Omicidio di Stefania Rota, Ivano Perico ha confessato tutto di fronte al pm
Oltre all’assassinio a colpi di batticarne, ha ammesso di aver incendiato lo studio del geometra
Qualche ammissione l’aveva già fatta ai Carabinieri, ma di fronte al magistrato non aveva ancora proferito parola. Ieri mattina, venerdì 23 giugno 2023, il 61enne di Mapello Ivano Perico, arrestato il 13 maggio scorso con l’accusa di aver ucciso la cugina Stefania Rota, 62 anni, ha ammesso di fronte al pm Letizia Ruggeri non solo l’omicidio a colpi di batticarne - al culmine di una lite scoppiata per questioni catastali – ma anche di aver dato fuoco allo studio del geometra che aveva curato la pratica per la cugina.
Il capannone della discordia
Il delitto, come già ricostruito da Perico con i suoi legali, si è consumato l’11 febbraio scorso nella casa della cugina, in via XI Febbraio, a causa di quel capannone di proprietà della donna, che confina con la villa dell’omicida. Per una questione di confini e di proprietà erano iniziati i dissidi fra i due, che fino al gennaio scorso pareva andassero d’accordo.
Il rogo dal geometra
Per dirimere la questione, Perico aveva cercato di indirizzare la cugina verso un suo geometra di fiducia, ma quest’ultimo pare non avesse accettato l’incarico. Così, lei si era rivolta a un altro geometra. Il 3 marzo, dopo che già la cugina era deceduta, aveva avuto luogo un raid incendiario contro la vetrata dello studio del professionista: una vendetta di Perico nei confronti del geometra che, a suo dire, l’avrebbe penalizzato.
Indizi trascurati
Come riportano i colleghi di primabergamo.it, Perico – che era anche stato ricoverato in psichiatria il mese prima del delitto - aveva lasciato una tanica di benzina nella Fiesta di Stefania Rota, come testimoniato da alcuni residenti. Il cugino, tra l’altro, aveva spostato l’auto per far credere che lei fosse al mare, ma una telecamera comunale aveva ripreso la Fiesta in paese. In un fotogramma si notava pure la tanica sul sedile.