dopo quasi mezzo secolo

Meschi e Galbusera lasciano la libreria La Torre

L'attività, dopo una temporanea chiusura, a partire dal prossimo 1° gennaio, riaprirà a metà febbraio con un nuovo gestore e dopo un rinnovamento dei locali

Meschi e Galbusera lasciano la libreria La Torre
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Tommaso Meschi e Ivana Galbusera lasceranno dopo 43 anni la gestione della libreria «La Torre» di via Manzoni.

L'attività, dopo una temporanea chiusura, a partire dal prossimo 1° gennaio, riaprirà a metà febbraio con un nuovo gestore e dopo un rinnovamento dei locali.

La libreria "La Torre" di via Manzoni cambierà gestione

Nei giorni scorsi sono stati gli stessi titolari, attraverso un avviso apparso in vetrina tra i libri, ad avvertire i loro clienti dell’imminente cambio di gestione, invitandoli ad utilizzare prima della chiusura i buoni acquisto non ancora spesi.

Si tratta indubbiamente di un passaggio storico per un'istituzione del commercio cittadino come «La Torre», fondata nel 1979 dai due coniugi meratesi, che ai tempi furono tra i primi in zona ad avviare un’attività già simile alle librerie moderne di oggi.

Inizialmente collocata in via Don Cesare Cazzaniga, dopo 15 anni, nel 1994, si trasferì nella sede attuale, più ampia e meglio organizzata.

Per quasi mezzo secolo, oltre che riferimento per gli amanti dei libri e per chi aveva bisogno di testi scolastici, la libreria è stata anche promotrice di interessanti iniziative culturali. Come quella organizzata nei primi anni del 2000 con ospite lo scrittore Erri De Luca, che la stessa Ivana Galbusera nel 2009 raccontò sulle pagine del nostro Giornale, in occasione del trentennale dell'attività.

«Ricordo ancora con piacere quella serata - disse all’epoca - Nonostante ci fosse la semifinale dei mondiali di calcio, la sala di Palazzo Prinetti dove si svolse l'incontro letterario era gremita». Sempre in occasione del trentennale, Meschi e Galbusera ringraziarono la loro clientela, come fatto anche tramite l’avviso apparso negli scorsi giorni. Dei loro clienti, i coniugi spiegarono che «hanno cominciato a seguirci in modo crescente giorno dopo giorno e la nostra realtà è cresciuta soprattutto grazie al desiderio di voler dare risposte positive alle richieste del pubblico».

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