una bella storia

Un soggiorno nel reparto Ginecologia, semivuoto ma pieno d’amore

«Ho voluto raccontare la mia esperienza per ricordare a tutti che Merate c’è e funziona benissimo ma che rischia di essere dimenticato. Non facciamo questo errore, ne va del futuro del nostro ospedale, del quale tutti dobbiamo essere orgogliosi»

Un soggiorno nel reparto Ginecologia, semivuoto ma pieno d’amore
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Un reparto di Ostetricia e Ginecologia desolatamente semivuoto, dove in cinque giorni soltanto una donna ha dato alla luce un bimbo. Ma al tempo stesso pieno d’amore, con professioniste serie che hanno saputo trasformare il ricovero di un’anziana in un «soggiorno» fatto di premure e «coccole».

Un soggiorno nel reparto Ginecologia, semivuoto ma pieno d’amore

Vincenzina Colombo, 79 anni, residente in città, ha voluto rendere pubblica la sua testimonianza telefonandoci in redazione: nel suo cuore tanta gratitudine verso il personale, ma anche un velo di tristezza per il futuro del reparto, che numeri alla mano non sembra essere incoraggiante. «E’ un peccato vedere così pochi pazienti, purtroppo molta gente crede addirittura che il reparto sia chiuso, che ormai i bambini nascano soltanto a Lecco e non più qui a Merate. Dove invece abbiamo dottoresse e infermiere davvero brave e amorevoli, che mi hanno fatta sentire coccolata» spiega la 79enne, ricoverata per qualche giorno in pieno agosto dopo aver subito un intervento chirurgico.

«I letti sono un po’ scomodi, quello sì, forse sarebbe ora di cambiarli - prosegue, trattenendo a fatica una risata - ma per il resto non mi è sembrato nemmeno di essere in ospedale. Durante il mio ricovero ho conosciuto le infermiere, le ostetriche, anche la primaria Tiziana Dell’Anna: tutte davvero competenti e professionali, ma anche disponibili a fermarsi a scambiare quattro chiacchiere soprattutto alla sera. Del resto c’ero praticamente solo io, ci siamo fatte un po’ di compagnia. Una di loro, sapendo che non avevo un passaggio dopo le dimissioni, mi ha addirittura accompagnata a casa in auto...». Un servizio quasi esclusivo, che all’anziana meratese ha lasciato l’amaro in bocca pensando al sottoutilizzo del reparto. «Io sono legata al nostro ospedale. Sono originaria di Monza ma vivo a Merate da sessant’anni, nel 1968 ho partorito qui mio figlio, che tra l’altro di lavoro fa proprio il medico - racconta - Durante il mio ricovero solamente una donna ha dato alla luce un bambino: un evento bellissimo, ma se penso a quante mamme c’erano un tempo in quelle camere mi viene il magone».

Stanze e corridoi oggi semivuoti, ma dove si respira ancora aria di casa. «Ho voluto raccontare la mia esperienza per ricordare a tutti che a Merate c’è un reparto di Ginecologia e Ostetricia che funziona benissimo ma che rischia di essere dimenticato. Non facciamo questo errore, ne va del futuro del nostro ospedale, del quale tutti dobbiamo essere orgogliosi».

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