Ecco quante sono le imprese lecchesi che hanno chiuso durante il lockdown
La survey di Confindustria Lecco e Sondrio sull’attività delle Associate fotografa aperture, forza lavoro impiegata e ricorso ad ammortizzatori sociali
Nel periodo fra il 23 marzo e il 30 aprile - ovvero nelle settimane dove l’adozione di provvedimenti restrittivi per contenere il diffondersi del Covid19 ha riguardato direttamente le imprese - il Centro Studi di Confindustria Lecco e Sondrio ha svolto un monitoraggio sulle attività produttive attraverso una survey che ha riguardato un campione molto significativo delle Associate, intervistandone la quasi totalità. La survey prende in considerazione 6 settimane effettuando alla scadenza di ognuna - il venerdì fatta eccezione per l’ultima settimana conclusasi lavorativamente il giovedì - una verifica sulle risposte, ottenute tramite sondaggio telefonico.
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Ecco quante sono le imprese lecchesi che hanno chiuso durante il lockdown
“Il quadro generale conferma, dati alla mano, l’impatto enorme che la pandemia in generale e il periodo di lockdown in particolare hanno avuto sul sistema produttivo, anche del nostro territorio” - evidenzia il Presidente di Confindustria Lecco e Sondrio, Lorenzo Riva. “Come ho già avuto modo di sottolineare - continua Riva - non ci è ancora possibile tratteggiare le dimensioni reali della crisi, ma tutti sappiamo bene che la sua portata è vasta e l’onda sarà probabilmente lunga. Per questo motivo tutto il sistema Confindustria sta portando avanti con decisione le ragioni delle imprese e del sistema manifatturiero: senza una vera attenzione all’asse portante della nostra economia il Paese non potrà mai risollevarsi”.
Dal monitoraggio emerge che alla data del 27 marzo oltre il 75% delle imprese intervistate era chiuso. Bisogna arrivare al 17 aprile per assistere alla riapertura di poco più del 60% delle Associate e al 30 aprile per un’inversione di tendenza, con circa il 76% delle imprese aperte.
Gli ammortizzatori sociali
Per quanto riguarda l’utilizzo degli ammortizzatori sociali, alla data del 27 marzo circa il 30% delle aziende associate ha dichiarato l’intenzione di avvalersene. Un dato che nelle settimane seguenti è parzialmente aumentato: al 30 aprile il 39% degli intervistati dichiarava di fare ricorso a Cigo, Fis e Cigd.
“È da notare - illustra il Direttore Generale di Confindustria Lecco e Sondrio, Giulio Sirtori - che lo scenario sul ricorso agli ammortizzatori si presenta, nel mese di aprile, molto variegato in relazione ai settori merceologici di riferimento. A fronte di un indice contenuto per il settore alimentare, inserito fra quelli considerati essenziali e quindi operativo anche durante il lockdown, si registra un’incidenza molto consistente nel tessile, nel metalmeccanico e nella gomma-plastica. Per quanto riguarda invece la quota degli occupati attivi rispetto al totale dei dipendenti delle imprese associate, comprensiva dei dipendenti in smart working, si è passati da una percentuale di circa il 16% del 27 marzo a poco meno del 50% delle ultime rilevazioni nella settimana conclusa il 30 aprile. Anche in questo caso abbiamo registrato significative differenze da settore a settore”.