Amici di Ndugu Zangu Onlus: cena di beneficenza per la Narrapu Community del Kenya
L’evento, parecchio partecipato, è stato anche l’occasione per ricordare la figura di Luigi Panzeri. «Nonno Luigi», cosi veniva definito, è stato un missionario laico. Ha fondato la comunità nel 1996 ed è scomparso nel 2021 all’età di 85 anni.
Amici di Ndugu Zangu Onlus è un'associazione di Cassago con un obiettivo: raccogliere fondi per il sostentamento della Narrapu Community del Kenya. Per questo, il 23 novembre ha organizzato una cena di beneficenza al ristorante «La Casupola» di Bosisio Parini.
A condurre la serata sono stati il vicepresidente Emilio Panzeri, Antonio Molteni e i consiglieri, tra cui Michela Panzeri.
L'associazione Amici di Ndugu Zangu Onlus
In questi 26 anni, anche grazie alla collaborazione con Emergency, Tavola Valdese e la Fondazione Mission Bambini, sono stati raggiunti importanti obiettivi. Sono stati costruiti alloggi, refettorio, diga, 18 km di acquedotto, pozzo, ospedale di primo soccorso, impianto a panelli solari e il terreno è stato bonificato per le coltivazioni.
Il funzionamento è garantito da uno staff di nazionalità keniana. Ognuno dei componenti ha responsabilità differenti: ci sono ad esempio medici, cuochi, sarti, giardinieri, autisti.
La NZ-Narrapu Community ospita decine di bambini che necessitano cure e assistenza, la scuola è fonte di istruzione per 400 studenti e gli abitanti del luogo sono stati affiancati nella costituzione di realtà lavorative.
Inoltre, dal 2001 ad oggi, la Onlus e i donatori hanno permesso a 180 giovani cardiopatici di essere operati. Le spese comprendono generalmente degenza post-operatoria, documentazione, cibo, visite periodiche, alloggio e biglietti aerei per loro e per gli accompagnatori.
«Attualmente il Kenya sta vivendo la peggiore siccità e scarsità di cibo e acqua degli ultimi 40 anni, complici la pandemia e l’impennata dei prezzi dei cereali causata dalla guerra in Ucraina – ha recentemente dichiarato Michela Panzeri - la siccità sta aggravando una già difficile situazione di sostentamento alimentare con il peggioramento delle condizioni di salute della popolazione e dei bimbi in particolare».
L'intervento di Antonio Molteni
Al termine della cena, ha preso la parola il professor Molteni, che in passato ha dedicato un libro alla storia di Luigi Panzeri, noto come "Nonno Luigi".
«Ho conosciuto nonno Luigi durante uno dei «viaggi della speranza» da lui organizzati per portare in Italia, dall’Africa, bambini e giovani della sua comunità per essere operati al cuore – ha introdotto - Fu come scoprire un vulcano, sempre in attività, in perenne eruzione».
Da qui ha poi raccontato il suo rapporto con i bambini. «Davanti alla loro sofferenza si commuoveva fino alle lacrime. Nonostante la miseria in cui vivono, hanno occhi che incantano e un perenne sorriso sulle labbra».
Durante le «vacanze alternative», campi di lavoro estivi, fece costruire un acquedotto di 15 km attraverso la savana. In seguito si trasferì definitivamente e sviluppò progetti di lavoro e istruzione.
«A lui stava cuore soprattutto la dignità della persona. Non era in Africa per fare elemosina o, peggio ancora, per imporre la mentalità europea – ha detto – nutriva un grande amore per la sua Comunità. Ogni volta che se ne allontanava, il ritorno era la cosa più desiderata».
Nonno Luigi era anche un uomo di fede. «La sua giornata lavorativa era molto intensa, ma lui sapeva trasformarla anche in giornata di preghiera – ha spiegato - Intendeva la carità, secondo lo spirito del vangelo, come amore, come totale disposizione dell’animo ad accogliere l’altro, a condividerne i problemi, le sofferenze, le difficoltà».
Ha poi concluso con un messaggio di profonda ammirazione «Nonno Luigi non lo dobbiamo solo ricordare, lo dobbiamo pregare, perché dal cielo può ottenerci dal Signore tutte le grazie di cui abbiamo bisogno».
Le parole del vicepresidente Emilio Panzeri
Il vicepresidente dell’associazione Emilio Panzeri ha poi sottolineato l’importanza della raccolta fondi.
«Questi ultimi due anni di pandemia ci hanno impedito di organizzare eventi finalizzati alla raccolta fondi e alla divulgazione delle attività dell’associazione a sostegno della comunità – ha aggiunto – Lo stop lo stiamo pagando in termini soprattutto economici. Noi siamo onorati di dedicare tempo e impegno al sostegno della comunità – ha dichiarato - Per fare questo abbiamo però bisogno di essere in tanti e di sentire la vicinanza degli amici».
Avendo ognuno un lavoro e una famiglia, nessuno dei componenti dell’associazione può portare avanti il modello di missione individuato da nonno Luigi, per questo motivo si sono suddivisi dei compiti e la loro forza è l’aiuto dai sostenitori dell’associazione. «Questa sera, a voi che siete i nostri amici e la nostra ricchezza, chiediamo l’aiuto per sostenere l’ordinaria amministrazione della comunità, che significa cibo, stipendi, vestiti, manutenzioni varie». Ha speso infine qualche parola sul diritto che ogni bambino ha di crescere sano e curato e sull’importanza dell’aiuto. «Non è la mano che dona, ma il cuore».