Psichiatria, Tavolo Sanità Pd: "Utenti del Mandic sono figli di un Dio minore"
"Ribadiamo con forza la nostra attenzione alla situazione del Mandic e non solo con l’iniziativa “adottiamo il nostro Ospedale”, vigiliamo su qualsiasi tentativo di smantellamento"
Di Tavolo Sanità PD Meratese e Provinciale
Dopo mesi di impegno di cittadini, operatori sanitari, Conferenza dei Sindaci, del Tavolo della Sanità PD, per la tutela dei bisogni di salute dei pazienti psichiatrici e delle loro famiglie rispetto alla mancata riapertura del Reparto specialistico di Psichiatria dell’Ospedale Mandic di Merate, ricevute rassicurazioni dai Sindaci del territorio nei mesi scorsi dalla Direzione ASST di Lecco sulla temporaneità del provvedimento legata alla grave carenza di personale sanitario, giovedì 27/07 u.s.
è emersa l’amara verità.
A fronte dell’impegno assunto dal Consigliere regionale Gian Mario Fragomeli di portare il tema all’attenzione della Giunta, si è dovuto constatare il disinteresse regionale a mantenere in vita il Reparto e la bocciatura della richiesta di affrontare concretamente soluzioni utili per la riapertura
Cari cittadini, abbiamo scherzato. Dopo 3 anni di disservizi territoriali giustificati dall’emergenza pandemica, le famiglie dei pazienti psichiatrici si trovano senza un riferimento territoriale per l’acuzie, naturale complemento di una rete territoriale (MMG/PLS, Comunità protette riabilitative, CPS, CD, Residenzialità Leggera) completate dall’offerta socio assistenziale delle Amministrazioni Locali.
La patologia psichiatrica coinvolge il nucleo familiare, l’ambiente di lavoro o di aggregazione, la comunità e non può essere considerato alla stregua di un problema transitorio a rapida evoluzione.
Chiudere il reparto per acuti vuol dire amputare la catena sociosanitaria che sostiene la patologia e il rapporto con il territorio, fondamentale per la corretta gestione dei casi. Per tutto questo non c’è stata alcuna attenzione di ASST, analisi dei bisogni, condivisione con gli Amministratori, sostegno degli operatori, riorganizzazione dei servizi e dei percorsi di cura, informazione e presa in carico delle famiglie, né pari attenzione si è apprezzata a livello regionale.
E se anche tutto questo fosse stato fatto, come ci auguriamo e come è dovuto, l’ASST se ne è guardata bene dal comunicarlo a cittadini, istituzioni e forze sociali che a più riprese hanno espresso la loro preoccupazione. Dunque dobbiamo renderci conto che gli utenti del Mandic sono “figli di un Dio minore” e dobbiamo prepararci ad altre operazioni di smantellamento perché l’emorragia di personale sanitario demotivato per le condizioni di lavoro e la scarsa valorizzazione del ruolo professionale, in
mancanza di strategie di rilancio, creerà nuove condizioni di depauperamento di altri Reparti e “giustificate” ragioni di chiusura.
Ribadiamo con forza la nostra attenzione alla situazione del Mandic e non solo con l’iniziativa “adottiamo il nostro Ospedale”, vigiliamo su qualsiasi tentativo di smantellamento. E’ importante l’impegno di tutti, cittadini, Amministratori, partiti, associazioni prima che un bene fondamentale della Comunità venga meno.