i suoi anni in missione, seguiti all’ordinazione sacerdotale da parte del futuro Papa Paolo VI, all’epoca Cardinal Montini. Correva l’anno 1963; cinque anni più tardi, dopo un’esperienza di insegnamento in seminario in provincia di Lodi, padre Luigi partì come missionario del Pime in Brasile.
La missione, un desiderio
"Andare in missione era il mio desiderio - ha ricordato - il Pime aveva missioni in Brasile, Africa e Asia, io sono stato destinato in Brasile".
C’è da dire che all’inizio il sacerdote si è trovato di fronte una situazione diversa da quella che si era immaginato "perché la quasi totalità della popolazione era battezzata. Allora ho detto al mio superiore: 'Cosa ci sto a fare qui se sono già tutti battezzati?'”. La risposta è stata di una semplicità ma anche di una concretezza disarmante: "Per secoli - mi ha detto il mio superiore - noi abbiamo battezzato le popolazioni, ma non le abbiamo mai evangelizzate sul serio, predicando il Vangelo. Chi lo deve fare se non tu? Loro si aspettano questo da te".
E’ iniziata così l’avventura missionaria di padre Luigi, oltre 50 anni passati tra gli indios, i poveri della favelas, i malati e i tossicodipendenti. Un impegno che non si è ancora esaurito e che l’ha visto passare anche momenti non facili, che lo hanno messo a dura prova. Nonostante tutto però, finito questo periodo di riposo, è intenzionato a ritornare in Sud America. Almeno fino a che le forze gli consentiranno di rendersi utile.
15 anni nel Sud del Brasile
Padre Luigi Mandelli
"I primi 15 anni - ha ricordato - li ho trascorsi nelle missioni al Sud, i primi 5 anni all’interno e gli altri 10 alla periferia di San Paolo. Ho sempre operato nelle periferie, ma in Parrocchie di grandi dimensioni, di 50-70 mila abitanti".
Fare il parroco nelle favelas, baraccopoli nelle periferie della città, non è stato certo facile. Perché nelle favelas non abitano solo persone perbene. Padre Luigi ha dovuto rendersene conto a sue spese. Aveva acquistato un terreno per costruire una cappella ma poi il venditore l’ha accusato di averglielo rubato.
"Alla fine - ha ricordato - pur di uscire da una difficile situazione, ho dovuto pagare quel terreno due volte, ma quel che è accaduto mi ha segnato e quindi ho chiesto al mio superiore di poter rientrare in Italia".
Il sacerdote ha quindi trascorso due anni a Roma a studiare, ma il richiamo del Brasile è presto tornato a farsi sentire.
Il sogno: l’Amazzonia
"Il mio sogno - ha continuato padre Luigi - era andare in Amazzonia. Sono quindi andato a Manaus, la capitale dello stato di Amazonas, che già in quel periodo aveva circa due milioni di abitanti".
Niente favelas in Amazzonia, ma piuttosto ondate di migranti che dall’interno si spostano verso la città. Qui i grandi proprietari terrieri disboscano intere aree per farne terreni coltivati o allevamenti. "Un processo che il Governo cerca di frenare - ha rimarcato il sacerdote - ma finora senza grande successo".
Così come non riesce ad arrestare quella che viene definita "invasione": gli indios che lasciano l’interno per spostarsi verso la città in cerca di un futuro migliore.
Padre Luigi ha portato avanti la sua opera di evangelizzazione a Manaus e dintorni sino al 2014.
"A 75 anni - ha quindi ricordato - ho lasciato la responsabilità di parroco e mi sono ritirato in una casa regionale, dove sono rimasto sino al 2018".
Cappellano in ospedale
Un missionario non sta mai con le mani in mano, padre Luigi Mandelli era cappellano nel locale ospedale per i poveri.
"Lì ne ho viste di tutti i colori - ha sottolineato - Persone vittime di incidenti ma anche di violenze, che arrivavano da tutta l’Amazzonia. E’ stata un’esperienza che mi ha segnato molto; ho avuto modo di di conoscere tante persone di tutte le religioni, ma anche chi non aveva una fede. Non è stato facile, ma è stato gratificante".
Nello stato del Paranà fra i tossicodipendenti
Nel 2018 il sacerdote è rimasto vittima di un incidente domestico, non ha voluto tornare in Italia ma è stato trasferito nello stato del Paranà, a Ibiporã, cittadina alla periferia di Londrina. Lì c’è una piccola comunità del Pime dove si ritirano i padri anziani. Sacerdoti che celebrano Messa, confessano e visitano i malati.
"E’ lì che ho vissuto e sto vivendo un’altra esperienza, in una casa di recupero per tossicodipendenti, la Fazenda della speranza. Fino allo scorso anno ospitavamo ragazzi e uomini, oggi solo ragazze e donne, al massimo una quindicina. Si cerca di farle uscire dalla droga con la vita di comunità, il lavoro manuale e la Parola di Dio. Non tutte però ce la fanno, c’è chi ci ricade, abbandona la comunità e torna a vivere per strada".
Si aspettava tutto questo quando è partito?
"In verità non mi sarei immaginato questo percorso. Mi sono messo nelle mani di Dio e posso dire di aver vissuto una vita molto ricca. Ho sempre cercato si seguire l’insegnamento di Gesù e posso affermare che c’è più gioia nel servire che nell’essere servito, questo può essere in sintesi il motto della mia vita. Ho sempre pensato che ci sia più gioia nel dare che nel ricevere. Più servi gli altri e gli altri ti ameranno".
In questi 50 anni e più trascorsi in Brasile cosa è cambiato?
"Purtroppo le carenze di vocazioni si sono fatte sentire anche lì. Quando sono arrivato io in Brasile il Pime poteva contare sull’opera di 140 padri, oggi sono soltanto una cinquantina. Quest’anno sono arrivati 13 padri nuovi, nessun italiano".
Gli anni del Covid
Il Covid ha segnato anche voi?
"Sì, purtroppo sono morti tre padri, ma passata la pandemia la gente è tornata a frequentare le chiese. Qui in Brianza invece ho notato che, forse anche a causa del periodo estivo, le chiese sono mezze vuote. Però c’è da dire che per varie vicissitudini erano 8 anni che mancavo da casa".
Ora la comunità avrà modo di festeggiare il sessantesimo di sacerdozio di padre Luigi in occasione della Messa in programma domenica alle 10 a Calco, anche se in tanti hanno già avuto la possibilità di incontrarlo visto che è in paese dal 7 agosto.
"I parrocchiani di Calco e Olgiate - ha concluso il sacerdote - mi sono sempre stati vicini e di questo li ringrazio. Il 6 novembre ripartirò per il Brasile e, fin che il Signore lo vorrà, continuerò la mia opera di evangelizzazione".