Il presidente Mattarella a Codogno per la Festa della Repubblica
La visita alla città simbolo della pandemia.
Il presidente Mattarella a Codogno per la Festa della Repubblica. Il presidente è arrivato leggermente in ritardo tra la gioia dei cittadini e l’emozione delle istituzioni lombarde: presenti all’importante evento il sindaco Passerini e il presidente Attilio Fontana, insieme agli altri sindaci dell’ex zona rossa, al prefetto di Lodi Marcello Cardona e al vescovo monsignor Maurizio Malvestiti. I cittadini sono tenuti a distanza, limitata la folla che ci sarebbe stata se non fossimo ancora in una fase di emergenza.
Mattarella a Codogno per celebrare insieme la Festa della Repubblica
All’arrivo del Presidente l’incontro si è spostato in Municipio e, al termine del piccolo confronto, Mattarella si sposterà al cimitero cittadino omaggiando i morti di questa terribile pandemia.
Il centro storico della città è stato completamente blindato e i cestini tutti sigillati, vietato il traffico e la sosta in via Roma e via Vittorio Emanuele nel tratto tra piazza XX Settembre e via Cavour, unitamente a tutto il piazzale del cimitero dove si trasferirà la visita del Presidente. Vietata circolare in via Cavallotti, via Costa (tra via Verdi e piazza Cairoli), in via Trimerio. Divieto di sosta anche in via Garibaldi, via Galilei, via Cavour (lato destro), via Gattoni.
21 febbraio “giornata delle vittime Covid”
Il sindaco di Codogno, tra le altre cose, ha chiesto al presidente della Repubblica di istituire la “giornata delle vittime Covid” da festeggiare il 21 febbraio di ogni anni, data simbolo dell’inizio della pandemia nel Lodigiano. La richiesta è che diventi festa nazionale, un ricordo che unirà la nazione ogni anni a venire.
Il discorso di Mattarella
“Da Codogno, dove è iniziato il nostro percorso di sofferenza, vogliamo ribadire i valori della Costituzione, ricordando nuovamente i tanti nostri concittadini morti per il coronavirus e rinnovando grande solidarietà ai loro familiari e alle loro comunità. Oggi si ritrova la Repubblica, questo è tempo di un impegno che non lascia spazio a polemiche e distinzioni. Tutti siamo chiamati a lavorare per il Paese, facendo appieno il nostro dovere, ognuno per la sua parte. Non andrà dimenticato quanto, in questi mesi, hanno fatto, con generosa abnegazione, tanti medici, infermieri, personale impegnato nei diversi ruoli della sanità, farmacisti. Lungi dal sottrarsi al proprio compito, hanno contrastato l’epidemia con coraggio, sovente ponendo a rischio la propria salute. Molti sono rimasti vittime del loro senso del dovere. Non vi sono parole sufficienti per esprimere quanta gratitudine meritino da parte di tutti gli italiani“.
Le parole di Fontana
“La Lombardia ha contato troppe vittime: uomini e donne dietro cui si celano storie e famiglie, cui va oggi, come ogni giorno, il nostro cordoglio e la nostra vicinanza. Migliaia sono stati i malati e i guariti, assistiti con encomiabile senso del dovere e sacrifici straordinari da medici, infermieri e volontari venuti da tutto il mondo per offrire aiuto al nostro territorio: a loro voglio esprimere la mia infinita gratitudine.
Il 20 febbraio scorso, a Codogno la storia del nostro Paese è mutata, dolorosamente e inaspettatamente. Un male imprevedibile ha travolto le vite dei nostri uomini e delle nostre donne e devastato con incredibile violenza una terra, la Lombardia, di lavoro e bellezza, solidarietà e progresso. Questi luoghi hanno, per primi, sofferto le terribili conseguenze dell’epidemia e pagato un prezzo piu’ alto in termini di vite umane e sacrifici. “L’emergenza sanitaria ha messo a dura prova cittadini, imprese e istituzioni lungamente colpite da una tragedia che ha avuto e avrà conseguenze importanti sulla nostra economia e sulla nostra quotidianità. Ci approcciamo ora a una nuova normalità che impone ritmi e abitudini differenti e un rinnovato senso civico, indispensabile per garantire a tutti un futuro sicuro”.