Dalla parte della pace

Un anno di guerra in Ucraina, un anno di aiuti dal nostro territorio

Numerose le iniziative promosse dal Meratese, Casatese, dall'Isola Bergamasca e dalla Valle San Martino a sostegno della popolazione colpita dal conflitto

Un anno di guerra in Ucraina, un anno di aiuti dal nostro territorio
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La guerra in Ucraina è iniziata un anno fa e prosegue ancora oggi disseminando paura e morte. Ma se da un lato lo scontro testimonia l’irrazionalità e la crudeltà dell’uomo, dall’altro ci ricorda la forza della bontà, della carità e dell’altruismo, che resistono accanto alla sofferenza. Numerose sono state infatti le iniziative solidali che hanno preso vita durante questo periodo nel nostro territorio, dal Meratese al Casatese, dall'Isola alla Valle San Martino.

L’inizio della guerra in Ucraina e l’immediata attivazione di Cassago chiama Chernobyl

Fin dal giorno di inizio del conflitto, il 24 febbraio del 2022, il territorio meratese, ma anche quello casatese e bergamasco, ha dimostrato grande impegno e vicinanza nei confronti del popolo sotto attacco, invocando la pace e contribuendo con aiuti finanziari e materiali inviati attraverso la rete di Cassago chiama Chernobyl.

L’Associazione Cassago chiama Chernobyl è da sempre schierata in prima linea per l’aiuto delle popolazioni colpite dal disastro di Chernobyl e proprio in quel periodo, con il miglioramento della situazione dei contagi legati al Covid, si stava preparando a ospitare i bambini della cittadina di Chernigov, a nord di Kiev e a meno di 100 km dal confine russo.

Vista la criticità del contesto, non è stato possibile organizzare il viaggio terapeutico tanto atteso dai bambini e dalle famiglie ospitanti dopo lo stop imposto dalla pandemia, ma l’associazione si è subito attivata per raccogliere e inviare volontari e aiuti materiali.

Il presidente Armando Crippa ha raccontato di come la comunità cassaghese e quelle limitrofe volessero contribuire in qualsiasi modo possibile per aiutare le vittime della guerra, a distanza oppure aprendo alle famiglie in fuga le porte della propria casa.

Grazie all’associazione e al contributo dei cittadini, sono stati raccolti moltissimi beni fondamentali, viveri, materiale medico e indumenti, inviati e distribuiti nelle zone in difficoltà.
Questa sera, a un anno di distanza dall’inizio della guerra in Ucraina, Cassago chiama Chernobyl organizza una fiaccolata della pace.

Le iniziative locali a supporto della popolazione ucraina

L'Associazione Cassago chiama Chernobyl non è stata l'unica a mobilitarsi , anche le parrocchie, i comuni e i piccoli gruppi locali di volontari hanno proposto iniziative solidali e manifestazioni contro la guerra.
Molte sono state le dimostrazioni di vicinanza a pochi giorni dall'invasione da parte della Russia: dall’esposizione di striscioni alle finestre, all’ accensione di candele e ai momenti di preghiera a favore della pace e dell’indipendenza del popolo ucraino, fino alla proiezione dei colori della bandiera ucraina sugli edifici istituzionali.

Tra queste ricordiamo il primo presidio per la pace a Lomagna nel Parco Verde, in cui i cittadini hanno dato vita a un cerchio componente un Noi e hanno raccolto fondi in collaborazione con la Caritas.
A Lecco, Casatenovo, Osnago e numerosi altri paesi nel meratese si sono tenute manifestazioni per dire no alla guerra, mentre a Perego l’Associazione Cittadinanza attiva Cavalletta ha “acceso la pace”, con il contributo dei bambini della scuola primaria che hanno realizzato cuori e disegni.

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Diverse sono state anche le raccolte di viveri e beni necessari organizzate da Bulciago, Casatenovo e altri comuni, che hanno poi consegnato le donazioni all’Associazione Cassago chiama Chernobyl.

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Le testimonianze

Le comunità del territorio si sono inoltre attivate per accogliere i profughi provenienti dalle località ucraine esposte al rischio di bombardamento, soprattutto madri in fuga con i figli, partite in auto con lo stretto indispensabile necessario per viaggio.

Tra loro la giovane Marina Kovalenko, madre di una bambina di 5 anni, accolta da una famiglia di Merate, che ha lasciato il marito a combattere, come hanno fatto anche le coraggiose Anna Pyvoshchuk, Maria Feduniv e Maria Bilinchlik, tre madri partite alle prime ore dell’alba del 25 febbraio 2022, dopo aver aver trascorso la notte in una cantina insieme ai figli, mentre sopra le loro case volavano gli aerei.

Le tre donne si sono separate dai rispettivi mariti per proteggere i figli e dopo due giorni alla frontiera hanno lasciato l’Ucraina, viaggiando in 7 in un’unica auto per 2.200 km, attraversando Romania e Ungheria, fino a giungere a Villa d’Adda e Paderno, dove sono state accolte calorosamente dalla comunità.

Simile è anche la storia di Anastasiya, una madre in viaggio con i suoi tre figli, accolta a Cisano Bergamasco da Luana Dal Farra e sua madre Maria, che avevano già avuto l’occasione, anche se in circostanze estranee alla guerra, di ospitare una bambina ucraina diversi anni prima, in collaborazione con le associazioni del luogo, e che hanno risposto all’appello su Facebook di Anastasiya.

Milena Messeri

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