Dieci anni senza Sandro Albani, il nostro indimenticato fotografo
Arrivò al Giornale di Merate a 18 anni di età, ne divenne una colonna portante.
Il 3 giugno del 2010 moriva Sandro Albani, indimenticato fotografo del Giornale di Merate e del Giornale di Lecco. Aveva soltanto 46 anni e a portarselo via era stato un male particolarmente aggressivo, contro il quale «Big Sandro», come lo chiamavano molti di noi, aveva lottato per 16 mesi. A distanza di dieci anni Sandro resta nei nostri cuori perché per tutti noi, prima ancora di essere un collega, è stato un amico. Un grande amico.
L'approdo al Giornale di Merate a 18 anni
«Big Sandro» era approdato al Giornale di Merate appena 18enne. A quel tempo il settimanale aveva soltanto due anni di vita, ma era già diventato un punto di riferimento per il territorio. Avere un fotografo a tempo pieno era considerato un lusso in una testata appena nata. Ma alla fine Sandro Albani divenne parte della redazione. Di lui si potrebbe affermare ciò che disse Gianni Agnelli di Michel Platini: «L'abbiamo comprato per un tozzo di pane e lui ci ha messo sopra il foie gras». Sì, perché Sandro si è ben presto rivelato un professionista straordinario che ha raccontato fedelmente, con le sue immagini, la storia della Brianza e di Lecco. Erano le sue fotografie a narrare i fatti prima ancora degli articoli. Dotato di una grande capacità di analisi, a volte non disdegnava neppure di scrivere qualche pezzo.
Sandro Albani, la nostra memoria storica
Noi scherzando (ma non troppo) dicevamo che era la «memoria storica della redazione», perché non dimenticava mai nulla e a distanza di anni era in grado di sciorinare date e avvenimenti per non parlare dei dettagli significativi di un fatto di cronaca. Sandro era talmente puntiglioso da spingersi in luoghi improbabili pur di fare lo scatto migliore. Lo ricordo ancora a Usmate Velate durante l’esondazione di un torrente che aveva invaso le case di un’intera frazione, immerso nell’acqua fin sopra la vita per effettuare le foto alle cantine e alle taverne allagate. Generoso, disponibile, buono, era un grande ascoltatore che con arguzia sapeva sdrammatizzare attraverso una battuta o uno dei suoi detti rimasti nel nostro bagaglio di ricordi. E così facendo restituiva il sorriso anche in una giornata di pioggia. Aveva la capacità di vedere sempre il bicchiere mezzo pieno, sapeva superare le sconfitte e ridare entusiasmo con le sue mitiche espressioni «Ipa» ed «Ehia» (negli ultimi anni diventato Ehiabus), il suo modo colorito di salutare.
Un collega vecchio stampo
Sandro Albani era un collega vecchio stampo, tenerlo fermo era praticamente impossibile. Disponibile 24 ore su 24, 365 giorni all'anno, era pronto ad alzarsi nel cuore della notte, anche se si era appena coricato, perché - secondo lui - il fotografo e il giornalista dovevano essere sempre là, dove c’era una notizia. Non a caso per Merate e poi anche per Lecco è stato per tanti anni testimone fedele dei principali fatti di cronaca nera, la sua grande passione. Ma era presente sempre e ovunque: dagli eventi istituzionali ai Consigli comunali, dalle sagre di paese ai campi da gioco come il Rigamonti Ceppi per seguire gli incontri del Lecco, la squadra di cui era un vero tifoso. Il Giornale era il leitmotiv della sua vita: ci veniva la domenica e a volte pure nelle feste comandate, Natale compreso. Le due redazioni nelle quali ha lavorato in quasi trent’anni di attività sono state parte integrante della sua famiglia.
Non si mangia mai a stomaco vuoto
Per Sandro Albani, però, non c’era soltanto il lavoro: ogni momento era buono per festeggiare in compagnia ed era sempre in prima linea per organizzare una cena o una pizzata. Da buona forchetta qual era non si sedeva mai a tavola senza aver pronunciato la frase: «Non si mangia mai a stomaco vuoto», che ci strappava sempre un sorriso.
Sandro se n’è andato il 3 giugno di dieci anni fa, lasciando un vuoto che non è mai stato colmato. Ciao Sandro, il tuo ricordo non si è sbiadito con il tempo. Sei rimasto sempre con noi.
Micaela Crippa