Il sindaco 007 scopre una famiglia che abbandona i rifiuti nei cassonetti della Caritas: "Tolleranza zero"
Il primo cittadino di Nibionno Laura Di Terlizzi: "Ho attivato un servizio di intelligence e rovistato nei sacchetti"
Ha attivato quello che lei stessa ha definito «un vero e proprio servizio di intelligence», che ha incluso anche l’armarsi di guanti e grembiulino e rovistare nell’immondizia altrui.
Sindaco 007 di Nibionno Laura Di Terlizzi, alla fine, è così riuscita a risalire agli incivili che ormai da un paio di mesi abbandonavano sacchetti colmi di rifiuti indifferenziati all’interno del cassonetto giallo della Caritas per la raccolta di indumenti posizionato in via Diaz.
Il sindaco 007 in azione per scoprire chi abbandona rifiuti nei cassonetti della Caritas
«Il tutto è partito quando alcuni residenti della zona mi hanno segnalato, a più riprese, il mancato ritiro dei sacchetti - ricostruisce il sindaco - In diverse occasioni, quindi, ho inviato il nostro operatore per la pulizia e poi è emerso che quei sacchetti venivano ritrovati, all’interno dei cassonetti, da chi si occupava del ritiro degli indumenti da donare».
Nei sacchetti ritrovati, all’incirca una quindicina alla settimana, c’era davvero di tutto: «Bottiglie di plastica ma anche di Campari, pane raffermo, resti di pollo, confezioni di pasticceria, pacchetti di sigarette e gratta e vinci. Tutto insieme, con il rischio di rovinare gli abiti per le persone in difficoltà o quanto meno di farli puzzare all’inverosimile».
Il sindaco: "Ho attivato un servizio di intelligence e rovistato nei sacchetti"
Il sindaco e la sua vice Milena Magni, che abita proprio a pochi passi dal cassonetto preso di mira dagli incivili, hanno quindi iniziato a monitorare gli spostamenti in quella zona. «Abbiamo tenuto d’occhio le persone che passavano per vedere se qualcuno scaricava i sacchetti e ci siamo anche avvalse dei filmati delle telecamere - prosegue la Di Terlizzi - Una volta alla settimana, poi, con tutte le buste, che a volte ritiravo personalmente e a volte mi facevo consegnare dal nostro operatore ecologico in municipio, ne controllavo il contenuto. Per farlo mi sono anche procurata guanti e grembiulino, perché lì dentro c’era davvero di tutto. E chiaramente ho dovuto pulire la mia auto ogni volta, vista la puzza che si creava».
I responsabili sono tutti i membri di una stessa famiglia
Così il duro, e tutt’altro che profumato, lavoro ha portato i suoi frutti: «Rovistando ho trovato una gran quantità di documenti bancari e sanitari, che mi hanno permesso, incrociandoli con le targhe delle auto che abbiamo visto scaricare i sacchetti, di risalire ai responsabili di un gesto così assurdo che sembra la trama di un film».
Gli incivili sarebbero i membri di un’unica famiglia che abita in un Comune limitrofo, che ogni giorno gettano un paio di sacchetti nel contenitore: «Sono sempre loro e hanno preso di mira proprio quel cassonetto. Così ho inviato loro già tre multe da 600 euro l’una, ma credo che ne dovremo spedire altre, perché temo che finché non le riceveranno continueranno con questo assurdo comportamento. Inoltre ho anche contattato il sindaco del loro Comune di residenza per informarlo dei fatti».
Tolleranza zero per chi abbandona i rifiut
Insomma, la buona volontà del sindaco e il «servizio di intelligence» messo in campo potrebbero aver messo fine ad un’abitudine maleducata ed incivile: «Mi sono sentita un po’ 007, ormai trovare i responsabili era diventata una sfida con me stessa. Spero che sia chiaro che nel nostro Comune non c’è tolleranza per comportamenti come questi».