Virus ed economia

Galbiati: “Il Dl Liquidità penalizza le imprese più piccole e bisognose”

La proposta dell’imprenditore di Sirone: "Per rilanciare l’economia basterebbe che lo Stato azzerasse i suoi debiti"

Galbiati: “Il Dl Liquidità penalizza le imprese più piccole e bisognose”
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La fase 2 sta lentamente ripartendo ma gli imprenditori sono impegnati innanzitutto a garantire le migliori condizioni di sicurezza sul lavoro e poi a non interrompere la catena dei pagamenti, salvo comprovate difficoltà, oltre ad anticipare la cassa integrazione ai loro collaboratori. È proprio per questo vorrebbe contare su uno Stato più attento nel sostenere l’economia perché il Decreto Liquidità non ha agevolato l’accesso al credito per le aziende. Ruota attorno a questi temi la chiacchierata con Sergio Galbiati, co-fondatore di Galbiati Family comprendente cinque aziende che complessivamente occupano 68 dipendenti: Galbiati di Sirone (specializzata nel taglio di coils e nastri in acciaio), Praim di Sirone (produzioni e materiali per imballaggio), Fibrocev di Sirone (fibre metalliche e polimeriche), La Metalnastro di Gorla Minore (taglio e laminazione di coils e nastri in acciaio) e la finanziaria Finag che fornisce servizi finanziari alle altre aziende del gruppo..

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Come ha vissuto Galbiati Family questo lungo lockdown?

“La Praim, seppur parzialmente, ha sempre lavorato, mentre Galbiati e Metalnastro, dopo due settimane di stop, hanno riaperto per fornire alcune imprese nella filiera delle produzioni essenziali. A fermarsi completamente è stata solo la Fibrocev, che lavora prevalentemente per il settore dell’edilizia . Dal 4 maggio la produzione sta lentamente tornando a pieno regime in tutte le fabbriche, anche se con modalità nuove”.

Cioè? Si riferisce all’adozione delle norme di sicurezza per permettere ai suoi collaboratori di lavorare in tutta tranquillità?

“Non solo. Le norme di sicurezza, giustamente, ci impongono di osservare il distanziamento e così abbiamo riorganizzato il lavoro su due turni, il primo dalle 6 alle 14, il secondo dalle 14 alle 22. Tali provvedimenti ci permettono di evitare i contatti nei locali comuni come mensa e spogliatoi, che a breve andremo comunque ad ampliare. mettiamo a disposizione di tutti i dipendenti mascherine, guanti, gel igienizzanti; inoltre misuriamo la temperatura a collaboratori e visitatori. Su base volontaria, abbiamo sottoposto il personale a test sierologici”.

Nel periodo di chiusura siete ricorsi alla Cassa integrazione?

“Si, l’azienda si è fatta carico di anticipare le spettanze ai dipendenti. Ci è sembrata una cosa doverosa, consapevoli delle difficoltà che avrebbe potuto incontrare un dipendente per far fronte ai propri impegni mensili e dovesse essere in attesa di ricevere i soldi dall’Inps”.

L’intervista completa a Sergio Galbiati si può leggere   sul Giornale di Merate in edicola da martedì 26 maggio. Clicca qui per la versione sfogliabile

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